mercoledì 30 aprile 2008

MORIRE D'AMORE

Mi ha colpito molto, stamani, leggere la notizia del ventunenne che ieri si è ucciso (probabilmente) per una delusione d'amore. Certo: darsi la morte per amore è topos, archetipo su cui sono state costruite alcune fra le più belle e struggenti pagine della letteratura di ogni tempo e di ogni luogo. Ma pensare che ciò accada anche nella realtà fa riflettere. Mi chiedo, infatti: questo giovane ha scelto di togliersi la vita davvero per una delusione d'amore? Oppure attraverso questa delusione si è scoperto, in un certo senso, deluso dalla vita? Questi giovani che paiono così duri, così baldanzosi, talvolta persino sprezzanti in realtà ho la sensazione siano molto, molto fragili. Oggi si muore per amore. Ieri per un brutto voto a scuola. Certo: è già accaduto. E probabilmente accadrà ancora. Ma perchè? Non ho metodologia sociologica da impiegare. Non ho figli. Ho, per così dire, una sensazione: e cioè che a queste nuove generazioni noi non abbiamo insegnato il valore della sconfitta. Già perché occorre imparare a saper perdere, a saperci accettare con i nostri limiti, le nostre debolezze, le nostre incapacità. Ed invece spesso noi, questi giovani li vorremmo perfetti, invincibili, magari cinici quel che basta. Questo è il compito che dovrebbe attendere le famiglie certo. Ma anche la scuola. Ma anche lo sport. Imparare a perdere. Perché la vita è fatta anche di sconfitte. Una volta un amico mi ha detto: il vero uomo non è quello che non sbaglia, è quello che - quando cade - ha il coraggio di rialzarsi.
1) Il 1 maggio alle ore 9, in Piazza Mira Porte, inizieremo la manifestazione per il lavoro. In corteo ci porteremo in Piazza IX Martiri dove vi saranno gli interventi di alcuni sindacalisti e del nostro sindaco, Michele Carpinetti. Non mancate.
2) Il comune di Viareggio mi segnala un interessante convegno. Ne parlo perché attraverso di esso colgo l'occasione per invitarvi a visitare il sito della Historical Diving Society Italia: una associazione nata per diffondere la cultura della immersione subacquea e della sua storia. Gli amici di HDS dal 1998 hanno realizzato, a Ravenna, un interessantissimo Museo delle Attività subacquee. Inoltre realizzano una rivista, HDS notizie, sempre ricca di spunti, articoli, proposte. Hanno permesso, ad esempio, le operazioni di recupero (in saturazione) del Polluce, un piroscafo affondato al largo dell'Isola d'Elba con un autentico tesoro. Il convegno, che si svolgerà il 10 maggio, presso il Museo della marineria si intitola Storia ed evoluzione del turismo subacqueo. Fra i relatori Folco Quilici, Sabina Cupi (direttrice di Mondo sommerso) ma soprattutto Maria Pia Pezzali formidabile subacquea ma soprattutto grande fotoreporter del profondo blu.
Che la forza sia con voi....


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lunedì 28 aprile 2008

A RIDATECE BAFFINO?





E' stata sconfitta. Pesante. Brutale. Ma è stata soprattutto incompetenza. Altrettanto brutale. Quella che nasce dalla convinzione che l'elettorato sia "cosa nostra" e che qualunque cosa tu gli proponga, vada bene comunque. Ma gli elettori non sono birilli: non puoi togliergli Rutelli sindaco (quando corse contro Berlusconi) e mettergli Veltroni. E poi togliergli Veltroni e rimettergli Rutelli. Se fai così, non pensi che alla sora Lella del Prenestino un poco (giusto un pochino) gli girino gli zebedei? E non pensi che riproporre un modello perdente, in una specie di visione manichea della realtà, su scala nazionale anche a livello locale sia un poco (giusto un pochino) poco intelligente? Perché a Mirano, ad esempio, così come accade a Mira o in qualunque altro posto del - nostro - mondo, non si vota più, e da decenni, in base alle appartenenze. Si vota il candidato che si conosce. Quello che magari la domenica incontri al bar e con cui prendi un aperitivo. E non te ne frega nulla (o quasi) se quello, alle Politiche, vota destra o sinistra. E se a Vicenza vinciamo in maniera assolutamente imprevedibile e a Udine vince il rettore dell'Università (che molti hanno conosciuto grazie a Fabio Fazio e al suo Che tempo che fa) mentre 15 giorni fa tutto era in mano al centrodestra, qualcosa la dovresti capire no?E se Nicola Zingaretti (fratello del Montalbano televisivo) è confermato alla guida della Provincia di Roma mentre a Roma perdiamo, e di brutto, cosa significa? Che continuiamo a non capire nulla. Ma proprio nulla. Ha ragione Cacciari che, stamani, al Corriere dichiara: "Ma smettiamola per favore con queste demonizzazioni. Piantiamola con lo schema: vince un uomo PD e arriva un comunista, vince qualcuno del PdL ed ecco il fascista". Perché gli elettori sono un pochino più intelligenti di quel che troppo spesso pensiamo tutti noi. E qui? Beh, perdere Mirano è grave. Maledettamente grave. Soprattutto in prospettiva Provinciali '09 (l'anno prossimo voteremo anche per le Europee). Ma quel che più colpisce non sono i 25 voti di scarto. No. E' il confronto col primo turno. Perché tra primo e secondo turno perdiamo circa 600 voti. Mentre il candidato della destra (che usufruisce dell'apparentamento con tre liste che complessivamente - 15 giorni fa - pigliavano 2349 voti) cresce di più di 400 preferenze personali. Che significa? Che si consolida una tendenza oramai presente nell'elettorato di centrosinistra: non vanno più a votare. Quel che un tempo valeva per l'elettorato di centrodestra - meno uso al voto - ora riguarda il nostro elettorato. Certo: probabilmente quanti hanno votato Sinistra Arcobaleno, oggi non hanno spostato il loro voto sul candidato di centrosinistra. Ma ciò non basta a spiegare questa sconfitta. Di misura, certo: 25 voti. Ma cosa diavolo sono 25 voti? Il confine, labile ma realistico, tra la vittoria e la sconfitta.

Che la forza sia con voi....


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1968/2008

Son passati 40 anni da quel 1968 che per molti significò rivoluzione, libertà, possibilità di utopisticamente provarci a costruire un mondo diverso. Che ne è stato di quel sogno? Cosa ci hanno lasciato in eredità i tanti che protestavano, manifestavano, autogestivano? Quando, finalmente, la storia (quella vera, quella senza schematismi ideologici) trarrà un bilancio di quella esperienza? Forse, chissà, per capire bisognerebbe cambiare punto di vista. Anziché analisi sociologiche, soffermarsi maggiormente sulla produzione culturale di quegli anni. Operazione che, domenica, ha tentato Repubblica nel suo inserto culturale grazie ad un bellissimo articolo di Edmondo Berselli e dedicato proprio alla canzone d'autore di quegli anni. Giusto spazio è stato riservato ad una canzone must di quegli anni, Contessa di Paolo Pietrangeli che i più - probabilmente, conosceranno per essere il regista del Maurizio Costanzo Show (ed oggi di Amici):







Io, per me, ho ben impresso quando il clima del '68 lasciò definitivamente spazio alla disillusione e alla cieca e vigliacca violenza armata. 14 maggio 1977, Milano, via De Amicis:







E' stato un week end molto interessante quello appena concluso.
Venerdi sera avevo voglia di starmene un poco per conto mio e sono andato in cassa di colmata ad assistere al grande e meraviglioso spettacolo del sole che, al tramonto, incendiava la laguna di Venezia. Uno spettacolo di rara bellezza che ti riempie il cuore. Sabato, invece, ho pranzato al Castello di Roncade: ho scoperto una cantina che non conoscevo con alcuni vini davvero pregevoli. Ma soprattutto ho assaggiato una specialità che mai prima avevo mangiato: le foglie di salvia impanate. Piatto semplicissimo ma con un segreto, prontamente carpito alla cuoca. Perché la doratura riesca, è fondamentale ripiegare leggermente i bordi delle foglie in modo da irrobustire la impanatura. Sono davvero squisite. A proposito: la mia amica Federica, consigliera comunale del PD, e veneziana da generazioni, sostiene che il saor "originale" prevede l'impiego di uvetta e pinoli. Io, di mio, testardo come sono continuo nella mia personalissima battaglia peggio di Don Chisciotte contro i mulini a vento!
Domenica, invece, proprio mentre l'Afghanistan tornava ad essere insaguinato, me ne sono andato a vedere Il cacciatore di aquiloni: film semplicemente meraviglioso!
Che la forza sia con voi...
P.S.: che dire? Il gladiatore, l'uomo che non chiede mai, il guerriero, è tornato. Grande Marco Matterazzi, due gambe che sono cervello, un cuore grande, ed una sana cattiveria....Grandeeee!



