lunedì 30 giugno 2008

RONDINI





Ieri mattina ho fatto un lungo giro in bici. Ho attraversato alcune zone che amo particolarmente, spingendomi sino alla gronda lagunare e alle casse di colmata. Poi sono rientrato attraverso Dogaletto, Piazza Vecchia, Mira. Lungo il giro ho incontrato un vecchio amico e abbiamo pedalato insieme concedendoci, alla fine del percorso, un aperitivo. Lungo il "viaggio" mi sono fermato ad osservare una scena che ho trovato davvero molto bella: un papà con una bimba in bici che si erano fermati lungo uno dei canali che solcano questo nostro territorio. Ed il papà cercava di spiegare alla propria figlia quello che stava vedendo: pesci, piccole rane, uccelli che volteggiavano. Nel primo pomeriggio sono poi andato a trovare uno zio, contadino come contadina era la mia famiglia. Mi aveva chiesto di sbrigare alcuni lavori. E l'ho fatto davvero volentieri. Da bambino, spesso, andavo a trovare i nonni e lo aiutavo con le mucche. In dialetto si dice goernare e bestie l'atto, quotidiano, di pulire la stalla; ed è espressione che mi piace molto ricordare anche perché lo facevo spesso. L'unica cosa che non ho mai imparato, e d'altra parte è dura apprendere, è la tecnica della mungitura manuale; ma il latte appena munto con la schiuma in superficie, quello me lo ricordo benissimo così come ricordo il nonno che, la mattina, mi portava con la sua bicicletta- io bambino - il latte. Che non era latte pastorizzato e quando lo facevi bollire si raggrumava in superficie ed era buonissimo. E poi si doveva tagliare il fieno. Ed una volta tagliato, con la forca, si doveva girarlo spesso sottosopra affinché si seccasse compiutamente e poi radunarlo in covoni. So usare abbastanza bene la falce e so, soprattutto, battere la lama: affilarla con la pietra che va costantemente bagnata d'acqua e poi appesa alla cinta in modo da non rovinarne il filo. E poi la vendemmia col mosto dolciastro che, raccolto in tini, veniva fatto fermentare. E l'uccisione del maiale preannunciata da enormi quantità d'acqua fatta scaldare per pulirne le cotenne. Ed una volta insaccati i salumi, appesi ossetti e costicine la grande festa di ringraziamento per tutte queste bontà (ma il fegato, appena rappreso, quello non gliel'ho mai fatta a mangiarlo anche se mi dicono che con la polenta sia una squisitezza). Ieri pomeriggio dunque ho tagliato l'erba, rastrellato. Sistemato l'orto con particolare attenzione alle piante del cren dalla cui radice (grattugiata e messa in abbondante aceto) si ricava una salsa straordinaria per il lesso (ma anche, provateci, per i formaggi soprattutto il gorgonzola). Ho poi iniziato a fare legna tagliando i grossi rami in piccoli tronchi. Ad un certo punto sono entrato in quella che un tempo era la stalla. Sulle travi del soffitto vi era un nido di rondini da cui spuntavano i beccucci di 4 piccoli. Sono rimasto incantato per molto tempo ad osservare la madre che depositava con amore infinito in ognuno dei 4 beccucci un po di cibo e poi ripartiva in cerca di altri insetti. E mi sono chiesto: ma oggi un bimbo, queste cose ha davvero la possibilità di vederle? Oppure gli sono negate cose che per me erano abituali come assistere alla nascita di un vitello e agli sforzi del contadino se la mucca non riusciva ad alzarsi da sola? Vedere covare le uova e poi mettere i pulcini al caldo con una luce sopra la gabbia per invogliarli a mangiare? Assistere al mutare delle stagioni osservando il cambiamento delle foglie? Regolare il proprio calendario su quello della natura? Osservare l'azione benefica della potatura che segue un rituale immutato nei secoli? Ma anche cose molto più "banali" come correre a piedi nudi sull'erba, rotolarsi, sporcarsi di terra fin sopra i capelli e ridere beati, felici e spensierati? Poi, certo, alla mamma (o al papà) il compito di lavare tutto ma cos'è questa fatica in confronto di un paio di occhioni che ridono felici fino alle lacrime?

Che la forza sia con voi..




P.S. Nulla a che vedere con la pubblicità è progresso ma qui troverete il racconto in prima persona della presentazione di Canto l'uomo d'acciaio di Fabrizio Melodia, effettuata sabato sera ad Oriago. Grazie Fabrizio, anche dell'illustre riconoscimento che hai esteso al mio blog...Appena saprò come diavolo faccio ad inserirlo qui, lo farò....

