venerdì 21 novembre 2008

SULLE DONNE


Vi segnalo questa interessante iniziativa che è stata organzizata dal gruppo consiliare del Partito Democratico di Mira: Le donne parlano delle donne. Si svolgerà lunedi 24 novembre (vigilia della giornata nazionale contro le violenze alle donne) alle 20,30 nella sala consiliare. Interverranno:

la senatrice Franca Donaggio, già sottosegretario al Welfare nel governo Prodi;

Federica Pilon, Vicepresidentre del Consiglio Comunale di Mira;

la dottoressa Raffaella Casagrande, psicoterapeuta;

l'avvocatessa Federica Santinon, avvocato del foro di Venezia.

Modera: Elisa Carlin, Presidente della Commissione Consiliare alle Pari Opportunità.

Su facebook vi segnalo il gruppo: No violenza alle donne che ha già raggiunto i 955 membri (fra i quali anche il sottoscritto, Paolo Giaretta, Andrea Causin, Silvia Vianello). Questa la nota pubblicata nei giorni scorsi:



IL SILENZIO DELLE INNOCENTI


Il dolore dentro, acuto come una lama di coltello. La paura dentro, che ti blocca ogni flusso di vita, come una freccia al curaro. La rabbia dell'impotenza dentro, che t'impregna come la sabbia beve l'onda del mare. Il terrore degli occhi dentro, impresso come una fotografia indistruttibile. Tutto è murato dentro di te e il ricordo di quello che ti è raccaduto ti accompagnerà sempre, impedendoti di vivere serena. E come potresti? La tua vita è finita quel giorno, in quello stesso attimo in cui hai provato quelle sensazioni: dolore, paura, rabbia ed infine vergogna e senso di colpa. Violentata ancora, violentata anche da te stessa, perché forse potevi evitarlo, e non l'hai fatto; perché avresti dovuto reagire, e non l'hai fatto, o ancora forse perché l'hai provocato e questo pensiero ti tormenta, credendo in cuor tuo di averlo fatto. Sei morta quel giorno e non riesci a sopportare di continuare a vivere portandoti ancora addosso l'odore del tuo violentatore. Il tuo corpo ti costringe a vivere, nonostante tutto; le tue labbra sorridono, nonostante tutto, e le tue mani accarezzano, nonostante tutto, ma dentro di te sai che qualcosa è cambiato, che non sarai mai più la stessa e che mai più ritornerai ad essere quella di prima. Seppellisci il dolore e il male che ti hanno inflitto nel tuo sarcofago, colorandolo come gli egizi d'oro e di blu, ma per te i colori non esistoo più. Fingi di vivere, interpretando i ruoli che la vita, di volta in volta, t'mpone: figlia, moglie, madre. Reciti una parte puntando all'Oscar, impegnando tutta te stessa per dimenticare. A volte ci riesci, a volte no. L'onda del dolore ti travolge, soffocandoti nelle sue spire. Basta un nulla per infrangere il delicato cristallo che ti separa dal passato: una scena violenta in un film, la mano del tuo uomo un po' più pesante, a volte è sufficiente un respiro per far crollare quella sottile lastra. Allora ti chiudi in un angolo della casa e cominci a piangere, a piangere e a piangere ancora, anche se credevi di non avere più lacrime, anche se ti eri promessa di non farlo più, anche se avevi cercato di congelare dentro di te il dolore con la speranza di non farlo più tornare a galla. ma lui, inesorabile e spietato, ritorna, riaffiorando come un pesce morto in uno stagno, inabissandoti, ancora una volta, nel baratro del silenzio.


Che la forza sia con voi!



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