venerdì 29 febbraio 2008

IL CORAGGIO DELLE SCELTE

Ieri sera nel nostro Teatro è andato in scena uno spettacolo straordinario: Penauts - Noccioline a cura della compagnia del Teatro Eliseo, su un testo che Fausto Paravidino scrisse all'indomani dei fatti del G8 di Genova. E' stato uno spettacolo da tutto esaurito, l'ennesimo di questa stagione teatrale che davvero è per me ricchissima di soddisfazioni, che - nella prima parte - mostrava un volto ironico, divertente per lasciare posto - nella seconda - al dramma, ai pugni sullo stomaco, a quelle immagini che in ciascuno ha immediatamente fatto ricordare la violenza di stato perpetrata ai danni di centinaia di giovani che manifestavano solamente la voglia di credere che fosse davvero possibile costruire un mondo più giusto (e comunque leggete a voi stessi e ai vostri figli anche se sono piccoli questo Pasolini). A me è parso che il nucleo centrale dello spettacolo fosse racchiuso nella domanda che Buddy, il protagonista, si pone alla fine: cosa sarebbe accaduto, dieci anni fa, se anziché obbedire al figlio dei padroni della casa in cui lavoravo che voleva cacciassi via i miei amici, mi fossi rifiutato? Forse - conclude - tutto questo non sarebbe accaduto o forse sì ma a me piace pensare che non sarebbe successo.
Io credo che ciascuno di noi, nella propria vita, abbia commesso degli errori. Alcuni, la più parte certamente, piccoli, banali. Di quelli che non lasciano segni evidenti. Altri, invece, più pesanti, più seri: un indirizzo di studio sbagliato, un amico rifiutato oppure un legame affettivo che è andato spegnendosi nel tempo. E ciascuno di noi vive il rimorso per questi errori, per queste scelte sbagliate. Epperò sono convinto (e non per questioni "filosofiche" o irrazionali) che nella vita di ciascuno di noi, quando meno se lo aspetta, capita l'occasione per porre rimedio a questi errori. E non importa, ne sono convinto, che riparare questi errori, rimettere ordine nella propria vita comporti sofferenze. Perché non possiamo vivere di rimorsi. Non possiamo vivere, come fa Buddy, con l'ipocrisia di pensare di aver fatto tutto giusto. Dobbiamo assumerci il coraggio di scegliere. Perché altrimenti saremmo preda dei rimorsi. E della tristezza.
Che la forza sia con voi...
P.S.: un "buon viaggio" a Francesco Vendramin, mio grande amico e consigliere comunale con delega alla Pace che stamani parte per la Palestina dove parteciperà ad un pellegrinaggio di giustizia (un buon punto di partenza per saperne di più è qui). Ciao Checco e..che la forza sia con te!