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venerdì 27 giugno 2008

SULLA CLAUSURA



Cosa c'è, apparentemente, di più inutile della clausura? Qual è l'apparente insulsataggine di uomini e donne che vivono di preghiera, sette giorni su sette, e lavoro? Che non indossano orologi ché lo scorrere del tempo lo misurano seguendo la Liturgia delle ore?E' un tema che ho già affrontato seppure di sguincio. L'altra sera, però, mentre discorrevo con l'amico Graziano davanti ad una birra, ho incontrato un vecchio amico. La conversazione è scivolata presto su una nostra amica che a 21 anni ha scelto di farsi monaca di clausura ed ora trascorre la propria esistenza al Monastero di Moggio Udinese. Lui è stato uno dei pochi a tenere sempre i contatti con lei, con la Tissi come la chiamavamo noi. Io non ce l'ho fatta. Perché ho sempre voluto ricordarla come l'avevo vista l'ultima volta: il giorno della sua professione. E' una cerimonia assolutamente suggestiva. La novizia, infatti, sale all'altare indossando una sorta di sottoveste bianca. La superiora, impugnate un paio di forbici, comincia a reciderle i capelli. Segno supremo di una vita che si vuole ridurre all'essenzialità: cosa c'é, infatti, di più importante - per una donna (per un uomo no..almeno per me) - dei propri capelli, simbolo di femminilità ed eleganza?Poi indossa l'abito monacale. Infine riceve parenti ed amici dietro ad una grata. Da quel momento la propria vita è scandita dalle preghiere e da una assoluta solitudine (persino in occasione dei funerali dei propri genitori, spesso, assiste dalla sacrestia). Ma è davvero solo/sola un monaco/monaca? Io non lo credo. Nella foto, vedete in lontananza il complesso monastico di Marango (cui io sono affezionatissimo anche se, spesso, colpevolmente assente). Anche qui, monaci e monache, fratelli e sorelle, vivono di preghiera e di lavoro. Marango è vicino a Caorle. Se ne avete l'occasione, andateci. Anche se non siete credenti. Anzi: soprattutto se non siete credenti. E se proprio non potete andarci di persona, seguitene le attività attraverso il loro sito (linkato in alto a destra). Proprio dal loro sito, ho tratto la seguente citazione
Mi sia permesso, in questo breve spazio, per una volta soltanto, di osare uno sguardo sull’assoluta gratuità, e leggerezza, di questo Dio nascosto e, spesso, sconosciuto. E vorrei farlo entrando furtivamente in un monastero di clausura. E narrare questo Dio attraverso i gesti semplici e ripetuti che ritmano la giornata di una monaca, di un monaco. Del tutto inutili. Fuori campo. Non computabili tra i gesti solenni che decidono il volto di una Chiesa e il suo coraggioso sperimentarsi nel mondo. Sottoposto da lungo tempo all’orgia delle parole e a devastanti ingorghi di ogni tipo, credo sempre più che questi luoghi di silenzio, ormai totalmente marginali e pressoché insignificanti anche per la pastorale ordinaria, siano invece da riscoprire come riserva autentica dello Spirito, esigente scuola di gratuità, fonte a cui occorre tornare in fretta, se non vogliamo che si inaridisca del tutto la nozione stessa della vita cristiana. Sì, lo Spirito è fuoco, è vento, è tuono, ma è anche “voce di sottile silenzio”.
E allora le provocatorie domande iniziali, credo, trovino assoluta risposta. Davanti al profluvio di parole, di fraintendimenti, di confusione che ci circonda, per ritrovare sè stesso l'uomo ha bisogno solo di una cosa: del silenzio.
Che la forza sia con voi...
P.S.: domani sera, alle 20,30, nell'Auditorium della Biblioteca di Oriago vi segnalo la presentazione dell'ultimo libro di Francesco Melodia, Canto l'uomo d'acciaio.
Per il resto..buon week end.

Per tutti quelli che non dicono mai nulla....o che non trovano le parole

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giovedì 26 giugno 2008

VENDETTA?

Chi mi legge conosce, immagino, alla perfezione la mia idiosincrasia nei confronti della matematica. Torno a parlarne per due motivi. Il primo banale: stamani si discorreva con un collega quando egli ha pronunciato una frase, no se poe cavar sangue dal muro (trad.: non si può spremere sangue dal muro), che era solito pronunciare un mio prof. di matematica allorquando mi interrogava. Il secondo è invece molto più (per me, non certo per il protagonista) divertente. In Inghilterra accade che una signora (a proposito...l'ACI ha sancito che le donne sono molto più prudenti degli uomini) supera di 6 miglia il limite di velocità fissato a 30 miglia/ora. L'autovelox entra in funzione e rileva l'infrazione. Costo della multa: 60 sterline. Ebbene, la signora in realtà ha una sola colpa (lasciatemelo dire) quella di aver sposato un matematico. Il quale spende 5000 sterline per dimostrare, con complicatissimi calcoli, che in realtà l'autovelox aveva sbagliato a calcolare la velocità dell'auto. Risultato? Il prode matematico giunge in giudizio, perde la causa, sborsa 20.000 sterline complessive (15.000 di spese processuali, 5000 di attrezzature informatiche) e dichiara bancarotta. Motivo della sconfitta? Secondo i periti del tribunale, il matematico aveva...sbagliato calcoli! E' proprio vero quel che dicevano i nostri nonni: se a matematica no xe un'opinion, a pena dà rason (se la matematica non è una opinione, la penna da ragione).
Che la forza sia con voi



mercoledì 25 giugno 2008

REGOLE DI VITA

Chi ha una vita "pubblica" spesso si trova in situazioni spiacevoli. Molte le pressioni, le sollecitazioni. Spesso è davvero difficile rimanere coi piedi per terra. E' difficile avere l'equilibrio necessario per dare le risposte più consone e appropriate. Specialmente per chi, come me, ha un'idea profondamente etica della politica. Ho da poco ricevuto una mail di un amico col quale, spesso, mi confido su queste difficoltà. Egli, che è un prete (ma di quelli autentici, veri e profondi) mi ha risposto citandomi un brano dell'Apocalisse (capitolo 3, versetti dal 14 al 18) che ricordavo bene ancorché durissimo nei termini e nei toni. Ve lo propongo. Non c'é un perché...A volte sono accusato perché alcuni miei post sono, come dire?, un pò troppo "intimistici". Il fatto è che io concepisco questo spazio virtuale come una specie di diario. Ma probabilmente sto sbagliando...




E all'angelo della chiesa in Laodicea scrivi: queste cose dice l'Amen, il Testimone fedele e verace, il Principio della creazione di Dio.
lo conosco le tue opere, che tu non sei né freddo né caldo. Oh, fossi tu freddo o caldo! -->
Così, perché sei tiepido e non sei né freddo né caldo, io sto per vomitarti dalla mia bocca. -->
Poiché tu dici: Io sono ricco, mi sono arricchito e non ho bisogno di nulla e non sai invece di essere disgraziato, miserabile, povero, cieco e nudo.
Ti consiglio di comperare da me dell'oro affinato col fuoco per arricchirti, e delle vesti bianche per coprirti e non far apparire così la vergogna della tua nudità, e di ungerti gli occhi con del collirio, affinché tu veda. -->
lo riprendo e castigo tutti quelli che amo; abbi dunque zelo e ravvediti. -->
Ecco, io sto alla porta e busso, se qualcuno ode la mia voce ed apre la porta, io entrerò da lui, e cenerò con lui ed egli con me. -->


Che la forza sia con voi e...SIATE FELICI

Ieri pomeriggio, rientrando dall'Alta Badia, sono passato per Chiapuzza (si chiama così...) dove c'é la "mitica" casa dell'Azione Cattolica, dove ho trascorso alcune estati....con me tanti amici (tra cui Andrea oggi impegnato in un importantissimo ruolo istituzionale) e che mi conoscono e sanno chi sono. E allora...



