martedì 5 febbraio 2008

BUONGIORNO

Dall'edizione odierna de La Stampa; autore: Massimo Gramellini

Siamo senza governo e col cuore in inverno, senza uno Stato,
senza un passato, senza che nessuno si sia mai vergognato, senza ritegno,
senza contegno, senza denaro, senza riparo, senza progetto, senza rispetto, senza testa, senza ricambi e con troppi rambi di cartapesta. Senza più sogni e con troppi bisogni.
Senza Sarkò ma con Veltrò. Senza cultura ma con spazzatura, Napoli bella,
baracche e Obamastella. Senza dignità ma pieni di
sé: di se e di ma. Siamo ancora il Paese Senza di cui scriveva Arbasino e
poi Fruttero nella Prevalenza del Cretino. Siamo furenti eppure un po’ stufi di mostrare i denti, cresce il magone ma anche la voglia di Grande
Coalizione. Il cielo è scuro, però non butta fango ma neve, e siccome
ripartire è duro, è un eroismo lieve, ci piacerebbe ricominciare da qui: da
due ragazzi così, che si baciano come si deve. Romeo e Giulietta, Walter e
Silvietta. Chiamateli come volete, ma questo bacio è il futuro che non
muore, nemmeno in questa Italia di atei travestiti da suore.

Che la forza sia con voi

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1 Commenti:

Blogger Nico Narsi ha detto...

Eh, sì, sempre ironicamente pessimista, il Nostro. Ti propongo altri due Gramellini "d'annata" (la scorsa), sempre nello stesso mood:
***
LA STAMPA 06-10-2007
Buongiorno
MASSIMO GRAMELLINI
"Nessun guida"

Inaugurando la nuova tratta della metropolitana torinese, Prodi ha confessato che gli faceva effetto viaggiare sopra un treno privo di conducente. Sapesse quanto ne fa a noi sentircelo dire dal conducente in persona.
Credevamo che a pilotare il treno sarebbe stata la politica. Perciò abbiamo votato la destra e la sinistra, poi di nuovo la destra e di nuovo la sinistra. Ogni volta il cuore si predisponeva a una svolta che non arrivava mai. Il portafogli si rimpiccioliva, l'insicurezza aumentava e con essa la sensazione che nessuno avesse la possibilità e la voglia di guidarci. Abbiamo persino affidato il volante a un padrone, affinché mettesse in riga tutti i binari. Ha pigiato qualche pulsante, ma appena si è accorto che scattavano a vuoto, anziché provare ad aggiustarli ha badato più che altro ai vagoni
suoi. Così sulla sedia del conducente è tornato a sedersi il vecchio manovratore democristiano. Una curva di qua, una di là, attenzione alle scosse e musica ipnotica negli scompartimenti, ma dai finestrini il panorama continuava a peggiorare. Finché qualche passeggero di seconda è uscito in corridoio per protestare contro i privilegi di chi restava spaparanzato in prima classe. Intanto il treno va e nessuno lo guida. Non i politici, impegnati a litigarsi addosso. E nemmeno gli imprenditori, che si sforzano di far viaggiare la macchina sempre più veloce ma anche loro ne ignorano la destinazione, essendo il Progresso una stazione fantasma. Per dirla con Flaiano, talvolta mi vengono pensieri che non condivido. Per esempio questo: che la soluzione non consista nel cambiare conducente ma nel cambiare treno.

*********

LA STAMPA 25-05-2007
Buongiorno
MASSIMO GRAMELLINI
"Sbadiglio democratico"

Scorrere i nomi del Comitato per le Regole, nucleo pulsante del futuro Partito Democratico, produce lo stesso effetto di una seduta di autoipnosi: arrivato alla C di Cofferati stai già russando come un angioletto. Immagino la prima riunione dell'allegro consesso. Comincia Gad Lerner, rivolto agli occhiali di Follini che ha scambiato per una telecamera: «Buonaserrrra. Metto ai voti la proposta di istituire un sottocomitato che decida le regole del Comitato per le Regole». L'appello cade nel vuoto. Parisi sta risolvendo un gigantesco sudoku elettorale. Bassolino butta cartacce senza mai centrare il cestino dei rifiuti. D'Alema disegna mappe nautiche sul manifesto programmatico e ghigna: «La parola ai giovani». Lamberto Dini: «Ti ringrazio. Dobbiamo toccare il cuore degli elettori con un tema popolare: l'oscillazione dei tassi alla Borsa di Tokyo». La Pollastrini: «Non ho nulla contro la tutela degli animali. Ma i giovani chiedono una parola chiara sui Dico». «No», dice Rutelli. «Chiedono di aprire il partito alla società, cioè alla Margherita. Come mai i Ds hanno due poltrone virgola quattro più di noi? E perché le loro hanno i braccioli e pure il cuscino?». Fassino lo zittisce leggendo un'agile relazione di 587 pagine sull'andamento dell'indu¬stria mineraria nella Ruhr. «Walter, potresti toglierti le cuffie dell'iPod?». Veltroni, beccato in castagna: «Ascoltavo Radio Africa». Amato a Del Turco, a voce bassa. «Eravamo meglio noi, coi nani e le ballerine...». Chiede la parola Carlin Petrini: «Compagni, la situazione del pianeta è drammatica, ma vi ricordo che è ora di pranzo». Fortuna che almeno ci sarà lui a occuparsi del catering.

5 febbraio 2008 alle ore 12:16  

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