lunedì 25 agosto 2008

IL PAPA MONTANARO

Domani ricorderemo i 30 anni dalla elezione al soglio pontificio di Albino Luciani, Patriarca di Venezia, successore di Paolo VI col nome di Giovanni Paolo I. Luciani "fu" mio Patriarca anche se quando divenne Papa io avevo 11 anni. Da sempre rivendico (quasi con orgoglio) il mio essere cattolico di confine. Ad esempio sono molto "distante" da miracoli, apparizioni e così via. Ciò perché nell'intimo son da sempre convinto che il buon Dio abbia talmente tante cose da fare che non ha certo il tempo di mandar qualcuno qui, sulla terra, a ricordarci ciò che - in fondo, in fondo - già sappiamo e cioè che l'umanità si sta facendo del male! Ma quando una persona a me molto cara visse un momento particolarmente difficile, mi venne assolutamente spontaneo chiederGli aiuto. Questo vescovo prima e questo Papa poi mi sono entrati nel cuore. Talmente tanto che non solo spesso salgo nella "sua" canale d'Agordo (e alcuni anni fa ebbi il "privilegio" di incontrare il fratello, Edoardo) proprio per "salutarlo" ma in occasione del mio primo viaggio a Roma, la prima cosa che feci fu proprio quella di recarmi alla sua tomba (e nel mio protafoglio, l'unica immagine sacra che conservo è proprio il "santino" con cui venne salutata la sua elezione). Sono anche fra quanti hanno ufficialmente chiesto l'avvio della canonizzazione di questo Papa. Amici che conoscono questa mia particolare venerazione me ne chiedono spesso il motivo. Certo: conta la simpatia umana che quel sorriso ti trasmetteva, la sua semplicità (memorabili i suoi aneddoti, le favole che inseriva nelle sue Omelie), i suoi modi. Ma soprattutto conta moltissimo l'idea di Chiesa di cui era interprete. La Chiesa vive di riti, gesti, forme. Spesso questi orpelli, anziché essere semplici strumenti, "diventano" la Chiesa, la sostanziano, la informano. Luciani, invece, interpretò sino in fondo una idea assolutamente moderna (e modernista) della Chiesa, coerente fino in fondo allo spirito autenticamente riformatore di quel Concilio Vaticano II cui anch'egli partecipò. Nominato Vescovo di Venezia, rifiutò il corteo acqueo. Divenuto Papa rifiuta sia l'incoronazione sia la sedia gestatoria. Fu Papa solo 33 giorni, ma in quel mese di pontificato egli mostrò di avere chiaro quali sarebbero state le sfide della Chiesa (voglio qui ricordare la durezza che dimostrò col cardinale Marcinkus, "governatore" dello IOR). Ovviamente la demagogia populista immaginò chissà quale giallo dietro la sua morte. La realtà è molto più semplice: un compito grandissimo per il suo cuore. Per'altro rimane in tutti noi, che questo Vescovo lo abbiamo amato moltissimo (e qui magari per qualcuno bestemmio ma io ho amato Giovanni Paolo I molto più che il suo successore), l'immagine di Luciani che torna da Fatima dopo aver dialogato a lungo con suor Lucia e che torna da quell'incontro (in cui probabilmente gli fu "pre-detta" la sua elezione a papa) talmente sconvolto da rimanersene chiuso in casa per giorni.
Che la forza sia con voi e...A s'udëi!!!

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1 Commenti:

Anonymous Anonimo ha detto...

Questo invece parla...parla, straparla e che cosa fa di concreto il vaticano?

http://www.repubblica.it/2008/06/sezioni/esteri/benedettoxvi-22/papa-immigrati/papa-immigrati.html


e prima:
http://www.repubblica.it/2008/06/sezioni/esteri/benedettoxvi-22/preti-pedofili/preti-pedofili.html

Due articoli sui quali meditare e... buona lettura
Vale

31 agosto 2008 alle ore 14:06  

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