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giovedì 24 aprile 2008

WEEK END

Questi alcuni appuntamenti del week end:
1) Non mancate alle commemorazioni organizzate per celebrare il 63° anniversario della Liberazione; mi pare sia un bel momento per ricordare il sacrificio di quanti morirono per consentire a noi di vivere in un Paese libero. Si comincia alle 9,30 davanti alla Piazza Municipale dove, alle 10, dopo il saluto del nostro sindaco, ci sarà l'orazione ufficiale del sen. Spartaco Marangoni, Vice Presidente Regionale dell'ANPI. A seguire la deposizione della corono d'alloro al monumento ai caduti di Mira e sulla lapide che ricorda Adele Zara e al monumento ai caduti di Oriago. Alle 11,30 analoga cerimonia anche a Borbiago.
2) Domani e Sabato, in villa Widmann, patrocinata dalla nostra amministrazione, si svolgerà la Festa del vino con orario 10-18: le più importanti aziende vinicole italiane presenteranno la loro produzione.
3) Domenica alle 10, presso l'oratorio di Villa dei Leoni, premieremo i migliori artisti partecipanti alla 15^ edizione del Concorso regionale d'arte alla memoria di Beppi Spolaor. Purtroppo proprio oggi apprendo - da Marilena Berti, artista mirese di cui consiglio la visita al suo sito per conoscerne le grandi capacità tecniche e la delicatezza del suo stile - la notizia della morte, avvenuta ieri, di Marcel Chirnoaga. Nato il 17 agosto 1930, in un paese vicino a Praga, Chirnoaga è considerato il più grande artista grafico rumeno. Il maestro è stato ospite più volte a Mira e alcune delle sue opere sono esposte nei locali municipali.
Sarà week end lungo. Se qualcuno dovesse rimanersene a casa consiglio due libri in apparente contraddizione col post precedente:
1) Piergiorgio Odifreddi, Il matematico impenitente, edito da Mondadori
2) Paolo Giordano, La solitudine dei numeri primi, Mondadori. Si tratta del primo romanzo di questo giovanissimo (è del 1982) fisico teorico che attualmente gode di una borsa di dottorato presso l'Università. E' un libro davvero avvincente. Potete averne qualche anticpazione cliccando qui.




Che la forza sia con voi....

mercoledì 23 aprile 2008

CAMBIANO I TEMPI

Ricordo a memoria tutti i nomi dei docenti che al Liceo mi insegnavano matematica. Non quelli di Lettere, di Filosofia, di Storia. Questi no, ma quelli di matematica uno per uno. Tra questi, una la vedo - da qualche mese - abbastanza spesso essendo la sindachessa di Fiesso, Daniela Contin. Con la matematica, fin dal primo anno di Liceo, avevo stretto un accordo molto preciso: io non ti studio, tu non rompi. A dir la verità confesso che mentre io questo accordo l'ho rigorosamente osservato, Lei no. La matematica mi annoiava e quando una cosa mi annoia solitamente non la faccio (sarà perché sono dei gemelli?). Mi annoiavano tutte le regole da imparare; mi annoiavano le formule. Ho sempre pensato che gli integrali fossero una beffa del destino giacché non c'era una formula da utilizzare per risolverli: occorreva logica e deduzione, materie queste sulle quali son sempre stato debole. E dunque invidiavo quando vi era chi mi raccontava che, nel '68, c'era il 6 politico. Oggi leggo che, a Bolzano, 2000 studenti sono scesi in piazza per chiedere... il 4 politico!. Sostengono, costoro, che i tanti 2 e 3 che evidentemente hanno racimolato lungo l'anno scolastico "son troppo difficili da recuperare". E' vero: per recuperare un 2 devi necessariamente prendere due otto e salire a quota 6. Per carità: potresti anche beccare un otto , un sette e sperare in un qualche arrotondamento alla cifra superiore (tié, almeno la media aritmetica....). E il Presidente della Provincia Autonoma di Bolzano, Luis Durwalder, ha deciso di sostenerli in questa richiesta. Di istinto sono d'accordo con Dario Vergassola il quale dice: "Mi sembra che questi studenti si sottostimino: se proprio devi chiedere, chiedi il 6 no? Ragazzi, imparate dalla politica: se con l'1% Lombardo, in Sicilia, chiede un ministro, chi ha 2 in matematica almeno la sufficienza la deve pretendere". Però in realtà ha ragione Giorgio De Rienzo: "Se secondo un'aritmetica didatticamente intelligente, un tre può essere cancellato da una serie progressiva di quasi sufficienze e sufficienze piene, quel tre diventa una spinta alla maturazione".

Che la forza sia con voi....

SULL'ARTE (e la storia)

Ieri pomeriggio ho assolto al mio ruolo di (indegno) giurato nella 15^ edizione del Concorso Regionale di arte intitolato a Beppi Spolaor. 104 sono le opere esposte nell'oratorio di Villa dei Leoni suddivise tra pittoriche, grafiche, acquerelli e sculture. Sento il bisogno di ringraziare i colleghi giurati. Infatti mentre io, davanti ad ogni opera, formulavo un giudizio prettamente emotivo (mi piace? quali emozioni mi trasmette?), a loro bastava spesso un colpo d'occhio per comprendere i pregi e i difetti tecnico - artistici di ogni opera. Così alcune sono state "scartate" perché i colori non erano ben definiti. Altre perché non erano ben stesi. Altre ancora perché non mantenevano le giuste proporzioni fra i diversi elementi rappresentati. Oggi li voglio ringraziare perché ieri mi hanno permesso di comprendere che l'arte (di qualunque genere essa sia) non è solo emozione ma tecnica, capacità, modularità di toni e sfumature. Non mancate domenica alla cerimonia di premiazione, saranno con noi anche due artisti che erano molto amici di Spolaor.
Sempre nel pomeriggio è stato presentato il 6° numero di Rive, quaderno di uomini, arte, natura edito da Mira Innovazione con il sistema bibliotecario comunale e curato da un team composto da Paolo Berati, Luciano Bertolucci e Giuseppe Conton. Ogni nuovo numero di Rive mi da grande gioia non solo perché un tempo collaboravo anche io con loro ma soprattutto perché ci regala sempre nuove curiosità, nuove pagine di storia, nuove immagini di questo nostro territorio. Fra gli articoli di questo numero vi segnalo un saggio dedicato ai ponti mobili sul Naviglio e un bell'intervento di Roberto Marcato dedicato al gioco delle bocce.
Che la forza sia con voi