giovedì 28 febbraio 2008

CAMBIAMENTI

Stamattina ho cominciato a raccogliere un pò di cose nella casa in cui vivo. Ed ovviamente erano libri. Ne possiedo quasi 2000 ed è buffo aver scoperto che, in questi anni, non li ho catalogati. So perfettamente quali titoli possiedo, dove sono sistemati, benché non siano ordinati secondo un qualunque criterio che rassomigli anche lontanamente ad una classificazione. Ho ritrovato saggi di linguistica (la disciplina nella quale mi sono laureato): su tutti quelli del mio amato Noam Chomsky (prima che abbandonasse la grammatica generativo-trasformazionale); di storia; di filosofia (in special modo filosofia del linguaggio ed in particolare quelli di Wittgenstein). Ho persino ritrovato libri di matematica e fisica tra cui Il significato della relatività di Albert Einstein che, a giudicare dalle sottolineature, ho persino letto (non capendoci ovviamente nulla)! Ho ritrovato anche un paio di libri "antichi"(almeno per me lo sono): si tratta di due compendi di inizio '800 della Summa theologiae di Tommaso d'Aquino, recuperati dalla biblioteca di un vecchio monastero in fase di dismissione, che - benché in pessime condizioni - mi paiono pregevoli soprattutto per le annotazioni che, negli anni, si sono accumulate in quelle pagine sfogliate da chissà quali mani. E poi romanzi. Molti romanzi. E qui è scattata la molla dei ricordi. Sono convinto, infatti, che ciascuno di noi è quel che è anche (e soprattutto) alle persone che ha incontrato nella sua vita. Possono essere stati incontri fugaci, scambi di sguardi, strette di mano. Oppure incontri consolidati. Ma ciascuno ha lasciato in noi un qualcosa che, sommato a tutti gli altri "qualcosa", ha contribuito a farci diventare quel che siamo. All'Università, ad esempio, ho avuto modo di conoscere Fernanda Pivano (e se non sapete chi è....). E attraverso di lei sono arrivato a De Andrè, a Allen Ginsberg (e, attraverso di lui, Francesco Guccini giacché Dio è morto altro non è che la traduzione di una sua poesia). Mentre, un giorno, mentre mi trovavo per lavoro a Milano ho conosciuto Ada Merini, una delle più affascinanti e complesse poetesse del nostro Paese. Al Liceo, ad esempio, l'incontro fondamentale l'ho avuto nell'ultimo anno. Grazie ad un professore di Lettere: giovane, dinamico. Uno di quei docenti che oggi definiremmo "affascinanti". Con lui siamo stati per la prima volta a teatro. Con lui abbiamo visitato, la sera, le mostre di Palazzo Grassi. Grazie a lui abbiamo capito che la letteratura italiana non si fermava ai "triumvirati" (Dante-Boccaccio-Petrarca; Foscolo - Manzoni - Leopardi) ma continuava anche ai nostri giorni. Fu lui a farmi scoprire un autore che ho molto letto benché poi abbia, secondo me, perduto molto del suo talento: Aldo Busi. Di Busi ho tutta la prima produzione letteraria i cui titoli sono di per sè già delle provocazioni: Seminario sulla gioventù; Vita standard di un venditore provvisorio di collant, Sodomie in corpo 11 e così via. Fra le pagine di questi libri ho ritrovato lettere, appunti, cartoline. Per me i libri sono fondamentali, ovvio che in alcuni di essi conservi anche i miei ricordi più preziosi. E tra le lettere ho ritrovato quella che questo insegnante mi scrisse all'indomani della maturità e di cui riporto alcune frasi: non ringraziarmi, sono io che devo ringraziare te e quelli come te che hanno creduto al sogno o all'utopia, che disperatamente hanno il coraggio di guardare avanti; che ancora credono alla poesia che - come dice Leopardi - crea per noi mondi sempre diversi; sento un grande silenzio attorno a me ed un rombo di tuono farsi sempre più vicino ma non ho ancora perduto la voglia di guardare il sole. Sono alcune delle frasi che mi scrisse nel luglio del 1987. Oggi, giusto oggi, cadono i 20 anni da quel 28 febbraio 1988 quando questo professore - nato a Pesaro, trasferitosi prima a Padova per insegnare al Liceo di Dolo e poi a Milano - moriva a 30 anni. Ed io lo ricordo. Perché se sono quel che sono è anche grazie a lui.


P.S.: grande Massimo (Zuin) che ieri è stato nominato all'interno del Teatro Stabile del Veneto su proposta di Massimo Cacciari. Massimo se lo merita e, sperando che non se ne abbia a male, vi svelo un piccolo aneddoto: noi due siamo parenti giacché i nostri ripettivi padri sono fra loro cugini.


