martedì 30 dicembre 2008

BARACK SMOKING DRAMA



Fu John Fitzgerald Kennedy a decretare, con il proclama n. 3447, il cosiddetto embargo contro Cuba: il divieto cioè di intrattenere qualunque tipo di scambio commerciale con la piccola isola governata da Fidel Castro. Da subito, però, fu embargo "strano": è risaputo - infatti - che JFK continuava, serafico, a gustarsi i suoi sigari Montecristo, provenienti direttamente da Cuba. Arnold Schwarzenegger, ad esempio, fuma sigari cubani da sempre (meglio: da quando ha abbandonato la carriera del body builder di professione). Ma da quando è diventato governatore della California, è "costretto" a fumare di nascosto, tanto da aver addirittura tentato di dotare la propria residenza governativa di appositi gazebo smoking free. Non si sapeva, invece, che l'attuale presidente eletto (che presterà giuramento il 20 gennaio 2009) ha, pure lui, il vizio del fumo. E scatta subito un problema (gli americani, a me han sempre dato l'idea di popolo bravo a creare problemi ma forse mi sbaglio): dove diavolo lo facciamo fumare? Eh già perché Hilary Clinton, salutista doc, rese l'intera Casa Bianca smoking free. In attesa che il dilemma sia sciolto, ecco un divertente ed ironico editoriale, a firma della sempiterna bravissima Maria Laura Rodotà, pubblicato da Il Corriere di oggi (occhio alle 3 righe finali, semplicemente straordinarie):
Se ci fosse un appello planetario «lasciate fumare Obama dove gli pare e quando gli pare» andrebbe firmato in massa; per seri motivi. Insomma: se un povero neopresidente con tre guerre in corso e la peggiore crisi economica degli ultimi decenni si vuole accendere una sigaretta nei momenti di tensione deve poterlo fare. Anche se è leader di una nazione sempre più antifumo; dove il medio benpensante politicamente corretto (obamiano) pensa che chi fuma sia inaffidabile e/o affetto da turbe psichiche. Magari nel caso di Obama è il contrario; premesso che fumare è letale (ma legale), lui è il tipo di fumatore che ogni tanto deve fermarsi e accendere una sigaretta per chiarirsi le idee. Ed è meglio che accenda, scrive saggio Ron Rosenbaum su Slate: «Davvero volete che Barack Obama, il tizio che ha il dito sul pulsante nucleare, vada in crisi di astinenza da fumo? Il fumo passivo uccide, ci dicono. E il plutonio radioattivo passivo, allora?».
OAS_AD('Bottom1');
In effetti. Rosenbaum fa poi notare come George W. Bush non abbia preso grandi decisioni astenendosi dall'alcol: «Forse una birretta lo avrebbe calmato abbastanza da farlo pensare due volte prima di invadere l'Iraq o a deregolare i mercati». Ma c'entra poco, si sa che a pensare non era W. Con Obama è diverso. Non è solo il primo presidente nero; è stato il primo direttore nero della Harvard Law Review. Conosce l'arte della sottile distinzione giuridica. Intervistato ferocemente sulle sue ricadute di fumatore, da Barbara Walters e poi da Tom Brokaw (ultimamente le domande sull'Obama Smoking Drama sono più incalzanti delle domande sul cane) ha detto che non violerà «le regole della Casa Bianca». Il presidente vive e lavora alla Casa Bianca. Però, si è subito osservato, «va in molti altri posti, Chicago, Camp David, l'Europa, il Medio Oriente, il South Dakota» e non ha mai detto al popolo americano che lì non fumerà. Oltretutto, le regole vietano il fumo all'interno; un presidente può sempre uscire e dare due tiri nel Rose Garden con gli agenti che fanno la guardia come quando si fumava nei bagni di scuola. O magari violerà qualche regola, vivaddio; e anche i suoi elettori saranno contenti se non è perfetto (gli elettori che avevano votato Hillary alle primarie saranno ancora più contenti; era stata lei, da first lady, a rendere la Casa Bianca zona antifumo; poi il marito si distraeva con dei sigari spenti, ma questa è un'altra storia).
Speriamo lo lascino fumare..e chissà che vi sia qualcuno che faccia un analogo appello per un povero vicesindaco di provincia.....
Che la forza sia con voi!


Etichette:

0 Commenti:

Posta un commento

Iscriviti a Commenti sul post [Atom]

<< Home page