lunedì 1 settembre 2008

SEDUZIONI DELL'ANIMA



1) Ora, se io fossi una montagna delle Dolomiti (chessò il Pelmo o il Civetta) sarei francamente incacchiato di brutto. Ogni qual volta qualcuno ci rimette la vita, ecco comparire sui giornali titoli del genere Montagna killer (Corriere della Sera, edizione odierna) oppure Montagna assassina. Poi, quando ne leggi i resoconti giornalistici ti accorgi che, quasi sempre, l'incidente è frutto di disattenzione o grossolani errori. Prendete quel che è accaduto, settimana scorsa, lungo la via ferrata dei Sass brusai (vedi il resoconto che ne ho fatto il 6 maggio scorso). Una ferrata non facilissima con un punto di straordinario impatto emotivo: un ponte tibetano ove cammini su un cordino d'acciaio a parecchie decine di metri d'altezza. Ebbene: ma come si fa a sganciarsi per fare una foto senza che ti passi per l'anticamera del cervello che stai facendo una cavolata? Oppure che il tutto è un tragico scherzo del destino: fai tutto alla perfezione, parti di notte, hai una attrezzatura eccellente e, in piena cordata, si stacca un seracco grande come un palazzo che ti travolge come recentissimamente accaduto lungo il Monte Bianco. E proprio all'indomani di questa tragedia, una delle sopravvissute disse una frase sulla quale concordo pienamente: se fossi stata pochi metri più su sarei morta anche io, ma sarei morta felice perché stavo facendo una cosa che mi piace. Con altre parole ma ugual senso proprio oggi sul Corriere, Franco Brevini (docente universitario di Letteratura Italiana e grande alpinista) scrive: Ma sia detto con chiarezza qualcosa che potrà ripugnare al senso comune: è il rischio che dà senso all'alpinismo. Ogni volta che torniamo lassù, è per conforntarci con gli ultimi frammenti di natura selvaggia e vogliamo farlo in tutta la nostra fragilità.


2) Ieri, nella Liturgia della Parola, mi ha colpito molto l'incipit della Prima Lettura, tratta dal Libro del Profeta Geremia. Inizia così: Mi hai sedotto, Signore, e io mi sono lasciato sedurre. Mi piace molto l'idea della seduzione di Dio. E quel senso di abbandono totale e assoluto di fronte quasi alla "violenza" di questa seduzione. Sembra quasi che Geremia sia "rassegnato": nulla può, lui così fragile, di fronte all'impeto di questo amore. Ne parlo perché ho ricevuto un commento da parte di una (almeno suppongo sia donna) lettrice al post su Giovanni Paolo I. Vale (così si firma) è giustamente critica nei confronti dei silenzi, delle inoperosità concrete del "Vaticano". E però io, pur condivdendo totalmente questa critica, invito sempre a distinguere la "clericocrazia" dalle comunità vere e autentiche ove la Parola diventa davvero unità, comunione e com - passione. Comunità (come quella ove, ieri, ho partecipato alla Messa) ove davvero si respira la seduzione di Dio. E' vero: così come esiste la seduzione di Dio, esiste anche la seduzione del male che spesso fa facile presa in noi, nelle nostre fragilità, nelle nostre solitudini. Ma siamo uomini e la nostra umanità la misuriamo, purtroppo, anche con queste cose!

Va beh, fermiamoci qua.

P.S. Grande Vale (ntino) Rossi. Davvero incredibile! Quanto al resto: mal comune mezzo gaudio (pareggio come la Juve), ma comunque una piccola soddisfazione c'é in quei 2 gol che il Bologna ha rifilato ai cugini.

Che la forza sia con voi e... A s'udëi!!!

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2 Commenti:

Blogger Riccardo ha detto...

un momento. c'è una bella differenza tra il pareggio di una Juve dominatrice e quello di un'Inter dominata, dall'inizio alla fine (leggere quotidiani sportivi, tutti, per riferimenti precisi).
E' che quest'anno non siete riusciti a infliggere penalizzazioni variegate agli avversari e dovete vedervela con lo sport vero. Ergo, avete già perso.

1 settembre 2008 alle ore 16:35  
Blogger Il sito di Davide ha detto...

Già perso? Seee, a me par quasi vera...ciao

1 settembre 2008 alle ore 16:46  

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