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martedì 22 aprile 2008

SARDE IN SAOR

Amo moltissimo il pesce. Amo mangiarlo ma anche cucinarlo benché abbia un fratello che, in cucina, è molto più bravo di me. L'altra sera ho mangiato uno dei miei piatti preferiti, le sarde (a me piace chiamarle sardee perché il vero saor prevede l'impiego delle sardine piccole non grandi) in saor. Adoro questo piatto semplice, povero (benché in un noto ristorante di Venezia l'ho trovato "quotato" a 28 euro!). Gli amanti delle sarde in saor si dividono in due fazioni, l'una all'altra opposta e ciascuna delle due disposta a far rivoluzione per affermare il proprio dogma. Che ruota attorno ad una precisa domanda: le vere sarde in saor devono avere o meno pinoli e uvetta? Io, per me, sono convinto che no, le vere sarde in saor contemplano il rigoroso utilizzo di cipolla (in proporzione di 2 a 1; vale a dire il doppio di cipolla rispetto alla quantità di sardine) e aceto. Punto e basta. Perché è piatto della tradizione. E' piatto da pescatori e non mi ci vedo i pescatori di San Nicolò dei Mendicoli andar per calli in cerca di uvetta e pinoli. Ho più volte discusso (per un piatto di sarde in saor si possono accendere liti furibonde) con un mio amico, chef in molti e importanti ristoranti, il quale è fieramente schierato pro uvetta/pinoli sostenendo che l'uvetta servirebbe a "bloccar in gola l'odor della cipolla". Ma non riesce mai a convincermi benché, c'est vrai, a me piacciono anche queste. Su una cosa non transigo: guai (guai!!!) a sostituire l'aceto col vino bianco come taluni chef ipotizzano. E mangiarle rigorosamente almeno 24 ore dopo (ma c'è chi dice almeno 5 giorni) averle preparate. Una lezione alternativa afferma che l'uso di uvetta e pinoli era previsto solo in inverno per aumentare l'apporto calorico di questo piatto. Ma a me questa interpretazione non convince.
Ieri sera, a cena, ho assaggiato un vino di cui non avevo mai sentito parlare (per mia ignoranza): il Franconia. Si tratta di un vitigno friulano non autoctono (viene dalla vicina Austria) che produce un vino d.o.c. robusto, corposo, con un retrogusto vagamente amarognolo. Perfetto con la carne ed i formaggi specie se accompagnati da qualche mostarda dolce in modo da esaltarne le caratteristiche.
Badate bene: noi siamo gente di campagna ma non siamo "veneziani di periferia". Tutt'altro. La recentissima campagna di scavo archeologico che l'Università Cà Foscari di Venezia ha condotto, con l'appoggio dell'Assessorato alla Cultura, nei pressi dell'Abbazia Benedettina di Sant'Ilario ci ha disvelato come la storia della Serenissima Repubblica abbia un nucleo di straordinaria importanza proprio nella piana tra Malcontenta e Dogaletto. Quando i nobili veneziani volean migrar d'aria come scrive il Goldoni (che da dignità di letteratura proprio alle sarde in saor nella sua Le done de casa soa) se ne venivano proprio qui, nella nostra straordinaria Riviera del Brenta. E però, nei secoli, spesso per noi, gente di campagna, Venezia è stata più matrigna che madre. Con il suo seguito, in questo rapporto, di tentativi "rivoluzionari" finiti nel nulla. Su questo tema, da tempo, sta lavorando il professor Giuseppe Fort, mirese d'adozione, già insegnante (di Liceo e di Università), giornalista, saggista che proprio in questi giorni dà alla stampa il suo Storia veneziana del '300 - Utopie edito da Helvetia Editrice con la prefazione di Gianfranco Bettin. E' la storia di una rivoluzione, di una specie di "colpo di stato" che - nella notte del 15 giugno 1310 - fu tentata da Baiamonte Tiepolo e Marco Querini. E' un libro davvero interessante, avvincente che vi consiglio caldamente di leggere.

Che la forza sia con voi!


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lunedì 21 aprile 2008

BENTORNATA



1) Una nuova speranza per l'America Latina viene dal Paraguay dove, l'ex vescovo Fernando Lugo, è il nuovo Presidente. Ha lavorato per 15 anni in mezzo ai poveri e certo, a me pare, incarni quell'ideale di Teologia della Liberazione che è nata proprio in America Latina. Ovviamente il Vaticano l'ha immediatamente sospeso a divinis.






2) Ieri si doveva fare l'ultima ciaspoeada che, come sempre avviene, avrebbe dovuto essere la più lunga, difficile ed insidiosa. La meta erano le Tre Cime di Lavaredo ma previsioni del tempo non particolarmente incoraggianti (alta probababilità di neve sopra i 1500 mt) ci hanno indotto a rimanercene a casa. Va beh, pazienza. Oramai la Primavera è arrivata (anche se non si direbbe vedendo il cielo di stamane)...l'ho saputo ieri sera quando, di ritorno da un periodo di lunghe vacanze, è tornata a farsi vedere, nel giardino di casa mia, la famiglia De Rebus. No, tranquilli: non si tratta di vicini particolarmente danarosi o molesti. Tutt'altro: ho chiamato in questo modo un'allegra "famigliola" di 4 pipistrelli (anche se ho la sensazione che siano cresciuti di numero ma non ho voluto apporofondire per non invadere la loro intimità) che, dalla primavera, sul far della sera volteggia attorno all'angolo di campagna in cui vivo. Voli radenti, ad alta velocità, in cerca di insetti che mangiano in grande quantità e spiegano perché a casa mia, in estate, di zanzare ce ne siano davvero poche. Per contro ho la sensazione che, invece, stia drammaticamente diminuendo il numero di rondini, animali eleganti, belli, leggiadri ma anche molto delicati. Chissà se è solo una mia impressione, ma tant'è. Ho "avvistato" anche il consueto gruppo di lucciole (gli insetti intendo) ma, anche in questo caso, mi paiono molto meno dell'anno scorso e mi vien in mente ciò che Pasolini scrisse in un suo Scritto corsaro.


3) Davvero riuscita la 1^ Festa di primavera, organizzata sabato dai ragazzi del Centro Dedalo, dall'associazione Miraggio e dall'Amministrazione Comunale. Ho apprezzato moltissimo la qualità delle band musicali che si sono alternate sul palco. Tutte giovanissime ma coinvolte in progetti musicali di qualità e legati a generi che mai avrei creduto fossero "sulle corde" dei giovanissimi di oggi: lo ska, l'epic persino alcuni cenni di progressive. Li ho osservati a lungo questi ragazzi. Bravi, competenti, con la giusta voglia di far casino. E però tutti uguali: nei modi, nell'abbigliamento. E' come se indossassero una divisa che ne sancisse l'appartenenza ad un gruppo. Una volta l'appartenenza ti veniva dalla ideologia (la militanza in un partito, specie il PCI) o dalla fede (l'appartenenza ad una associazione cattolica come la "mia" ACG). Oggi ti viene dal gruppo e per esserne parte integrante devi indossare una "divisa". Ho la sensazione, però, che non siano molto diversi da quel che eravamo noi alla loro età...Anzi: forse sono anche più bravi di noi. Basta non tradirli con false promesse e/o illusioni e c'é da essere ottimisti sul futuro di questo nostro Paese.

4) Ieri ho pranzato con un direttore d'orchestra piemontese e la sua giovane moglie francese. Da questa ragazza ho saputo due cose:

a) In Francia stanno letteralmente impazzendo per la nuova FIAT 500

b) Non ne possono più di sentir parlare di Carla Bruni in Sarkozy, anzi in Sarko giacché così chiamano il loro presidente...

Che la forza sia con voi...


P.S.: siamo a +6 anche se da buoni sportivi dobbiamo far gli auguri a Capitan Totti...ma avete visto quella mezza rovesciata di destro del Balotelli? Grandeeee......

venerdì 18 aprile 2008

FLASHBACK

Capita, a volte, che un profumo, uno sguardo, un luogo, una frase, ci richiamino alla mente un ricordo, un' emozione, un'avventura vissuta magari molto tempo fa. Per uno di quesi strani collegamenti che spesso succedono quando si cercano informazioni in Internet, mi sono imbattuto in un testo, Arlequin poli par l'amour (in italiano: Arlecchino educato dall'amore), del celeberrimo commediografo francese Marivaux. E ad un tratto mi sono ricordato che quello, tradotto in Italiano, era anche il titolo di una canzone di Alberto Camerini, ecclettico cantautore che ebbe grande fortuna negli anni '80 e che, giusto quest'anno, compie 40 anni di carriera. Di questo artista voglio invitarvi ad ascoltare Serenella....