ACIAMPAMENT DE BASA ma anche L'ARTE DELLO SPECK



Ieri ho trascorso una giornata intera con Stephen, dinamico, giovane e preparatissimo direttore dell' ecomuseo della Civilità Ladina a San Martino, piccolo paesino in alta val Badia. Al museo ci si arriva con circa tre ore di viaggio, passando per Cortina, salendo al Passo Falzarego (merita una visita il museo all'aperto della Grande Guerra) e poi giù in direzione Val di Funes che i più ricorderanno per essere la patria natale di Reinold Messner. La Ladinia è un'enclave etnolinguistica che si estende tra Veneto e Trentino coprendo almeno 5 valli (le più importanti sono la Badia, l'Ampezzano, la Val Gardena, la Val di Funes) ove vi si parla il ladino, una lingua retoromanza assurta ad insegnamento universitario (il titolo del post è ovvio: campo base in ladino). Il museo (aperto, tutti i giorni, dalla domenica delle Palme a tutto ottobre e dal 26 dicembre fino all'ultima domenica di Quaresima tre pomeriggi la settimana) è ospitato in un castello medievale, restaurato dalla provincia autonoma di Bolzano (20 miliardi l'investimento richiesto), mentre tutto l'apparato amministrativo è ospitato in una modernissima sede a fianco del castello. L'anno scorso ha toccato quota 26,000 visitatori ed è curato da Stephene con 6 collaboratori (alcuni stagionali) all'insegna della massima flessibilità (può accadere, ad esempio, che lo stesso direttore faccia delle pulizie straordinarie o che il personale addetto alla sorveglianza segua pure il bar o la biglietteria). Il museo ospita, come attività corollarie, molte mostre. Giusto ieri si stava concludendo quella dedicata alle coppelle : lastre di pietra dove la mano dell'uomo ha inciso degli incavi di cui né gli archeologi né gli antropologi sanno spiegarsi il motivo (vi sono almeno 3 teorie al riguardo: c'é chi sostiene che fossero strumenti per antichi riti contro l'infertilità della donna; per altri erano lastre tombali e gli incavi erano fori simbolici da cui l'anima poteva uscire; per altri ancora rappresenterebbero le costellazioni) e che sono presenti in parti diverse del mondo.
A pranzo, Stephen mi ha accompagnato al passo delle Erbe, all'albergo - ristorante Utia de Borz che si torva a 2000 mt. d'altitudine. Qui ho conosciuto il titolare, Fabrizio, che mi ha intrattenuto sull'arte dello speck che lui prepara insieme al fratello in un maso poco distante. Fabrizio mi ha spiegato che il "suo" speck è arricchito solo con bacche di ginepro, affumicato per 15 giorni (solo la notte mentre il giorno viene esposto alle correnti d'aria) con paglia di larice e stagionato per 6/7 mesi. Viene conservato in cantina ove, periodicamente, si spande sul pavimento un poco di vino in modo da arricchirne il sapore. Lo speck va tagliato a mano, usando un coltello dalla lama larga e con colpi netti e precisi in modo che la parte grassa rimanga nettamente separata da quella magra: è offesa mortale il tagliarlo con l'affettatrice perché il movimento della lama scalda troppo lo speck e ne "fonde" il grasso. Fabrizio mi ha fatto assaggiare lo speck e la pancetta accompagnati da cetrioli e peperoni in agrodolce ed una salsa di cren davvero corposa. Il primo piatto consisteva in mezzelune di ricotta e spinaci; per secondo uno spezzatino di cervo con polenta. Infine un piatto di formaggi misti. Il tutto con vino trentino, corposo e robusto. Alla fine una grappa di genziana sempre uscita dalle mani amorevole di Fabrizio e della sua famiglia. Il luogo è stupendamente suggestivo: pranzi all'aperto con il Sasso di Putia che puoi toccare quasi con mano e, poco distante, il massiccio delle Odle (in foto). Al solito: andateci soprattutto se avete bambini piccoli. Non ve ne pentirete.
Al ritorno abbiamo completato la visita al museo che ha un fornitissimo bookshop ove ho acquistato una pubblicazione del museo, si tratta di un volume di Pinuccia Di Gesaro, Le streghe dolomitiche; saggio attorno ad uno degli elementi comuni a tutte le civiltà contadine e cardine di buona parte della letteratura popolare (i nostri nonni le chiamavano strie, specialmente nella zona che vira tra Chioggia e Padova).
Che la forza sia con voi.....e...STATE BUONI SE POTETE


Per tutti quelli che...hanno ragione, hanno veramente ragione

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lunedì 23 giugno 2008

CALDO ovvero SENZA PAROLE

Trovo questa canzone struggente, di alta poesia.....



Che la forza sia con voi e..BUON TUTTO

UOMINI D'ALTRI TEMPI

Certo: il mio cuore da interista gli rimprovera l'antica e consolidata militanza rossonera. E però a me Roberto Donadoni sta simpatico. Ne apprezzo la misura, il senso di responsabilità, la serietà, la compostezza. Mi pare davvero sia uomo d'altri tempi. Un galantuomo si direbbe. Ma, al solito, noi italiani non ci smentiamo mai: subito dopo aver mandato a casa la Francia (excuse - moi Carla...) eravamo dei fenomeni. Adesso che a tornare a casa siamo noi, apriti cielo: peggio che dilettanti allo sbaraglio! Certo: non abbiamo giocato bene. Ma abbiamo perso soltanto la sfida dei rigori. Quella che, due anni fa, avevamo vinto.
A proposito di uomini d'altri tempi...Chi ha frequentato, con me, la facoltà di Lettere e Filosofia a Padova doveva (al pari di altre realtà) destreggiarsi tra numerosi dipartimenti, dislocati in punti diversi della città. Così capitava che le materie classiche (latino ad esempio) le frequentavi al Liviano, un palazzaccio che tradiva le origini architettoniche fasciste e così detto per via di un Tito Livio in marmo che, semisdraiato (immagine simbolica di noi studenti? Boh..), ti accoglieva nell'androne. Il Liviano era collegato ad un altro edificio tramite un lungo, lunghissimo, sotteranneo terminato il quale ti ritrovavi nel dipartimento di Scienze Archeologiche dove, in alcune vetrinette, erano ben disposti reperti provenienti dalle campagne di scavo effettuate, tra il XVII e il XVIII, secolo da Giovanni Battista Belzoni ( qui un buon punto di partenza). Strano tipo davvero questo egittologo: alto due metri, funambolo di circo (Sansone patagonico il suo nome d'arte), fu però il primo ad entrare nella piramide di Chefren ed è considerato uno dei padri nobili dell'egittologia. Ebbene proprio a Belzoni è dedicata l'ultima fatica letteraria dell'inviato de La Stampa Marco Zatterin: Il gigante del Nilo, Il Mulino edizioni, 416 pagine, 27 euro.
Che la forza sia con voi ...