PP.SS.: gli uomini veri si vedono nelle difficoltà: e ieri sera Zanetti uomo vero lo è stato fino in fondo; 1 a 1 e palla al centro come dicevamo da bambini


Che la forza sia con voi.

mercoledì 27 febbraio 2008

NEBBIA

Queste giornate "uggiose" mi immalinconiscono un poco....anche se il lavoro è tanto e tante sono le iniziative che realizzeremo per rendere sempre più viva questa nostra città...e allora, aproffittando in un momento di pausa, ho deciso di "arricchire" (e stante la mia naturale incapacità...informatica ho usato la parola giusta) il blog con due brani. Non sono stati scelti a caso. Appartengono a due gruppi, i Dire Straits e i Pink Floyd, che ho avuto la fortuna di vedere dal vivo, entrambi all'Arena di Verona. E si tratta di due fra le più belle canzoni che, seocndo me, siano mai state scritte/suonate. Ve le regalo. Affinché ne serbiate il ricordo nel vostro cuore. Affinché ancora una volta il vostro cuore palpiti di emozione.
Che la forza sia con voi

martedì 26 febbraio 2008

ANCORA IN MONTAGNA....













Non c'é che dire...avevo proprio bisogno di andarmene un giorno in alta quota...

Che la forza sia con voi


P.S.: ma ditemi voi...il grande Ibra da due mesi gioca con un tendine fuori uso..semplicemente eroe....








lunedì 25 febbraio 2008

UNA BELLA GIORNATA











Mentre ieri mattina la nostra città era avvolta da una spessa coltre di nebbia, insieme ad un gruppo di amici (tra cui il grande Silvano Scatto - con me nella seconda foto in alto a sinistra - mio fidato compagno di avventure montane ed il dottor Giuseppe Bovo, responsabile dell'ufficio cultura del nostro comune) me ne sono andato in montagna. La meta era il rifugio Fonda Savio da raggiungere partendo poco oltre il Lago di Misurina. Dopo un'ora e mezza di viaggio - ed una ristoratrice pausa presso il Bar Bianco di Cima Gogna ove consiglio di degustare i loro krapfen alla crema (seppure, a mio modesto avviso, il tempio dei krapfen è e rimarrà sempre la pasticceria Fiori a San Vito di Cadore: luogo che merita una gita solo per assaggiarli) - siamo arrivati al punto di partenza. Percorse poche centinaia di metri su pista battuta, ci siamo infilati le ciaspe ai piedi e siamo partiti. Effettivamente l'escursione era un "pochino" più difficile del previsto: abbiamo infatti compiuto l'ascesa sino alla forcella seguendo un itinerario praticamente in verticale, lungo un sentierino molto stretto che ci ha costretto a salire ininterrottamente senza pausa alcuna. E comunque sia: dopo nemmeno due ore di camminata, ed un dislivello di più di 600 metri, siamo arrivati a destinazione. Aperti gli zaini abbiamo fatto una abbondante merenda a base di panini, frutta liofilizzata (indispensabile a chiunque voglia garantirsi un'adeguata riserva di energia senza appesantire troppo lo stomaco) e cioccolata. Alcuni di noi si sono rimessi le ciaspe e hanno proseguito per alcune centinaia di metri. Io, invece, me ne sono rimasto un po per conto mio, immerso nel silenzio. Era da tanto che non soddisfacevo questa mia passione per la montagna. E ne avvertivo la necessità. Soprattutto quella di immergermi in una natura incontaminata, nel silenzio assoluto, vicino a cime che - viste dal basso - paiono inarrivabili e poi, quando sali in quota, le puoi quasi sfiorare con un dito. Il cielo era di un blu intensissimo, tutto attorno un manto - spesso alcuni metri - di neve bianchissima, un gruppo di corvi volteggiavano in alto....è in quei momenti che mi sento davvero in pace con me stesso e vicino, profondamente vicino, a Colui che ha reso possibile tutto questo. Alle 14, sotto un sole cocente che ha lasciato ampi segni sulla pelle dei nostri volti, abbiamo cominciato la discesa. Arrivati al punto di partenza (non senza imprecazioni verso l'ultima "moda" di sfrecciare con idiote motoslitte che ammorbano l'aria con i loro fumi di scarico) abbiamo raggiunto il lago di Misurina e da lì una piccola ma bellissima malga dove ci siamo abbondantemente ristorati con formaggio, speck, pancetta e pane nero. Per finire l'immancabile rito che segna queste mie escursioni montane: un bicchierino di grappa (io ne ho scelta una al cumino; gustose comunque anche quella al mirtillo e alla liquirizia) per celebrare tutti insieme una bellissima giornata di sole in cui abbiamo scoperto la bellezza dello stare insieme, dell'aiutarci nei momenti di difficoltà ma soprattutto i limiti del nostro essere uomini di fronte alla maestosità della natura.