Due mi paiono gli appuntamenti significativi di questo week end:

1) Domani, sabato, dalle 18 in Piazza San Niccolò, i ragazzi del CENTRO DEDALO in collaborazione con l'associazione MIRAgGIO e l'Amministrazione Comunale, organizzano la prima FESTA DI UN GIORNO DI PRIMAVERA;

2) Domenica, invece, alle ore 10, presso l'ex oratorio di Villa dei Leoni si inaugura la 15^ edizione del concorso regionale d'arte dedicato alla memoria di Beppi Spolaor, importante artista mirese, autore - fra l'altro - del soffitto della Chiesa di Oriago, Santa Maria Maddalena.

P.S. Venerdi sera - accompagnati dai rappresnetanti dell'ANCI - ci sono venuti a trovare: Alberto Paulino Mornacco, sindaco di Urdinarrain in Argentina e Bosko Nicic, sindaco di Zajecar, in Serbia. Parlando (con l'aiuto dei loro interpreti), a tavola, con loro mi sono reso conto che, seppure distanti migliaia di chilometri, ciascuno "soffriva" degli stessi problemi: scarse risorse, esigui trasferimenti da parte dei rispettivi Stati, eccessiva burocrazia...Insomma, è proprio vero quel che dicevano i nostri nonni tuto el mondo xe paese.

Che la forza sia con voi

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mercoledì 16 aprile 2008

I LOVE JULIA

1) Non so se ci avete fatto caso. Ma dai giornali, e oramai da un buon decennio, è sparita quel che una volta si chiamava "la terza pagina": cioè il foglio che i quotidiani dedicavano a tutto ciò che era cultura. Alcuni dei più grandi intellettuali del nostro Paese (mi vengono sparsi in mente fra gli altri i nomi di Montale, Pasolini, Gadda, D'Annunzio) si sono affermati anche attraverso queste collaborazioni giornalistiche. Oggi, invece, tutti dedicano alla Cultura l'inserto centrale che, nel caso del Corriere della Sera, continua a chiamarsi comunque "Terza Pagina". Ebbene: proprio la pagina di apertura dell'inserto culturale del quotidiano di via Solferino, ospita l' affettuoso ricordo che Pier Vincenzo Mengaldo dedica a Dante Isella, illustrissimo filologo scomparso il 3 dicembre dell'anno scorso. Mengaldo (che - lo ricordo sommessamente - fu mio maestro durante gli anni universitari, insegnandomi Storia della Lingua Italiana) succede ad Isella alla presidenza della Fondazione Pietro Bembo. Nel ritratto che Mengaldo ne fa, ritrovo anche un altro docente patavino che, per noi studenti, era una sorta di mito (benché io lo abbia "frequentato di sguincio" avendo egli già chiuso la propria esperienza universitaria quand'io iniziai gli studi accademici): Gianfranco Folena (coautore di un incredibile, straordinario e fortunatissimo Dizionario etimologico) padre dell'onorevole Pietro. Ne parlo perché mi è piaciuto molto l'incipit dell'articolo di Mengaldo: "Dante Isella - scrive - era un uomo, se posso esprimermi così, evidente, anzi come direbbero i francesi imposant. Però era anche una persona segreta: senza nascondersi o sottrarsi, ma segreto. E tuttavia, quasi paraddosalmente, era un uomo dell'amicizia".





2) Confesso che ho un debole per....Julia Kendall, criminologa, docente universitaria e collaboratrice della polizia di Garden City. Aspetto sempre con grande curiosità, all'inizio di ogni mese, la pubblicazione del nuovo numero della serie ideata da Sergio Bonelli, il papà di Dylan Dog. Leggo che sull' investigatore dell'incubo che assomiglia a Rupert Everett (mentre Julia rassomiglia ad Audrey Hepburn) si farà un film. Bonelli, la prego, la supplico, la scongiuro: non trasformi la mia, nostra, eroina in un film. Ce la lasci così come l'ha pensata: elegante, seria, intelligente e soprattutto...in bianco e nero, ok?


3) Qui sotto ( e sperando di aver seguito scrupolosamente le indicazioni ricevute dal massimo esperto in informatica al mondo - mio fratello), una mia intervista radiofonica (rilasciata a Radio Base) su RAIXE IN SCARSEA, la 1^ rassegna - concorso di Teatro Amatoriale in lingua veneta che sta riscuotendo un grande successo. Il 27, 28 e 29 maggio, in Teatro (dalle 21), le tre compagnie finaliste presenteranno i loro allestimenti dedicati al teatro in lingua veneta dal 1870 ad oggi.


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E ADESSO?



Impietosa l'analisi del voto fatta stamane dal prof. Feltrin su La Nuova. Impietosa, brutale ma assolutamente vera. La sintesi è semplice: considerati i flussi di voto, il PD necessariamente deve cercare una altra stampella cui appoggiarsi per incrementare il proprio consenso. Afferma Feltrin: "Devono (i dirigenti del PD ndr) creare qualcosa di diverso, che aspiri a mobilitare elettori diversi (...) . Questa idea del tutto illuministica di fare un unico partito, in un paese fatto da individualisti, dove anche per prendere un caffè abbiamo 27 varianti!". Ma la vera questione, adesso, è: quali indicazioni trarre dall'esito elettorale di domenica e lunedi? Innanzitutto prendere atto che, in realtà, il centrosinistra (come sottolineava a Ballarò il direttore Paolo Mieli) è dal 1996 che perde le elezioni politiche. Le ha perse anche nel 2006 dove vincemmo alla Camera per 24.000 voti ma perdemmo al Senato per quasi 180.000. E che da allora ad oggi non siamo riusciti a invertire la rotta. Perché? Provo a dare qualche risposta ma vorrei sentire anche il vostro parere. Perché in tutti questi anni la "questione settentrionale" è rimasta sospesa, illustre sconosciuta per una politica per la quale l'assistenzialismo, lo statalismo esasperato diventava mezzo per aumentare il proprio clientelismo. Non è bastevole candidare Massimo Calearo perché, automaticamente, il cosiddetto "popolo delle Partite Iva" voti PD! Quello dato alla Lega è voto trasversale. Ma questo era accaduto anche in passato e noi non lo avevamo capito. L'operaio del Nord, specie quello che lavora nelle piccole e medie aziende, non vede nel proprio padrone un "nemico". Anzi. Andate a rileggervi Gianantonio Stella e il suo Schei. Dal boom alla rivolta. Il mitico Nord-est (1996, Baldini Castoldi). Di cosa è fatto questo Nord? Di tanti ex operai che, a loro volta, sono diventati imprenditori. Creando un modello che oggi viene seguito dai loro operai che, a loro volta, faranno le stesse scelte. Quello dato alla Lega è voto di proposta. Di che tipo? Facile rispondere: "gli elettori chiedono parole chiare su temi quali la sicurezza" ci hanno spiegato gli intelettual-chic del centrosinistra. Bravi, 10 piu!!! Già ma che significa? Significa una cosa semplice: o il centrosinistra fa una rivoluzione copernicana del proprio pensiero politico o ha ragione quel nostro militante che oggi dichiarava al Corriere del Veneto: "la prossima volta i nostri elettori continueranno ad andare a pescare seppioline anziché votare". Occorre comprendere che questo nostro Paese è spaventato, ha paura. Ed è disorientato. Da cosa? Da un sistema giudiziario che rimette in libertà un ubriaco il giorno dopo aver ammazzato una bimba di 6 anni. Dalla incertezza della pena. E di questo non abbiamo discusso perché temavamo di essere giudicati giustizialisti. Da frontiere colabrodo da dove entra chiunque. E quando questo "chiunque" commette un reato rimane impunito. E di questo non abbiamo parlato perché temavamo di essere considerati razzisti o fascisti. Dal fatto che il prezzo della benzina cambia se superi un confine regionale. E di questo non abbiamo parlato perché temavamo di essere accusati di secessionismo. Da una crisi economica pesantissima e causata da ignobili speculazioni di banchieri senza scrupoli. Dai 48 (o forse più) uffici che devi "visitare" per aprire una azienda. Da una pressione fiscale che si porta via più della metà del tuo stipendio. E di tutto questo non abbiamo parlato perché temavamo di essere accusati di complicità con Confindustria. Da una legge Finanziaria che scarica sui comuni la responsabilità del debito pubblico dimenticando che gran parte delle fortune elettorali del centrosinistra dipendono proprio dalle azioni amministrative di sindaci e assessori. E di tutto questo non abbiamo mai parlato perché discutiamo di federalismo ma manco sappiamo cos'è e abbiamo paura di essere accusati di voler abbandonare il Meridione a se stesso (ed intanto in Sicilia becchiamo 20 punti dalla destra). Cazzate. Solo cazzate. Struzzi che preferiscono nascondere la testa sotto la sabbia. 6 anni, stando ad una inchiesta del Sole 24 ore, servono ad una Amministrazione per passare dalla ideazione di una opera pubblica alla sua realizzazione. 6 anni! A che diavolo è servito cominciare il tuor elettorale del PD dal Veneto? A nulla. Davvero vogliamo capire la questione settentrionale? E allora Veltroni e i massimi dirigenti del PD vengano in Veneto. Ma ci rimangano: settimane, mesi se serve. E parlino. Non al sindaco di una città capoluogo. No. Ai sindaci di comuni medio piccoli che le paure dei propri amministrati le conoscono. E le condividono. E che hanno chiaro in testa cosa si dovrebbe fare. Facciamo il governo - ombra (speremo che nol sia el governo dee ombre)? Bene: perché non fissare in Veneto la sua sede? E me ne frega poco che la Lega lo abbia già fatto (in Lombardia). Ma intanto lei, in Veneto, è al 26%. E noi continuiamo ad avere 20 punti in meno del centrodestra.
Non avevamo un bel programma. No. Noi avevamo un ottimo programma elettorale. Di questo ne sono assolutamente consapevole. E abbiamo fatto anche una ottima scelta nel decidere di andare da soli. Ma qualche misura non la potevamo prendere quando al governo c'eravamo noi? Quale? Ad esempio: perché non permettere alle aziende di versare l'IVA quando i propri clienti pagano effettivamente la fattura? Perché accade anche questo, sapete: che un imprenditore paga allo Stato l'IVA spesso prima che il proprio debitore saldi. E se questo debitore è insolvente l'imprenditore ci rimette pure l'IVA. Ma forse sbaglio. Forse sono solo i deliri di uno che è incazzato.
Che la forza sia con voi