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venerdì 20 giugno 2008

AVVENTURA

Oggi pomeriggio ho ricevuto la telefonata di un amico con cui ho mosso i primi "passi" nel mondo dell'archeologia subacquea. Oggetto della conversazione, una notizia apparsa ne Il Corriere il 4 giugno scorso a firma di Lorenzo Cremonesi, straordinario inviato speciale nel Medio Oriente. Vi si racconta della scoperta, in Libano, del relitto della Corazzata Victoria, affondata nel 1893 per un errore di manovra. Di per sè la voglia di andarla a vedere è grande ma, ovviamente, al momento rimane un sogno. Ma che sogno: esistono, infatti, pochissimi relitti al mondo totalmente integri e di così grandi dimensioni (la Corazzata Victoria, infatti, è larga 103 mt e per quasi 35 la sua prua è completamente insaccata nel fondo marino). Senza contare che si tratta di una immersione per sub veramente esperti visto che si deve scendere a 100 metri di profondità. Dunque: a fronte di una sosta sul fondo di pochi minuti, occorre programmare una immersione con ore di decompressione. Il tutto, ovviamente, incide sul costo dell'immersione stessa che oscilla tra i 400 e i 600 euro. E però, si commentava, di bello in questa notizia non c'é solo il ritrovamento del relitto ma anche il fatto che, attorno ad esso, sta nascendo un turismo subacqueo grazie al suo scopritore Christian Francis. Mi piace pensare che, attraverso la subacquea, possa nascere un segno di speranza per una terra, il Libano, che cerca disperatamente di risollevarsi dalle continue guerre civili.
Che la forza sia con voi!
Questo week end se non siete spaparanzati al mare o alle prese con qualche escursione montanara, vi consiglio di passare per Gambarare dove ad attendervi troverete un nutrito programma di iniziative (sostenute dall'Amministrazione Comunale) in occasione dei festeggiamenti per il Santo Patrono.
P.S. Ho apprezzato la citazione dell'amico Fabrizio Melodia (a proposito: non mancata, il 28 giugno, alla presentazione della sua ultima fatica letteraria, Canto l'uomo d'acciaio, che abbiamo organizzato all'auditorium della Biblioteca di Oriago) e, se me lo permette, la rilancio perché ogni qual volta ho l'occasione di sentirla (se non ricordo male, dal vivo, ho visto almeno 18 concerti di Guccini) a me pare sia stata scritta per l'oggi e non per l'ieri.


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giovedì 19 giugno 2008

LA STAGIONE DEGLI...ESAMI

Mi son sempre chiesto che faccia avessero, cosa passasse per la loro testa. Di chi sto parlando? Di chi (immagino funzionari del Ministero) ogni anno deve scegliere le tracce per gli esami di maturità. Confesso: sono stato favorevolmente stupito dalla scelta di proporre l'analisi di una poesia di Eugenio Montale, autore che amo molto come dimostrano i versi che ho pubblicato in paertura di questo blog, anche se davvero non so quanti studenti lo abbiano potuto affrontare a scuola. Ma al solito: non si riesce mai fare una cosa COMPLETAMENTE bene. Perché il sorriso che Montale ricorda non è quello di una donna ma di un uomo e per la precisione del ballerino russo Boris Kniaseff. Non so se questo errore sia frutto di ignoranza, Non posso credere sia derivato dal timore che qualche studente potesse ipotizzare legami affettivi tra lui ed il premio Nobel della letteratura che, da par suo, dedicò a Dora Markus alcune delle sue più belle liriche, specialmente contenute ne Le occasioni. Comunque sia, si ricomincia. Meglio: ricominciate voi tutti maturandi giacché il sottoscritto, come dire?, ha già dato e per di più nell'oramai lontano 1987. E però ad ogni anno questo appuntamento si rinnova col suo carico di ansie, preoccupazioni, timori e speranze. Lo confesso: guardo ogni volta con curiosità l'elenco dei temi proposti per la prova scritta di Italiano. Trovandoli, ovviamente (leggere si deve! sempre e comunque) assolutamente "passabili". Confesso che, in preda ai più sordidi deliri masochistici, pure il giorno successivo do un'occhiata ai temi della prova scritta di Matematica trovandoli, al solito, incomprensibili, impossibili. Non so se oggi funziona come allora quando, su 4 prove, era bastevole pigliare una buona sufficienza su almeno una per passare. Io mi giocai il tutto per tutto decidendo di portare come materie orali italiano e storia. Ricordo che il commissario interno dovette battagliare non poco per far accettare alla commissione questa scelta. Per'altro lui era il mio docente di matematica e fisica ed immagino volesse a tutti i costi evitarsi l'irrimediabile brutta figura che gli avrei procurato portando proprio la seconda. Ricordo anche che erano gli anni in cui la commissione giudicatrice era composta da professori provenienti da altre scuole. E allora non appena erano resi noti i nomi subito si telefonava ai loro studenti per conoscerne pregi, difetti, manie. Ricordo pure che, accanto alle esercitazioni pre - esami, io ed il solito gruppetto di sfaccendati facevamo pure le esercitazioni per copiare alla perfezione. L'eame di maturità è antiquato si dice da più parti. Io non lo credo. Esso mi appare né più né meno come un rito iniziatico che segna il passaggio dalla adolescenza all'età adulta. Alcuni dei maturandi cercheranno di trovarsi un lavoro (precario), altri se ne andranno all'Università (dove scopriranno - loro malgrado - che oggi l'Università non è molto diversa dal liceo). E si sorbiranno la filippica dei docenti universitari che accuseranno i loro colleghi delle superiori di non aver insegnato nulla. Esattamente come questi avranno accusato i docenti della scuola media di non aver adeguatamente preparato gli studenti! Un infinito scaricabarile, insomma. E poi il rito della consegna dei diplomi. La cena di classe di fine anno. Le promesse di continuare a tenersi in contatto. Ed invece poi saranno nuove amicizie, nuovi interessi, nuovi amori a caratterizzare la vostra vita.