Che la forza sia con voi....


P.S. Ma Cassano non poteva starsene a Madrid??????








venerdì 22 febbraio 2008

PdC

No, non si tratta della sigla di un nuovo partito. Vuol semplicemente essere la lessicalizzazione di Parliamo di contenuti, che poi continua ad essere la sfida più interessante che il nascente PD dovrà avere il coraggio di raccogliere. Magari tra una campagna elettorale e l'altra. Personalmente credo che uno degli argomenti su cui maggiormente ci si dovrà confrontare, soprattutto se utilizziamo le vecchie distinzioni tra componente laica e componente cattolica, sia il tema della vita. Soprattutto in questa campagna elettorale dove, ad esempio, si è scatenata una, a mio avviso, sterile polemica sulla legge 194.

E' per questo che ho deciso di riprendere e pubblicare (il grassetto è mio) un interessante editoriale pubblicato stamani ne Il Corriere della Sera.






ABORTO E DEMOCRAZIA LIBERALE
Lo scontro tra due diritti
di Piero Ostellino
Sarebbe difficile non condividere l’opzione morale di Giuliano Ferrara contro l’aborto. Che è sempre un dramma per la donna che vi fa ricorso. Meno facile condividere la sua opzione politica per una lista elettorale sulla «moratoria dell’aborto ». Sotto il profilo etico l’aborto è un omicidio. Quello alla vita è un diritto naturale soggettivo fondamentale. Incommensurabile, non negoziabile. Ma ha poco senso chiedere alla scienza — che per la sua stessa natura è relativista — e tanto meno al diritto, che nello Stato moderno è distinto dalla morale, di risolvere un problema etico.
Meno ancora ne ha chiederlo alla politica. Come ha mostrato il mancato raggiungimento del quorum nel referendum abrogativo della legge sulla procreazione assistita, è irragionevole pensare che la natura di Persona o di «cosa» dell’embrione possa essere definita con un voto di maggioranza. D’altra parte, si fa politica non (solo) per sostenere un’opzione morale, bensì (soprattutto) per dare risposte politiche. E qui spunta la contraddizione fra opzione morale e opzione politica.
L’aborto, nei Paesi di democrazia liberale, non è, sotto il profilo legale, un omicidio. Anche la libertà, come la vita, è un diritto fondamentale. Incommensurabile, non negoziabile. Così, in quanto riconosciuto e codificato dallo Stato, l’aborto non riguarda solo la sfera della coscienza individuale, ma anche il concreto esercizio di un diritto pubblico, cioè la libertà di scelta della donna. La contraddizione, eticamente insanabile, ma legalmente composta, fra diritto alla vita (del nascituro) e diritto di libertà (della donna), è espressione di quel «pluralismo dei valori» di cui parla Isaiah Berlin. L'esistenza di molteplici fini umani fra loro in conflitto e non riducibili a una specifica concezione del Bene. Il pluralismo dei valori esclude che tutte le questioni morali abbiano una sola risposta corretta, riconducibile a un unico sistema etico. In tale definizione si concreta la differenza fra Chiesa e Stato, fra peccato e reato, cioè il concetto di laicità. Per lo Stato non può valere la convinzione di Sant’Agostino che «la peste dell’anima è la libertà di peccare ».
La lista elettorale per la «moratoria dell’aborto » di Giuliano Ferrara —che pur sa ben distinguere fra peccato e reato — rischia di confondere la condanna dell’«aborto di Stato», in Cina, in India, nella Corea del Nord come coercitivo strumento pubblico di controllo collettivo delle nascite, e l’aborto, come legittima scelta individuale della donna, da noi. L’«aborto di Stato» è, eticamente, «omicidio di Stato» e, legalmente, «violenza di Stato» nei confronti della libertà di scelta della donna. Sul piano etico sempre di aborto si tratta. Ma su quello politico fa tutta la differenza fra totalitarismo e individualismo liberale. Nell’averli messi sullo stesso piano sta secondo me, lo dico con stima e con affetto, la difficoltà di Ferrara di comprendere non tanto le ragioni degli abortisti quanto del liberalismo.
22 febbraio 2008
Che la forza sia con voi...
P.S.: Sarà partita dura, da uomini veri ma il nostro Presidente ha ragione.....il Liverpool lo batteremo....

