BUFERA?????
Dal TGcom:
Due informazioni di garanzia sono state notificate dalla procura di Napoli ai parlamentari Italo Bocchino (Pdl) e Renzo Lusetti (Pd), nell'ambito dell'inchiesta sul global service. A carico di entrambi si ipotizza il reato di partecipazione all'associazione per delinquere capeggiata secondo i pm dall'imprenditore Alfredo Romeo. Il solo Bocchino risulta indagato anche per concorso in turbativa d'asta in relazione allo specifico appalto del global service, deciso dal Comune ma poi mai attuato per copertura finanziaria, per la manutenzione delle strade di Napoli. Nei confronti dei due esponenti politici è stata chiesta al Parlamento la richiesta di autorizzazione all'uso di intercettazioni.
E' UNA QUESTIONE DI DECENZA!
di Andrea Causin
Carissimi,
di solito non entro nel merito del tema dei "costi della politica", tuttavia sollecitato da più parti, sento l'esigenza di spendere qualche parola sull'ultimo provvedimento approvato dal Consiglio Regionale la settimana scorsa.
A distanza di oltre due anni e mezzo dal "casus" scatenante, il Consiglio Regionale del Veneto ha approvato mercoledì scorso una norma che impedisce ai Consiglieri Regionali eletti in Parlamento o in Europarlamento di percepire la doppia indennità.
Infatti il regolamento del Consiglio Regionale del Veneto prevede che, in caso di elezione in assemblee parlamentari superiori, scatti l'incompatibilità e la Giunta per le Elezioni - che è l'organo preposto a valutare i singoli casi da sottoporre al Consiglio - abbia 60 giorni di tempo per accertare l'incompatibilità e per proporne la presa d'atto in Consiglio.
Nel corso dei 2 mesi, in assenza delle dimissioni del Consigliere che deve optare tra Camera o Senato, Europarlamento o Consiglio Regionale del Veneto, le cospicue indennità vengono comunque percepite.
Nei casi che si sono verificati nelle elezioni politiche del 2006 e quelle del 2008 (non molti per la verità) i consiglieri interessati hanno usato tutti i 60 giorni a disposizione.
Inoltre non era prevista l'incompatibilità tra parlamentare e presidente di "aziende speciali" della Regione Veneto e soprattutto, prima dell'approvazione della suddetta legge, non era fatto divieto di fare cumulo delle indennità.
Personalmente credo che sia davvero triste che si debba ricorrere a una norma per ottenere un comportamento che dovrebbe essere invece ricondotto alla decenza del singolo individuo.
Una persona ha bisogno di una norma per capire che è indecente percepire 9.000 euro da un'amministrazione regionale e 16.000 dall'altra amministrazione pubblica? Ha bisogno di una norma per capire che non può fare bene il parlamentare e il presidente di una società di scopo della Regione e che è iniquo che ne pretenda anche un doppio compenso?
Non mi chiedo dove sia finita l'etica pubblica, ma mi chiedo almeno, in un momento dove la gente fa fatica ad arrivare alla fine mese o dove perde il lavoro, dove sia finita la decenza.
Io non mi considero né un esempio, né un eroe civile, ma una persona normale che, nel momento in cui riveste un ruolo pubblico deve avere la massima attenzione alla sostanza e alla forma.
Quando nel 2005 decisi di candidarmi, mi dimisi da presidente provinciale delle ACLI di Venezia un paio di giorni prima di firmare l'accettazione della candidatura (non al momento dell'elezione) in rispetto allo Statuto dell'Associazione. All'indomani della mia elezione in Consiglio Regionale del Veneto, feci verificare da un legale eventuali incompatibilità formali tra cariche che avevo in società pubbliche e in società delle ACLI che svolgevano servizi pubblici alla persona.
Pur non sussistendo alcuna incompatibilità formale, mi resi conto immediatamente che una mia scelta, un mio voto, un mio orientamento in Consiglio o in Commissione, avrebbero potuto agevolare le società all'interno delle quali mi trovavo e che direttamente o indirettamente avevano rapporti con l'ente Regione.
Presi così la decisione di dimettermi immediatamente da tutte le società che in qualche modo potevano avere delle relazioni con la Regione Veneto.