E dunque, davvero, CHE LA FORZA SIA CON VOI (o in culo alla balena se preferite)......e buon tutto.

Scelta scontata....ma anche voi avevate/avete quella del primo banco che guardava tutti meno che te????

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mercoledì 18 giugno 2008

L'E' DURA



Uomo d'altipiano così Nicolò Menniti - Ippolito definisce Mario Rigoni Stern. Sapevo che era malato, che pian piano il tramonto sarebbe sceso sulle sue spalle come accade in montagna ma la notizia della sua morte (diffusa a funerali già celebrati) mi ha scosso profondamente. Il suo Il sergente della neve fu il primo libro che lessi per scelta e non perché costretto da qualche insegnante. E Il bosco degli urogalli fu il primo che mi fece capire che scopo principe della letteratura è quello di emozionare, stupire, raccontare e - raccontando - insegnare. Rigoni era uomo di montagna e dunque umile, riservato, coraggioso, eroico come eroici son tutti gli uomini e le donne di montagna che non si lamentano mai e quando non gliela fanno più solo dicono L'è dura. Non menava vanto del fatto che i suoi libri fossero tradotti in tutto il mondo. No: lui era orgoglioso perché durante la ritirata russa non aveva perso nemmeno un uomo. Ferdinando Camon lo definisce l'ultimo scrittore classico italiano. Classico nel senso in cui lo intende Claudio Magris laddove scrive che un libro diventa classico quando condensa in una vicenda individuale una grande esperienza collettivo. Ma Rigoni era anche Veneto e questa terra oramai sta inesorabilmente perdendo le sue voci più intelligenti, più critiche e per ciò stesso più belle. Da oggi ci sentiamo tutti più poveri ed ogni qual volta salirò sul "suo" (diventato mio proprio attraverso i suoi libri) altopiano, già lo so, lo sentirò un pò più vuoto.

Addio Maestro e le sia lieve la terra....


E veniamo a noi...












Sono passate più di 24 ore dalla riunione di giunta che il Sindaco ha convocato d'urgenza, lunedi pomeriggio, per comunicarci l'avvenuto ritiro delle deleghe fino a quel momento tenute da Paolino D'Anna. Ho cercato in queste ore, certamente non facili e trascorse tra telefonate e riunioni, di elaborare qualche riflessione di cui ora tento di mettervi a parte. Io e Paolo ci siamo conosicuti quasi 15 anni fa quando lui e un suo amico fondarono una associazione (Progetto Comune) che si occupava della riqualificazione soprattutto di Oriago mentre io ero corrispondente di un quotidiano locale. Lavorando insieme a Renato Martin decisero di trasformare quella associazione in una lista civica con la quale corremmo (vi ero anche io fra i candidati) alle elezioni amministrative del 1997 ottenendo uno straordinario 10%. Al ballottaggio facemmo un accordo coraggioso con il candidato sindaco Luigi Solimini la cui vittoria segnò di fatto l'avvento, anche a Mira, del centrosinistra. Negli ultimi 2 anni di mandato, Solimini nominò (anche su mia proposta) assessore proprio Paolo. Iniziò così una avventura durata di fatto 12 anni. Fui sempre io, insieme all'amico Graziano, a proporre a Paolo di diventare vicesindaco in caso di vittoria di Michele Carpinetti. Dico queste cose per manifestare il disagio umano, vero e autentico al di là degli immancabili boatos, che ho provato nell'apprendere questa notizia. Certo: in questo anno di condivisione di un ruolo istituzionale ci sono stati attriti fra di noi, discussioni. Paolo, in modo particolare, mi rimproverava di non saper fare squadra con lui. E' indubbio però, comunque la si pensi, che Paolo ha una straordinaria capacità organizzativa, dimostrata le innumerevoli volte in cui ha partecipato a competizioni elettorali raccogliendo messe di voti. Non solo: negli anni è riuscito anche a far crescere un gruppetto di persone tra le quali ve ne sono molte che stimo davvero come Andrea.
Al di là della vicenda in particolare credo sia arrivato davvero il momento di interrogarsi su cosa significa fare politica. Certo ha ragione Massimo quando, nel suo blog, lamenta lo scadimento della qualità politica mirese (e se il dibattito politico scade, inevitabilmente ne consegue anche uno scadimento dell'azione amministrativa giacché non si tratta di piani differenti). E allora pongo alcune domande che cercano di rispecchiare il modo in cui intendo io la politica. Fare politica significa perseguimento, sempre e comunque, del bene comune? Significa infondere nella pratica politica (e amministrativa in modo particolare) uno spirito di servizio di assoluta abnegazione? Io ne sono convinto perché è proprio questo spirito di servizio che mi spinge a cercare di partecipare, ad esempio, a tutte le commisisoni consiliari; a tutte le assemblee; a tutte le riunioni (e certo a me Leopold Masoch non piace). Questa è l' abnegazione che mi spinge, sovente, ad andare a letto a notte tarda, trascurando amicizie e affetti. Politica significa anche cultura della politica intesa come discussione, anche in punta di fioretto, ma sui valori, sui contenuti? La Politica deve o meno trovare la propria dimensione alta e suprema nell'etica?. Che ne pensate?
Che la forza sia con voi....