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martedì 15 aprile 2008

TSUNAMI

Riflessioni scritte di getto....
Abbiamo perduto. Siamo stati sconfitti e pesantemente. A chi, come me, è profondamente legato alle istituzioni e alla democrazia, non resta che complimentarsi con i vincitori e augurare loro buon lavoro. In 48 ore le elettrici e gli elettori hanno disegnato un Paese radicalmente nuovo. Innanzitutto più ancora che bipolare, bipartitico. Hanno poi mostrato di aver compreso molto bene il "voto utile" (peccato non sia stato utile a noi per governare...) ma, soprattutto, hanno chiaramente espresso una voglia di governabilità: sciolte, come neve al sole, le profezie di pareggio, di grande coalizione. Il centrodestra è assolutamente in grado di governare per i prossimi 5 anni. E, per di più, con questa legge elettorale. Altro dato: l'Italia si sta spostando a destra. E lo fa in zone del Paese in cui, tutto sommato, ciò era abbastanza imprevedibile:il centrosinistra ha perso, di fatto, il Nord Ovest (dunque l'intera Italia settentrionale è in mano al centrodestra); ha perso il Lazio; ha perso la Puglia, la Sardegna e la Campania (l'unica che, oggettivamente, non sorprende). In questo tsunami (ed in attesa di vedere di dati delle amministrative che, però, nulla hanno a che fare col voto politico) il PD, a livello nazionale - attestandosi attorno al 33% - non ha brillato. Risultato buono, certo. Ma ben al di sotto delle aspettative: ci mancano 2 punti percentuali per superare la fatidica soglia del 35% che era dato più accettabile. E 5 punti percentuali per toccare quel 38% che io stesso pensavo potesse essere un ottimo risultato. E però in Veneto siamo sotto soltanto di 1 punto percentuale (27,24 contro 28,31) rispetto al Popolo delle Libertà: e questo è, invece, un buon punto di partenza tenuto conto del 26% della Lega Nord. Ancora: letteralmente sparite dalla scena politica italiana forze strategicamente fondamentali per la democrazia, i socialisti di Boselli (un abbraccio ad Alessio) e la Sinistra Arcobaleno (doppio abbraccio a Stefano...che la forza sia con te). E quest'ultima "scomparsa" mi preoccupa. E molto. Perché il rischio è che alcuni movimenti, che prima avevano una sorta di interlocutore istituzionale, oggi siano disorientati e perturbati. Sconfitto in maniera brutale il movimento antiabortista di Ferrara (0,3%). Buona l'affermazione dell'UDC. Vince il centrodestra, dunque. Ma soprattutto trionfa la Lega Nord. Segno che il centrosinistra non ha compreso quali fossero le reali istanze della nostra società. Una su tutte: la sicurezza che spesso il centrosinistra affronta quasi con timore per paura di essere tacciato di razzismo. Ieri sera ho parlato a lungo, mentre i dati affluivano, con una ragazza mirese di 15 anni, studentessa in un liceo veneziano. Cosa ci rimproverano i giovani? Perché è evidente che specialmente quanti si sono recati al voto per la prima volta, hanno votato Lega. Cosa ci chiedono? Di appassionarli, di emozionarli. Ci chiedono di lasciarli fare. Ci chiedono occasioni in cui progettare, discutere, incontrarsi e diventare protagonisti del loro futuro. Pretendono che noi si abbia fiducia in loro e non paura che possano fregarci i posti. Ci chiedono di essere accompagnati lungo la strada dell'impegno politico dando loro, però, libertà di espressione. Mi ha colpito questa ragazzina. E molto. Perché ha avuto una grande lucidità di pensiero e di analisi. E' vero: noi che siamo classe dirigente del PD dobbiamo imparare ad ascoltare. Da qualche parte ho sentito una massima che mi è piaciuta moltissimo: solo chi sa ascoltare, sarà ascoltato. E a Mira? Beh..qui c'è da essere davvero soddisfatti. Il PD tocca quota 41,4 al Senato e 40,6 alla Camera: in tutta la Provincia di Venezia in nessun altro comune si è raggiunto questo risultato. A cui occorre aggiungere il 5% dell'Italia dei Valori. E questi dati debbono essere letti nella consapevolezza che, qui a Mira, il PD è nato in piena campagna elettorale con tutto ciò che è accaduto. Giustamente faceva notare ieri un vecchio militante Abbiamo il 41% e dobbiamo ancora iniziare a lavorare.
E adesso? Lavorare, lavorare, lavorare.....
Che la forza sia con voi.

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lunedì 14 aprile 2008

SUPERMARIO



Premessa d'obbligo: mi sono preso un accidenti. Meglio, stando alla "diagnosi" del mio medico, mi sono beccato una "malattia da raffreddamento". Insomma: raffreddore, tosse e febbre. Dunque alcune riflessioni di questo post potrebbero risentire di questo stato (evitate battute del tipo: perché gli altri post ti sembrano scritti da una persona normale? e via dicendo).