Bisognava fare una norma quando era più decente arrivarci da soli? E la prossima norma su cosa la faremo?
Ieri è cominciata in Aula la discussione della Legge Finanziaria Regionale e del Bilancio di Previsione. Il gruppo del PD ha presentato una manovra emendativi imperniato su una serie di proposte per contrastare la crisi economica in atto.
Carissimi,
di solito non entro nel merito del tema dei "costi della politica", tuttavia sollecitato da più parti, sento l'esigenza di spendere qualche parola sull'ultimo provvedimento approvato dal Consiglio Regionale la settimana scorsa.
A distanza di oltre due anni e mezzo dal "casus" scatenante, il Consiglio Regionale del Veneto ha approvato mercoledì scorso una norma che impedisce ai Consiglieri Regionali eletti in Parlamento o in Europarlamento di percepire la doppia indennità.
Infatti il regolamento del Consiglio Regionale del Veneto prevede che, in caso di elezione in assemblee parlamentari superiori, scatti l'incompatibilità e la Giunta per le Elezioni - che è l'organo preposto a valutare i singoli casi da sottoporre al Consiglio - abbia 60 giorni di tempo per accertare l'incompatibilità e per proporne la presa d'atto in Consiglio.
Nel corso dei 2 mesi, in assenza delle dimissioni del Consigliere che deve optare tra Camera o Senato, Europarlamento o Consiglio Regionale del Veneto, le cospicue indennità vengono comunque percepite.
Nei casi che si sono verificati nelle elezioni politiche del 2006 e quelle del 2008 (non molti per la verità) i consiglieri interessati hanno usato tutti i 60 giorni a disposizione.
Inoltre non era prevista l'incompatibilità tra parlamentare e presidente di "aziende speciali" della Regione Veneto e soprattutto, prima dell'approvazione della suddetta legge, non era fatto divieto di fare cumulo delle indennità.
Personalmente credo che sia davvero triste che si debba ricorrere a una norma per ottenere un comportamento che dovrebbe essere invece ricondotto alla decenza del singolo individuo.
Una persona ha bisogno di una norma per capire che è indecente percepire 9.000 euro da un'amministrazione regionale e 16.000 dall'altra amministrazione pubblica? Ha bisogno di una norma per capire che non può fare bene il parlamentare e il presidente di una società di scopo della Regione e che è iniquo che ne pretenda anche un doppio compenso?
Non mi chiedo dove sia finita l'etica pubblica, ma mi chiedo almeno, in un momento dove la gente fa fatica ad arrivare alla fine mese o dove perde il lavoro, dove sia finita la decenza.
Io non mi considero né un esempio, né un eroe civile, ma una persona normale che, nel momento in cui riveste un ruolo pubblico deve avere la massima attenzione alla sostanza e alla forma.
Quando nel 2005 decisi di candidarmi, mi dimisi da presidente provinciale delle ACLI di Venezia un paio di giorni prima di firmare l'accettazione della candidatura (non al momento dell'elezione) in rispetto allo Statuto dell'Associazione. All'indomani della mia elezione in Consiglio Regionale del Veneto, feci verificare da un legale eventuali incompatibilità formali tra cariche che avevo in società pubbliche e in società delle ACLI che svolgevano servizi pubblici alla persona.
Pur non sussistendo alcuna incompatibilità formale, mi resi conto immediatamente che una mia scelta, un mio voto, un mio orientamento in Consiglio o in Commissione, avrebbero potuto agevolare le società all'interno delle quali mi trovavo e che direttamente o indirettamente avevano rapporti con l'ente Regione.
Presi così la decisione di dimettermi immediatamente da tutte le società che in qualche modo potevano avere delle relazioni con la Regione Veneto.
Bisognava fare una norma quando era più decente arrivarci da soli? E la prossima norma su cosa la faremo?
Ieri è cominciata in Aula la discussione della Legge Finanziaria Regionale e del Bilancio di Previsione. Il gruppo del PD ha presentato una manovra emendativi imperniato su una serie di proposte per contrastare la crisi economica in atto.
A presto
Che la forza sia con voi!
Etichette: POLITICA
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