martedì 17 giugno 2008

IN BUONA COMPAGNIA ovvero AUGURI

Oggi non si parla di politica (e ce ne sarebbe bisogno), cultura (e ce ne sarebbe bisogno), amministrazione (e ce ne sarebbe bisogno). No. Oggi cominciamo con una domanda semplice, semplice: cos'hanno in comune il sottoscritto, Ken Loach, Eddy Merckx, Venus Williams, Lee Ryan e Igor Stravinsky? Indovinato? Bravi! Siamo nati tutti lo stesso giorno, cioè oggi. Ebbene sì: oggi è il mio compleanno! Mi immalinconisco sempre un poco quando compio gli anni. Non perché penso al tempo che passa (tutt'altro) ma perché mi vien spontaneo pensare ai tanti volti, alle tante mani che mi hanno accompagnato in questi anni. Non solo quelle degli affetti più cari. ma anche degli amici con cui abbiamo condiviso pagine importanti della nostra vita e che ora se ne sono andati perché, come canta Guccini (compleanno il 14 giugno), sono ancora aperte come un tempo le osterie di fuori porta ma la gente che ci andava a bere fuori e dentro è tutta morta..qualcuno se ne è andato per età, qualcun altro perché già dottore ed insegue una maturità, si è sposato, fa carriera ed è una morte un pò peggiore. Io ora mi alzo tardi tutti i giorni, tiro sempre a far mattino, le carte poi il caffè della stazione per neutralizzare il vino, ma non ho scuse da portare, non dico più d'esser poeta, non ho utopie da realizzare: stare a letto il giorno dopo è forse l'unica mia meta... Si alza sempre lenta come un tempo l'alba magica in collina, ma non provo più quando la guardo quello che provavo prima. Ladri e profeti di futuro mi hanno portato via parecchio, il giorno è sempre un po' più oscuro, sarà forse perchè è storia, sarà forse perchè invecchio... Ma le strade sono piene di una rabbia che ogni giorno urla più forte, son caduti i fiori e hanno lasciato solo simboli di morte. Dimmi se son da lapidare se mi nascondo sempre più, ma ognuno ha la sua pietra pronta e la prima, non negare, me la tireresti tu...
E però avverto ancora forte il bisogno di emozionarmi sempre... davanti ad un bimbo che muove i suoi primi passi, di fronte ad una foglia che cade sospinta dal vento, di fronte al sole che scalda i nostri cuori....




Che la forzia sia con voi e buon tutto!

lunedì 16 giugno 2008

GERMOGLI DI TEATRO

Oggi presenteremo alla stampa Germogli di Teatro, l'ormai tradizionale programmazione teatrale estiva. Quest'anno ci saranno due importanti novità. Innanzitutto il luogo. Dopo un lungo peregrinare in giro per la nostra città, abbiamo individuato un angolo che - secondo me - è assolutamente suggestivo ancorché, purtroppo, poco valorizzato dal momento che è stato trasformato in un...parcheggio! Sto parlando dell'arena di via Naritti. Andateci, magari in bici (come ho fatto io ieri). Rimarrete stupiti dall'ammirare una cinta muraria che culmina con un antico portone che segnava l'ingresso secondario di Villa Levi Morenos! Ma non basta: non sarà solo via Naritti il luogo interessato agli eventi programmati. Perché, con uno significativo sforzo economico, interesseremo anche l'adiacente parco (bisognerebbe chiamarlo giardino ma tant'é) proprio di Villa Levi - Morenos che, dunque, restituiremo finalmente alla città. La seconda novità riguarda, invece, la programmazione: dei 4 spettacoli in programma, infatti, ben tre saranno preceduti da altrettanti spettacoli riservati ai bambini. Mi piace pensare di offrire alle famiglie miresi di trascorrere una intera serata in un Teatro all'aperto. Chi ci verrà a trovare in questa arena che, ad agosto, ospiterà anche il cinema all'aperto (i cui titoli, tutti di cassetta ad eccezione di uno che è un regalo che ho fatto al nostro sindaco, sono in via di definizione proprio in questi giorni)? Si comincia con Marina De Juli, straordinaria e prediletta allieva di Dario Fo alla quale ho chiesto di presentare Johanna Padana e la descuverta de l'America, versione al femminile dell'omonimo testo del Premio Nobel per la letteratura. Si prosegue poi con Alessandro Bergonzoni ed il suo Nel preceduto dallo spettacolo per i bimbi Una giornata nell'isola che non c'è. Il 18 luglio arriva Paolo Rossi col suo Sulla strada ancora preceduto da Il sogno di tartaruga. Infine un inatteso ritorno: Natalino Balasso che con Mi manda Baricco porta in scena un lavoro nato dalla sua presenza alla trasmissione radiofonica Caterpillar. In abbinata, lo spettacolo per i bimbi Il ciclo del Fulesta ovvero l'uomo che racconta le favole. Qui sotto la locandine col calendario completo che sarà in distribuzione da oggi. Vi aspetto tutti!

germogli.pdf

Sabato pomeriggio me ne sono andato per librerie. Ho acquistato due volumi. Del primo non dico granché: è un tomo impegnativo (671 pagine), corposo, ricchissimo di notazioni e con un apparato bibliografico davvero notevole come notevole - purtroppo - è il prezzo, 51 euro. Si intitola Gesù ebreo di Palestina ed è la più seria ricostruzione storica della figura del Nazareno. Autore è Giuseppe Barbaglio , teologo e biblista, venuto a mancare da pochissime settimane. Il secondo, invece, è un pamphlet di cui consiglio vivamente la lettura. L'autore è Savino Pezzotta, già segretario nazionale CISL. Si intitola La sfida. Una nuova stagione del cattolicesimo popolare. Certo: l'autore ha intrapreso una strada politica diversissima dalla mia e però in questo agile volumetto riprende una lezione di Giorgio La Pira e di Giuseppe Lazzati, maestri su cui la mia Azione Cattolica (e dunque io stesso) ha costruito tutta la propria pastorale politica legata all'idea di bene comune.

Che la forza sia con voi e..BUON TUTTO!



