lunedì 7 luglio 2008

SPICCHI

1) Non sono iscritto a molte associazioni. Al momento non ho tessere di partito in tasca. Rivendico con orgoglio la mia militanza al FRONTE DI LIBERAZIONE NANI DA GIARDINO, quegli (almeno per me) orribili nanetti (argh! ieri mattina nel mio consueto giro in bici ne ho trovati anche vicino a Borbiago) presenti nei giardini privati. Nel Fronte milita, certo, chi non riesce proprio a sopportare l'idea di vederli costritti in una innaturale prigionia. Le ragioni della mia militanza sono invece prettamente...estetiche: sono infatti convinto che abbiano in comune lo stesso spacciatore altrimenti non si capirebbe il perché tutti - ma proprio tutti - abbiano quello stupido, insulso sorriso sulle labbra! Ma la tessera per cui vado in assoluto più fiero è quella della Historical Diving Society, una associazione (con sede a Marina di Ravenna dove si trova anche un interessante Museo nazionale delle attività subacquee) nata per promuovere la storia delle attività subacquee. Fra queste, particolare attenzione è prestata all'antesignano dei sommozzatori, il palombaro. E prima o poi lo voglio proprio fare il corso per diventarlo! Periodicamente da HDS ricevo il notiziario: un elegante pamhplet in carta patinata sempre ricchissimo di notizie. Nel numero che mi è arrivato oggi, ad esempio, la storia - incredibile ed affascinante - delle prime attrezzature concepite (su una intuizione di Leonardo da Vinci) per il salvataggio del personale a bordo di sommergibili affondati. Da quelle esperienze, nacque il principio su cui si fonda la camera iperbarica che per noi subacquei può rappresentare l'unica salvezza quando qualcosa va storto. In effetti la subacquea è, ancora oggi (ma per quanto?), una delle poche discipline non ancora di massa. Ed è per questo che la amo così tanto. In essa vi trovo un che di ritualistico che mi colpisce sempre molto: la vestizione con la muta in neoprene; l'allestimento del GAV (il giubbetto ad assetto variabile che - utilizzando l'aria delle bombole - ci permette di scendere in profondità, rimanere neutri sul fondo o risalire in superficie); la prova degli erogatori. E quel gesto, solo apparentemente da James Bond de noealtri ma che in realtà può essere un salvavita quando ad esempio ti trovi "imprigionato" da nasse di reti abbandonate dai pescatori, che è sistemare anche il coltello al polpaccio. E poi quando si entra in acqua e si termina la vestizione indossando le pinne (a meno che non ci si tuffi dalla barca), si regola il computer e si prova la tenuta della maschera. E' in questi momenti che il battito cardiaco accellera e cominci a respirare velocemente: c'é sempre tensione prima dell'immersione. E poi guardare negli occhi il tuo compagno, fargli il segno di ok e col pollice verso invitarlo a cominciare la discesa...A quel punto entri in un mondo dominato da un silenzio interrotto solo dal tuo respiro. Un mondo ovattato dove, raggiunta la profondità desiderata, riesci a rimanere in assetto neutro come se non ci fosse la forza di gravità. Ciò che ti si disvela davanti agli occhi è un mondo meraviglioso, ricchissimo di gorgonie, di margherite (eh già, ne esiste anche una specie subacquea) ed una fauna che, spessissimo, è incredibilmente variopinta. E più scendi in profondità più il blu si scurisce e più il panorama cambia. Ed è emozione forte quella che ti coglie quando guardi il computer da polso che ti segna la profondità raggiunta: i -48 mt, i -50 mt dalla superficie non sono record battuti da machi imperanti; no! è la volontà - comune ad ogni essere umano - di superare, ogni volta, i propri limiti.
2) Davvero molto bella l'intervista di ieri su Repubblica a Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti. Un'intervista a tutto tondo dove si capisce l'amore profondissimo che lega l'artista alla memoria del fratello, morto un anno fa.
3) Ve la ricordate????
Che la forza sia con voi....


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