1) Non sono uno sportivo "sfegatato". Nel senso che, ad esempio, non sono mai andato allo stadio per vedere una partita. E la sera (almeno le poche volte in cui sono a casa) confesso che tra una partita di calcio ed una puntata di LOST o di C.S.I. scelgo le seconde (anche se mi pare che l'ultima serie di LOST abbia perduto un poco della ispirazione iniziale). E però sono interista. Da sempre e comunque. Vissuto in una famiglia di interisti. E' buffo ma pensando a questa mia "militanza" nerazzurra ritrovo la convinzione che essere interisti non può che significare, politicamente, essere di centrosinistra. E mi piace ricordare che in Tribuna, accanto al presidente, siede sempre la Milly (Moratti) e non la Letizia. Boh... Quel che è certo, è che ieri sera... Cambiasso - Balotelli. Un 2-0 secco, bello come il sole che oggi, finalmente, illumina la nostra città. Si chiama Mario Balottelli. E' italiano. Ha 17 anni. E sa giocare a calcio. Eccome. E poi, come ho già scritto, ha un cognome che è l'anagramma di Altobelli. Vi pare poco?

2) La Triennale di Milano ha dedicato una mostra alle fenomenali opere artistiche di David Lynch. Lynch è il regista di Twin Peaks, straordinario noir che disvela il lato oscuro della mente umana. Ma è anche il regista di un bellissimo, ed altrettanto inquietante, film Mulholland Drive, premiato a Cannes nel 2001. Credo sia disponibile a noleggio. Se ve ne capita l'occasione, guardatelo (come si suol dire: il contenuto è adatto ad un pubblico adulto...).

2) Ok, ok...faccio finta di nulla. E però sto contando le ore che ci separano dall'inizio delle operazioni di spoglio delle schede elettorali. Sarà una lunga, lunghissima giornata. E anche se non si contano le campagne elettorali che ho vissuto, ogni volta la tensione aumenta con l'avvicinarsi dell'ora fatidica.

Che la forza sia con voi....





E se non siete facilmente impressionabili...

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venerdì 11 aprile 2008

SI VOTI E POI...SI GOVERNI!



Bene..è finita. Anche questa campagna elettorale è oramai agli sgoccioli. Venerdi sera si terranno i comizi elettorali conclusivi e poi sabato si continuerà a parlare con la gente di questo importante appuntamento. Mi pare che anche in questa campagna elettorale il PD abbia dimostrato la propria serità e autorevolezza: almeno noi non abbiamo strappato in pubblico il programma degli avversari. Demolito, questo sì, ma con la logica, con la riflessione, coi ragionamenti. Colgo molto ottimismo in giro. Per la prima volta (e pur avendo partecipato ad una decina di campagne elettorali) non mi sbilancio ma penso che, davvero, anche stavolta chi vince, vincerà per una manciata di voti. Mi preoccupa che già si legga di GRANDE COALIZIONE...io credo che chi vince (tranne in caso di perfetta parità, cosa che credo altamente improbabile) abbia il diritto - dovere di presentarsi in Parlamento, chiedere la maggioranza e, ottenutola, governare sulla base del proprio programma. Fino a quando, in Parlamento, ci sarà una maggioranza, essa è responabilmente chiamata a condurre il nostro Paese verso il futuro. Un futuro che sarà sempre incerto fino a quando non si metterà mano ad una serie di riforme oramai imprescindibili. Su tutte, è ovvio, quella elettorale dove, mi auguro, torni presto il voto di preferenza che porta l'elettore ad identificarsi con l'eletto, a chiedere conto del suo operato, a giudicarlo nel suo impegno.

Oggi è pure il momento dei ringraziamenti. Voglio ringraziare i tanti volontari che ogni domenica, coi loro gazebi, hanno incontrato elettori, simpatizzanti, semplici cittadini. Voglio ringraziare quanti si sono impegnati, ogni giorno, nelle molteplici occupazioni che chiede una campagna elettorale: dai manifesti, ai volantinaggi, alla segreteria organizzativa. Voglio ringraziare, pure, tutti i candidati: che non si sono sottratti mai ad un impegno, ad un incontro, ad un dibattito con la voglia grande di spiegare, convincere, coinvolgere che il PD ha le idee chiare su cosa SI PUO' FARE per questo nostro Paese.

Che la forza sia con voi!!!




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giovedì 10 aprile 2008

NERI POZZA

Confesso che ogni qual volta mi giunge notizia di una nuova pubblicazione della casa editrice Neri Pozza sono davvero felice. Innanzitutto perché ho spesso, per motivi di studio, sfogliato alcune sue edizioni originali e mi ha sempre colpito l'eleganza, la semplicità, la bellezza ed il rigore con cui i volumi erano pubblicati. Ricordo l'emozione nello sfogliare quelle pagine, specialmente quando si trattava di riproduzioni in anastatica di manoscritti originali. Poi perché non stiamo parlando di una casa editrice qualunque. Essa ha, infatti, una storia. E che storia. Fu fondata (inizialmente con altro nome) nel 1938 (annus horribilis per via delle leggi razziali) da Neri Pozza insieme ad alcuni suoi amici, tutti rigorosamente antifascisti. E il primo libro pubblicato fu quello di un poeta che un altro editore non poté editare poiché ebreo. Neri Pozza era un editore libero, aperto. Sempre pronto a cogliere le nuove tendenze del pensiero artistico - filosofico. Essendo, soprattutto, un intellettuale, era capace di stringere forti legami di amicizia con alcuni degli autori più importanti della letteratura non soltanto italiana: Montale, Vittorini, Carlo Emilio Gadda, Buzzati, ma anche Parise e Morandi. Il volume che mi ha fatto tornare in mente questa casa editrice è di Geraldine Brooks, si intitola I custodi del libro, (416 pagine, 18 euro) e ha forti legami con Venezia.


Il prossimo è week end elettorale (lo sapevate?).... e però vi segnalo ugualmente tre appuntamenti culturali:


1) Venerdì sera, ore 21, nell'ambito del cartellone teatrale 2007/2008 in Teatro, Stefano Massini/Teatro Metastasio in L'odore assordante del bianco.





2) Sabato sera, alle 21,00, in Teatro Villa dei Leoni, nell'ambito del laboratorio teatrale promosso dall'Università Popolare di Borbiago, con Emilia Brotto quale insegnante, andrà in scena Le voci della luna. L'ingresso è gratuito.


3) Domenica, sempre in Teatro, dalle ore 16, cerimonia di premiazione del 4° concorso Piccoli poeti della Riviera, organizzato dal Gruppo anziani di Oriago, e rivolto agli alunni degli ultimi due anni di scuola elementare. Mi pare un bel modo per avvicinare i giovanissimi al fantastico mondo della poesia.




Che la forza sia con voi......




P.S.


Si può fare? Si deve fare! Suvvia ancora qualche ora di sforzo e poi....vinceremo!!! E poi tutti in piazza a gridare GHEA GHEMO PETA'








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mercoledì 9 aprile 2008

RICORDANDO





Guardate questa foto. Fissatela dentro di voi. E' una foto importante. Molto. Intanto perché grazie a questa foto, Adrees Latif (dell'agenzia Reuters) ha vinto il premio Pulitzer, una specie di "Premio Nobel" del giornalismo (con un simpatico corollario: vengono premiati i giornali e non i giornalisti seocndo una scelta precisa del suo creatore che voleva ammonire che il cronista è sempre al servizio della notizia e non il contrario...). Poi perché l'uomo sdraiato a terra sta morendo. E quell'uomo era un giornalista, Kenji Nagai (AFP). Cioè una persona morta affinché noi potessimo, nella nostra quotidianità, conoscere il dramma di una guerra (quella civile birmana in questo caso). E' un tributo altissimo quello pagato, in tutte le guerre del mondo, dagli operatori dell'informazione. Pensate che solo in Iraq, dall'inizio della guerra, sono morti 367 giornalisti, cinque volte più di quanti morirono in tutti e 20 gli anni in cui durò la guerra del Vietnam. Ho già scritto di amare moltissimo i libri di Oriana Fallaci tranne che tutti quelli afferenti a La Rabbia e l'orgoglio che invece ho trovato, in qualche modo, "fondamentalisti" tanto quanto quelli contro cui lei si è scagliata. Fra i suoi libri, ve ne consiglio uno (nel caso in cui non l'abbiate letto) che ho già citato in altri post, Niente e così sia, Milano, Rizzoli, 1997 (1969). Potete trovarlo anche nelle biblioteche comunali della nostra città (in quella di Mira è collocato : 853.914 FAL mentre in quella di Oriago è: Oriago - 853.91 FAL ). Il libro si apre con la sorella della Fallaci che entra nella sua stanza mentre si sta preparando per partire per il Vietnam e le chiede La vita cos'è?. Tutto il libro si snoda attorno alla ricerca della risposta a questa domanda, semplice ma complicatissima come tutte le domande che fanno i bambini. La risposta le verrà data solo all'ultima pagina di questo libro. In Niente e così sia c'é una citazione che amo moltissimo:



Io sono qui per provare qualcosa in cui credo: che la guerra è inutile e
sciocca, la più bestiale prova di idiozia della razza terrestre. Io sono qui per
mostrare quanto è ipocrita il mondo, quando si esalta per un chirurgo che
sostituisce un cuore con un altro cuore, e poi accetta che migliaia di creature
giovani, col cuore a posto, vadano a morire come vacche al macello per la
bandiera




Credo che questa sia la ragione che spinge centinaia di giornalisti a raccontare la guerra. Talvolta rimanendone vittime.