martedì 12 febbraio 2008

CARNEVAL DE MIRA



Eccola, finalmente, la 1^ edizione del Carnevale Città di Mira. Un evento che ho fortemente voluto e che è stato organizzato grazie all'abnegazione di un gruppo di persone, tra cui Michele Campalto, facenti parte dell'associazione Vecchie Chiuse di Mira Porte. Il carnevale che ho "ideato" vuole costituire una sorta di legame tra il Carnevale di Venezia, quest'anno dedicato ai 5 sensi, e il cinquecentenario della nascita di Andrea Palladio. Il programma è davvero ricchissimo.

Alle 14 a PIAZZA MERCATO (Oriago) si formerà il corteo storico composto da 50 cavalli (tra cui 6 della razza andalusa) che traineranno una quindicina di carrozze del 1700. A bordo troveranno posto figuranti vestiti in abiti rinascimentali. Il corteo percorrerà Riviera Bosco Piccolo, il ponte sul Naviglio Brenta e si immetterrà lungo la SS11. Nel frattempo dalle 14 in Piazza Mira Porte cominceranno le esibizioni di gruppi musicali giovanili, provenienti soprattutto dalla "scuola" del grande Lino Dal Corso (grazie Lino per la disponibilità!). Il corteo arriverà a Mira (15,30 circa) dove attraverserà il Naviglio in corrispondenza della Piazza del Municipio dove le 5 madrine del Carnevale (eh sì non ci siamo fatti mancare nulla...e sceglierle è stato davvero difficile...come si diceva in quel film? Ah sì: è uno sporco lavoro ma qualcuno lo deve pur fare) che, nelle intenzioni, rappresenteranno ciascuna uno dei 5 sensi, saliranno a bordo di alcune gondole. A quel punto il corteo si reimmetterà nella Statale 11 ed entrerà in Riviera Silvio Trentin. Ci saranno dunque due cortei: quello a cavallo e quello su gondole. All'inizio del corteo vi sarà la banda Città di Mira. Poco dietro un nutrito gruppo di sbandieratori provenienti dal palio di Noale. Infine il corteo chiuso da altri figuranti a piedi (una settantina complessivamente). In testa a tutto ci saranno anche le auto de La corsa più pazza del mondo. Il corteo percorrerà tutta Riviera Silvio Trentin e si immetterà in via don Minzoni per concludere questo percorso (lungo quasi 7 km!) in Piazza Mira Porte. Alle 16 abbiamo previsto un affascinante spettacolo avente gli sbandieratori come protagonisti. Ci saranno spettacoli teatrali itineranti. Alle 17 premieremo le più belle maschere femminile e maschile ed il gruppo mascherato più numeroso. Alle 17,30 assisteremo allo spettacolo del Cafe sconcerto. Alle 19, infine, uno spettacolo di fuochi d'artificio concluderà questa giornata.