sabato 14 giugno 2008

EURORIVERS

Casalecchio sul Reno è una città che si affaccia sull'appenino emiliano, alle porte di Bologna. Il 6 dicembre 1990 un aereo militare precipitò addosso all'Istituto Tecnico Salvemini uccidendone 12 allievi. A Casalecchio, venerdi pomeriggio, ho partecipato alla prima riunione organizzativa di Eurorivers. Si tratta di un progetto potenzialmente davvero interessante che punta ad associare comuni fluviali di medio - piccole dimensioni in maniera tale da realizzare una serie di interventi congiunti in materia di qualità ambientale, sviluppo turistico, politiche culturali. Il tutto avente i fiumi come denominatore comune. L'obiettivo è quello di poter costituire una sorta di "massa critica" in grado di concorrere a tutta una serie di finanziamenti, specialmente europei, su queste materie. Venerdi erano presenti 12 dei primi 14 comuni aderenti che hanno deciso di diventare "comuni sostenitori". Comuni di Veneto (Mira, Fiesso e Quinto di Treviso), Emilia, Piemonte hanno compiuto un primo, ma significativo, passo in questa direzione. Ho trovato suggestivo che l'acqua, i fiumi siano in qualche modo il "collante" tra comuni fra loro diversissimi (fra tutti il comune più piccolo ha 79 abitanti ed un dipendente comunale; il più grande è il nostro) per storie, provenienze, appartenenze politiche. Così come mi pare significativo che ci si sia dati anche un tempo massimo (2 anni dalla formalizzazione dell'associazione) per verificare quali e quanti finanziamenti ed iniziative si siano realizzate onde decidere se proseguire l'esperienza oppure no.
Per il resto è stata settimana difficile, dura, pesante (la vicenda di Forte Poerio prima, la discarica abusiva vicino alla Benkiser poi). Che coincide col 1° anniversario della nostra nomina ad amministratori di quella che io continuo a chiamare città, non perché lo sia ma perché credo che questo sia il suo destino. Alla sera, invece, con un gruppo di colleghi ed il sindaco abbiamo deciso di ricordare il 1° anniversario di questa amministrazione. Aproffittando del compleanno di uno di noi, la giunta, sindaco compreso, è stata invitata, da un gruppo di giovani, a festeggiare in un noto locale alle porte di Mestre, il Molo 5. Abbiamo trascorso alcune ore di svago. Stamattina gli occhi tradiscono l'ora tardissima in cui siamo rientrati ma ne avevamo davvero bisogno!
Che la forza sia con voi e...BUON TUTTO!


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venerdì 13 giugno 2008

CREDIBILITA

Vi allego quel che il mio amico Matteo Renzi, giovane presidente della Provincia di Firenze, scrive (il grassetto è mio) sul suo sito a proposito di immigrazione. Al solito Matteo è persona schietta col pregio di dire sempre ciò che pensa....
La vera fregatura è che non ci considerano credibili, purtroppo. Non ci considerano in grado di esprimere un ragionamento serio su questo tema. Perché se fossimo davvero seri con noi stessi, fino in fondo, diremmo che il progetto di assoggettare l'idea stessa di immigrazione alla sfera del penale è un gigantesco errore. Una follia pura e semplice. Altro che intercettazioni o riforme o conflitto di interessi. Se fossimo seri con noi stessi, fino in fondo, dovremmo dirlo che su questo tema il governo sta prendendo la prima cantonata...Oggi questo pianeta corre grazie all'immigrazione, non nonostante l'immigrazione. Questo mondo oggi viaggia a doppia velocità perché un signore di colore può diventare Presidente degli Stati Uniti e la sua nonna di 86 anni festeggia la nomination nel villaggio nel quale è sempre vissuta. Che si trova in Kenya, non in Minnesota. E i nostri nonni facevano in Benelux o in Svizzera, negli Stati Uniti o in Germania la stessa dura vita di immigrati che stanno facendo da noi generazioni di albanesi piuttosto che di africani o asiatici. Amici, niente demagogia, per favore. Questo mondo oggi viaggia a velocità doppia perché un terzo degli ingegneri della Silicon Valley sono stranieri. La Ferrari è il simbolo vincente del "Made in Italy" grazie ai suoi ingegneri anche indiani e cinesi (vedendo il Gran Premio di domenica scorsa potremmo aggiungere che per essere vincenti bisognerebbe anche dire ai piloti inglesi di rispettare i semafori, ma questo è un altro discorso che può apprezzare solo chi ama la Formula Uno). E forse anche Firenze avrebbe bisogno di stroncare il vergognoso racket di venditori abusivi e aprirsi più a una dimensione di scambio internazionale. Se fossimo seri davvero con noi stessi non avremmo paura a dirlo: il problema non sono gli immigrati. Attaccare l'immigrazione clandestina in modo così semplicistico è folle. Quasi tutti i bravi immigrati, integrati e per bene, sono passati da un periodo di clandestinità. E soprattutto sono persone, non numeri. L'idea di perseguirli penalmente solo perché cambiano nazione non funziona. Ed è concettualmente un autogol gigantesco.Solo che, noi del centrosinistra, non lo diciamo con la dovuta fermezza (anzi: il mitico Di Pietro, l'uomo che ci insegna tre volte al giorno come fare l'opposizione, è persino d'accordo con questa geniale trovata in salsa leghista). E sapete perché?Perché non abbiamo il coraggio di terminare il ragionamento.Il problema, infatti, non è l'immigrato maghrebino se è onesto e rispetta le regole del gioco. Il problema è la giustizia italiana. Se tu commetti un reato, per me puoi essere nato a Belluno come a Novi Sad, al Cairo come a Montreal, io ti punisco. Che significa dire: ti prendo. Non ti consento di scappare perché decorrono i termini o per altre diavolerie giuridiche. Ti metto in galera, dicesi galera. Ti aiuto a rieducarti. Ma fino all'ultimo giorno stai dentro. Senza quell'indulto quotidiano di cui ha parlato qualche giorno fa il capo della polizia, Manganelli. Perché la vera fregatura è la mancanza di certezza della pena. È l'idea di una giustizia all'acqua di rose. È la possibilità di farla franca anche quando ti pigliano. C'è un'altra cosa da fare, soprattutto se voto a sinistra. Hai commesso un reato? Non ti compatisco. Non ti giustifico. Non invento scuse per trovarti un alibi sociologico. La sociologia è una fantastica scienza. Ma utilizziamola per altri scopi, please.L'atteggiamento della destra per cui tutti i clandestini vanno perseguiti penalmente ha un'altra faccia della medaglia altrettanto ideologica e fuori di testa: il buonismo superficiale di chi dice “Poverini, vanno capiti, hanno sofferto tanto”. Come se il fatto che tu hai sofferto tanto, consentisse di acquisire un diritto a far soffrire gli altri: l'avete mai sentito un ragionamento più sballato?È un errore concettuale molto grave, davvero molto grave, pensare che l'immigrazione possa essere reato. Il fatto che lo stia dicendo il Governo con il maggior consenso popolare paradossalmente è un'aggravante.Intendiamoci bene. Se fossimo seri lo diremmo con maggiore forza. Se non lo facciamo è perché siamo stati sconfitti anche perché non abbiamo saputo leggere la crisi enorme di sicurezza che ci sta attanagliando. È un dramma. Oggi una ragazza fiorentina alle nove di sera, generalmente, ha paura a prendere un autobus. Una ragazza fiorentina alle nove di sera. Vi rendete conto? Preferisce farsi accompagnare o prendere un taxi o non uscire. Lo sapete vero? Vorrà dire qualcosa, no? Non sarà solo colpa della tv...Quello della sicurezza è un tema enorme, che va affrontato senza la pelosa finta solidarietà di chi accampa scuse sociali (vergognose!) per chi compie reati. Bisogna avere il coraggio della verità e la durezza della giustizia. Se tu compi un reato, per me puoi avere tutti i problemi sociali di questo mondo. Ma il mio compito è quello di punirti e rieducarti. Non di giustificarti. Su questo le parole della sinistra, ahimè, non sono mai state chiare e squillanti, purtroppo. E ciò agevola il gioco della destra. Che parla alla pancia degli italiani, si dice. Ma anche al loro cuore. Ero a pranzo con alcuni commercianti, di sinistra l'altro giorno. Uno di loro “sono sempre andato alle manifestazioni con la bandiera del PCI e ho il fazzoletto rosso al collo da quando ero piccino” mi ha detto: “Ma che la fate finita di trovare scuse per questa gente che delinque? Non se ne può più!”.La sinistra deve cambiare passo e riscoprirsi blairiana: duri con il crimine, duri con le cause del crimine. Una giustizia che funziona, che non fa scadere i termini, che si preoccupa di assicurare la sicurezza ai cittadini è roba di sinistra, credete a me.Per creare sicurezza, inoltre, occorre investire anche sulla cittadinanza. In Sant'Ambrogio a Firenze la presenza attiva del banchino del trippaio e di un tessuto di commercianti intelligenti e sensibili ha diminuito la microcriminalità. Avete letto bene: talvolta è, paradossalmente, più utile un trippaio che non dieci pattuglie. Perché crea controllo, diffonde serenità, impone attenzione. No alla logica delle ronde, che privatizzano la polizia. Al contrario, abbiamo bisogno di pubblicizzare il controllo. Dobbiamo animare una terra, cambiare le luci, far vivere le persone anziché lasciarle ghettizzate nei dormitori. Certo: controlli alle frontiere, lotta senza quartiere ai mercanti di esseri umani che si fanno pagare per viaggi a rischio enorme sulle carrette del mare, durezza e severità (come fa la Spagna, peraltro: buoni a criticare noi, proprio loro che hanno militarizzato tutte le coste). Ma non è la badante rumena che sta in Italia qualche settimana senza permesso prima di essere assunta il nostro problema.Il Governo vuole cambiare passo (e io ho fiducia nel nuovo ministro della Giustizia)? Bene. Cambi le regole della giustizia e dia certezza che un criminale arrestato resti dentro e non se ne vada a zonzo, anziché rassicurare le camicie verdi di Varese. Il Governo governi, senza cavalcare la paura degli immigrati in quanto tali. Ci rendiamo conto che casino rischia di succedere nelle classi elementari in cui ormai il tasso di presenze straniere è molto significativo? Ci rendiamo conto che messaggio devastante potrebbe passare? Ci rendiamo conto che stiamo costruendo le condizioni per i conflitti etnici con la terza generazione? Un capolavoro di tattica e di strategia...Il Governo vuol fare capire che la musica è cambiata. Posso dirlo? Fa bene a farlo. Perché noi non siamo stati all'altezza su questo. Ma metta una musica seria. Non racconti frottole. E l'opposizione pronta a fare le barricate su questioni di serie B, lasci stare Travaglio. E si preoccupi di acquisire credibilità sulla sicurezza. Talmente tanta credibilità da spiegare serenamente alla gente che punire penalmente l'immigrazione clandestina è la risposta sbagliata a un problema reale.