Che la forza sia con voi....






Eh sì, ancora 48 ore e la campagna elettorale è finita. Poi domenica e lunedì tocca a ciascuno di noi votare secondo coscienza e scegliere con senso di responsabilità chi dovrà governare questo nostro, meraviglioso e bellissimo, paese. Io, ovviamente, la scelta l'ho fatta...







Ed ecco la bella lettera - appello del ministro Giulio Santagata:

Gentile DAVIDE,
sappiamo bene che il 13 e 14 aprile si gioca un’altra
tappa decisiva per
il futuro dell’Italia.
Un futuro che abbiamo
cominciato a costruire insieme dal 1995 con la
nascita dell’Ulivo e che oggi
ha preso la forma del Partito Democratico: un passo
decisivo verso la
realizzazione del sogno che ci ha visti uniti fin da
allora.
So che in
molti state lavorando con passione e impegno per il successo del
PD. In
questi ultimi giorni c’è da fare l’ultimo sforzo, consapevoli che
solo chi ha
sognato l’Italia che vogliamo con l’Ulivo può conoscere
l’importanza di non
consegnare alla destra il Governo dell’Italia.
C’è bisogno di ciascuno per
proseguire nel nostro progetto che anche
dopo il voto avrà bisogno delle
nostre cure e del nostro lavoro.
Adesso è il momento della battaglia e siamo
chiamati tutti a combatterla
con determinazione per convincere chi ci sta
accanto che non tutti sono uguali,
che tra un governo Veltroni e un governo
Berlusconi la differenza è
notevole, che la politica è una cosa seria, se
fatta onestamente e con passione per
il bene comune.
Grazie per tutto.
Grazie soprattutto per aver tenuta accesa in tutti questi
anni, anche nei
momenti difficili, la fiammella dell’Ulivo.
Dipende anche da ciascuno di noi.
Un’Italia nuova si può fare.
Con molta amicizia,
Giulio
Santagata

lunedì 7 aprile 2008

METE

Immagino che leggendo taluni post, si sia compreso come in me viva sempre e comunque l'idea del "viaggio". Viaggio certamente metaforico ma anche, e soprattutto, fisico. Viaggio dell'anima ma anche del corpo. E dunque come in me l'idea della "strada" sia una idea fissa. Ho letto e riletto On the road di Jack Kerouac e forse è stata la prima (e unica) volta in cui non ho rimpianto di non conoscere l'inglese. Giacché l'ho letto nella magistrale traduzione che ne ha fatto Nanda Pivano. Forse, chissà, questo tema mi appartiene perché in me, come - credo - in tutti gli uomini, vi sia ancora traccia di quell' eterno bambinone che ci spinge, ci stimola, ci riempie il corpo e la mente della sete d'avventura. Così ho anche io dei luoghi in cui prima o poi, necessariamente, dovrò andare. Fosse l'ultima cosa che farò, ma ci devo andare. Su tutti vi è Lei, la Strada (certo con la S maiuscola). Ovvero: la mitica Route 66, la strada che collega Chicago a Los Angeles. E che non è una strada ma un mito. Sì, un mito nato durante gli anni della Grande Depressione quando in migliaia abbandonavano gli stati dell'Est per raggiungere la terra dove il grano si mieteva tre volte l'anno, la California (e allora non c'erano le Baywatch che, a dir la verità, non ci sono in realtà nemmeno ora almeno a giudicare da quel che un mio amico mi ha detto...). E' una strada lunga tremila miglia, che attraversa due deserti e otto stati. Ed è una vecchia signora. E come tutte le vecchie signore è ancora affascinante ed in grado di sedurti e ti entra dentro le viscere talmente tanto che non riesci a dimenticarla più. Perché hanno cercato in tutti i modi di cancellarla. Gli hanno, persino, costruito accanto una autostrada come solo in America riescono a fare: con 8 corsie, grande, gigantesca. Ma lei continua ad esserci. Magari nascosta o cancellata per qualche chilometro. Ma se sei davvero motivato riesci a torvarla. Sempre e comunque. Perché lei è dentro di te. Per chiunque, eterno bambino con la voglia sempre e comunque di avere un cuore che batte d'emozione e d'amore, la route 66 non è una strada ma...LA STRADA.
A proposito: oramai quasi 20 anni fa mamma Rai (se non erro, in occasione delle Colombiadi) mandò in onda un bellissimo documentario dedicato alla Route 66...qualcuno ne sa qualcosa?


Che la forza sia con voi...



EL CAREGON DE DIO







Per noi che siamo montanari dentro...per noi che solo in alta quota ci sentiamo davvero liberi..per noi che ogni qualvolta il vento ci sferza il viso, pensiamo sempre sia la carezza del Signore delle nevi..per noi, il Pelmo non è ...il Pelmo ma semplicemente EL CAREGON DE DIO. Come dare torto al primo che vedendo quei due pennacchi racchiudere una piana inclinata pensò che veramente quello fosse un... trono? E proprio il Rifugio Venezia (quota 2000), alle pendici del Caregon, è stata la meta della ciaspolada di sabato. La testa di ponte del gruppo è ormai consolidata: apre Giuseppe e chiudo io. In mezzo due new entry che per la prima volta si cimentano con le ciaspole: il mio amico Gianluca e Valentina. Per loro prova superata col massimo dei voti: bravi!


















Al Rifugio Venezia si può arrivare da più parti. Io, ad esempio, sono solito giungervi partendo dal Passo Staulanza (a 40 minuti dall'inizio del sentiero, vi consiglio una piccola deviazione per vedere le orme dei dinosauri). Stavolta abbiamo deciso di partire da Zoppé di Cadore e seguire il sentiero 471, più difficile degli altri ma che regala panorami davvero incredibili.



A Zoppe siamo arrivati a metà mattinata e abbiamo subito incominciato l'ascensione. Per un lungo tratto del sentiero si camminava su neve ghiacciata, compatta e le ciaspe non servivano. Poi il manto nevoso si è fatto più farinoso e abbiamo indossato le nostre racchette. In circa 2 ore abbiamo raggiunto la nostra destinazione.
Per arrivare alla meta abbia dovuto affrontare qualche passaggio non propriamente semplicissimo. Ma guadare un torrente che scarica a valle i primi frutti del disgelo primaverile è stata una grande emozione.






Anche in occasione di questa gita, abbiamo approffittato delle miracolose della frutta liofilizzata (che è mia fedele compagna d'avventura) offerta anche ad una bella ragazza che stava compiendo il nostro stesso itinerario e che accusava qualche problema di pressione.




Lo scenario che ci si è aperto davanti agli occhi è stato semplicemente meraviglioso. Silenzio e neve ci circondavano. E su uno dei due picchi del Pelmo, aiutati coi binocoli, abbiamo perfino potuto osservare un gallo cedrone. E' raro poter avere questa possibilità. Mario Rigoni Stern sostiene che chi riesce a vedere un gallo cedrone è propizio agli dei.