Che dire? Innanzitutto speriamo sia una gran bella giornata di sole. Abbiamo ideato, organizzato e realizzato questo Carnevale in 20 giorni di lavoro durissimo. Il programma, però, è assolutamente convincente. Talmente convincente che siamo riusciti a coinvolgere anche l'assessorato al turismo della Provincia di Venezia (un grazie particolare a Danilo Lunardelli, assessore), l'APT e la Benckiser.
Ah dimenticavo..Ovviamente ci saranno fritelle, galani e bibite per tutti (grazire alla Serimi). Ma anche grazie a Renato Danesin, storico cuore di piazza Mira Porte, che ha procurato pasticcio, pizza e sarde in saor per tutti......

Vi aspetto tutti in maschera (a me non serve, sono sempre in maschera...battutaccia).....


Che la forza sia con voi


P.S.: ma guarda un pò..che colpa ne abbiamo noi se Marco big Matterazzi è talmente forte da recuperare in poche ore un infortunio??? Ed invece, tié il ricorso...uffi: e lasciateci vincere 'sto benedetto scudetto va là....

lunedì 11 febbraio 2008

UNA BELLA GIORNATA

Ci sono molti motivi per essere felici oggi...
1) La splendida giornata di sole che, anche oggi, ci ha salutato al risveglio.
2) E poi le oltre 2000 (dati provvisori) persone che ieri, al di là di pessimistiche previsioni che - secondo me- vengono fatte giusto per il gusto di essere smentiti, hanno deciso di organizzare territorialmente il PD. Ed era davvero bello vedere intere famiglie rimanere in coda, chiacchierare, sorridersi. Così come impegnativa era la risposta che in tanti, all'atto della consegna dell'attestato di fondazione del PD, mi rivolgevano guardandomi negli occhi: Speriamo che serva a qualcosa. Io ne sono convinto: il PD servirà a molto, servirà al nostro Paese per diventare un Paese più moderno, più vitale. Servirà a questo se, e soltanto se, riusciremo a scrollarci di dosso incrostazioni che gli derivano dalle esperienze dei 2 partiti che, sciogliendosi, ne hanno permesso la nascita; se riuscireremo davvero a formare una nuova classe dirigente fatta di giovani appassionati e motivati; se impareremo a metterci sempre e comunque in dialogo l'un con l'altro.
3) La vittoria di Barak Obama in 4 stati. E ieri Repubblica ha dedicato un bell'articolo a questo candidato, nero, che può diventare davvero il prossimo Presidente degli Stati Uniti d'America.
4) CAMBIASSO e SUAZO: archiviata la pratica Catania, siamo tornati a +8. Fa freddo laggiu????
Che la forza sia con voi

martedì 5 febbraio 2008

BUONGIORNO

Dall'edizione odierna de La Stampa; autore: Massimo Gramellini

Siamo senza governo e col cuore in inverno, senza uno Stato,
senza un passato, senza che nessuno si sia mai vergognato, senza ritegno,
senza contegno, senza denaro, senza riparo, senza progetto, senza rispetto, senza testa, senza ricambi e con troppi rambi di cartapesta. Senza più sogni e con troppi bisogni.
Senza Sarkò ma con Veltrò. Senza cultura ma con spazzatura, Napoli bella,
baracche e Obamastella. Senza dignità ma pieni di
sé: di se e di ma. Siamo ancora il Paese Senza di cui scriveva Arbasino e
poi Fruttero nella Prevalenza del Cretino. Siamo furenti eppure un po’ stufi di mostrare i denti, cresce il magone ma anche la voglia di Grande
Coalizione. Il cielo è scuro, però non butta fango ma neve, e siccome
ripartire è duro, è un eroismo lieve, ci piacerebbe ricominciare da qui: da
due ragazzi così, che si baciano come si deve. Romeo e Giulietta, Walter e
Silvietta. Chiamateli come volete, ma questo bacio è il futuro che non
muore, nemmeno in questa Italia di atei travestiti da suore.

Che la forza sia con voi

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