Che la forza sia con voi....


P.S. Tra i tanti appuntamenti che hanno caratterizzato questo week end, voglio solo sottolineare il bellissimo, straordinario, incredibile spettacolo che Dimitri clown ci ha regalato venerdi sera. Allievo di Marcel Marceau, questo attore di 78 (sì, settantotto) anni ci ha regalato due ore di fantasia, emozione, sorrisi (molti i bimbi presenti). Pensate che solo 2 giorni prima di arrivare a Mira, si trovava ancora in Colombia per concludere la tournee in America Latina. E che nei prossimi giorni sarà, invece, in Europa dell'Est. Quando, dopo lo spettacolo, sono andato in camerino a salutarlo, mi ha emozionato moltissimo la semplicità, quasi timidezza, con cui mi ha accolto. Ed il suo sorriso aperto, cordiale, mi è entrato nel cuore.

PP.SS.: siamo ritornati a +4.....forzaaaaaaa!!!!!!!

venerdì 4 aprile 2008

CIAO GIANNI

Lo abbiamo ricordato ieri sera, giovedi, come ogni anno, da sei anni in qua, nella "sua" Chiesa. Non aveva nemmeno 30 anni quando un cancro (odio gli eufemismi...dopo lunga malattia oppure di un male incurabile significa semplicemente morire di cancro) duro, pesante, doloroso lo ha strappato via. L'ultima volta che l'ho visto era nella nostra Oriago, davanti ad una Pizzeria. Seppi dopo che quello stesso giorno aveva comunicato ai genitori la sua malattia. Ricordo anche quel giorno, eravamo a Chiapuzza, poco sopra San Vito, nella casa dell'Azione Cattolica...la mattina presto mi ero alzato per uscire all'aria aperta, e lo avevo visto seduto su una panca. Quando mi vide, mi sorrise e mi chiese di sedermi accanto a lui. Fu allora che mi spiegò la sua scelta: farsi frate francescano. E, dunque, chiamare la morte, sorella morte perché così Francesco la chiamava. Ci abbracciammo. Come ogni volta che ci incontravamo. Come ci siamo abbracciati il giorno prima della sua partenza verso l'Isola del Deserto a Venezia (e poi fu a Motta di Livenza e poi a Verona, ove studiò per farsi prete, ed infine a Barbano presso il convento di San Pancrazio) quando mi regalò due suoi acquerelli, lui che era artista vero, dotato di grande leggerezza nel tratto. E anche ieri sera, come ogni volta da 6 anni in qua, abbiamo cantato Ciao Gianni, canzone composta da un suo confratello. Ciao amico mio che ora stai guardando l'unica e sola verità.....




Questi alcuni degli appuntamenti del week end...

1) Stasera, alle ore 21, in Teatro, Dimitri clown in PORTEUR

2) Domani, alle 20,30, al Palamana di Malcontenta, l'Associazione de I Grali conclude l'edizione de Il baiocco d'oro con un recital di Katia Ricciarelli.

3) Domenica, dalle ore 9 fino a sera, 31^ edizione de LA FIERA DEI FIORI ad Oriago. Nel pomeriggio la manifestazione sarà arricchita da una regata organizzata dal G.S. Remiero Rivierasco.

4) Sempre domenica, dalle 12 alle 18, in Piazza San Niccolò, 1^ Festa della Pizza..sì, avete letto bene: festeggeremo 60 ragazzi che hanno concluso, con successo, il corso di formazione per pizzaioli e proveremo la loro abilità. Pizza gratis per tutti, non mancate.

5) Sempre domenica, con partenza e arrivo a Dolo, l'ormai consueta MARATONINA DEI DOGI.

Che la forza sia con voi....

martedì 1 aprile 2008

VITA DI...COPPIA

Vi segnalo questa interessante notizia....fatene l'uso che credete più opportuno




Mariti sfaticati a rischio denuncia
Nuova carta dei diritti in NordIrlanda
I mariti fannulloni nordirlandesi che non aiutano nei lavori domestici potranno essere portati in tribunale dalle mogli. Lo stabilisce il disegno di legge per la prima "carta dei diritti" dell'Irlanda del Nord, presentato alla commissaria per i diritti umani della regione, Monica McWilliams, che sarà sottoposto al voto dei parlamento di Westminster. Anche in casa, la carta prevede il diritto a una pausa e a un limite ragionevole di ore lavorate. In base a questa carta, quindi, ciascun partner dovrà fare la sua parte nei lavori di casa. La legge, una delle clausole dell'accordo del Venerdì Santo, equiparerà poi le casalinghe a qualsiasi altro lavoratore e concederà loro il diritto di prendersi una pausa dai lavori domestici. "Tutti i lavoratori, inclusi coloro che lavorano in casa o in un impiego informale, hanno diritto a riposarsi, svagarsi, a fare una pausa e ad un limite ragionevole delle ore di lavoro", si legge nel documento. Secondo Austen Morgan, avvocato che ha curato gli aspetti legali del testo del Venerdì Santo, la clausola contro i "partner pigroni" potrà essere utilizzata da chiunque creda che i propri diritti siano stati violati tra le mura domestiche e "apre la possibilità per i partner separati di invocare questa legge nei casi di divorzio in Irlanda del Nord".

Che la forza sia con voi.....




P.S. : vabbè che ieri era il 1 di Aprile..ma io alla notizia del ripescaggio in Champion dell'Inter ci avevo creduto...ocio, no se schersa su 'ste robe....

EXPO

E alla fine Milano gliel'ha fatta....L' Expo 2015 sarà suo e dell'intero nostro Paese. Certo: il rischio che si corre è di ritornare a vedere quello già visto in precedenti esperienze come i Mondiali di calcio o il Giubileo. Forse fa bene Gianni De Michelis che oggi, sul Corriere, ricorda come mai fallì la proposta che fosse Venezia ad ospitare l'Expo del 2000. Al solito non sono mancate le polemiche. E però la sindachessa di Milano (che a me, nonostante sia espressione del centrodestra, per via del suo cognome sta molto a cuore) ha detto, a caldo, una frase che mi ha colpito: E' stata la vittoria dell'Italia che sa fare sistema. Già: fare sistema. Mi piace questo modo di fare politica: ci si divide sui valori, sulle proposte programmatiche. Ma quando vi è un obiettivo condiviso si lavora tutti insieme. E voglio ricordare che furono Prodi ed Enrico Letta (a proposito: il 9 aprile Enrico sarà ad Oriago alle 16) a sostenere il progetto della Moratti e a "convincere" altre città italiane (Torino su tutte che, come è noto, è governata dal centrosinistra) a ritirare la propria candidatura. Mi piace anche pensare che, dopo rifiuti e mozzarelle, finalmente il nostro Paese ha dimostrato di avere ancora molto appeal sulla scena internazionale. Certo: avere l'Expo nel 2015 e, oggi, constatare che non abbiamo più una compagnia aerea di bandiera brucia. E molto.
Che la forza sia con voi...
P.S. E' da tempo che non suggerisco qualche lettura. Oggi recupero. La cifra, 69 euro, non è fra le più abbordabili (d'altra parte sono 1160 pagine) ma, credetemi, è ben spesa. Perché stiamo parlando di un'opera divertente, curiosa ma soprattutto in grado di disvelare alcuni "segreti" della lingua veneziana. E' stata infatti pubblicata da Angelo Colla e dalla Fondazione Giorgio Cini la Raccolta de' proverbi, detti, sentenze, parole e frasi veneziane, arricchita d'alcuni esempli ed istorielle che scrisse, nel 1775, Francesco Zorzi Muazzo mentre era rinchiuso nel manicomio di San Servolo per via di certi suoi appetiti non propriamente...culinari (per'altro non a caso era amico e collega di avventure di un certo Giorgio Baffo). Non si tratta soltanto del primo dizionario del veneziano (il manoscritto è conservato presso l'Archivio di Stato) ma di una summa dell'intera cultura veneziana. Che riserva moltissime sorprese.

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