Son passati già 11 anni... ma a me manca e molto:



Che la forza sia con voi...

giovedì 12 giugno 2008

CAROLINE



I due bimbi nella foto, accanto alla loro mamma di nero vestita, sono John Fitzgerald Kennedy jr. e la sorella Caroline che rendono omaggio al feretro del loro papà, il 35° presidente degli USA assassinato a Dallas il 22 novembre 1963. Leggo qualche indiscrezione circa le possibilità che, in caso di vittoria, Barak Obama scelga proprio Caroline come vicepresidente. E ne sono felice. Perché, al di là degli inevitabili errori, dell'eccessivo pragmatismo, JFK seppe regalare all'America di quegli anni un sogno. Ed un sogno intergenerazionale. Dopo il new deal roosveltiano, la new frontier kennedyana non significava soltanto andare sulla Luna. Significava credere nella possibilità di costruire un mondo diverso, migliore. Significava capire che la politica serve a prevedere il futuro, anticiparlo, realizzarlo. Certo: vi fu la baia dei porci, vi fu il Vietnam (e anche Marylin Monroe ma vuoi mettere???) ed il muro di Berlino. Ma anche l'avvio di un nuovo rapporto con l'URSS. Vi fu la capacità e l'umiltà di ammettere e riconoscere che gli USA mai sarebbero potuti diventare i "guardiani del mondo". Ed ecco che piazza una delle migliori menti che aveva a disposizione, Adlai Stevenson, alla guida della delegazione americana all'ONU. Mi piace questo ticket. Il Presidente (sperando di poterlo chiamare davvero così fra 5 mesi) nero, quarantenne e l'erede di una dinastia "reale", figlia di un padre che ha avuto una grande fortuna: avere un sogno e cercare di realizzarlo.






Che la forza sia con voi....








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martedì 10 giugno 2008

DI CHE COLORE E ' LA PELLE DI DIO ovvero PARCHE NO TEI PORTI CASA TUA?

Già...parche no te i porti casa tua? Tra le tante è questa la frase che mi rimbomba dentro da ieri sera quando, in Teatro, si è svolta l'assemblea su Forte Poerio. Sarà anche vero: Mira non è razzista, xenofoba o intollerante. Già: ma allora questo paese cos'é? Un paese impaurito? Ma perché? Non viviamo minimamente la violenza che vive chi abita in altre città; abbiamo ancora una dimensione umana nei nostri quartieri; ancora abbiamo la possibilità di ri-conoscersi come appartenenti ad una comunità. E allora? Fino a qualche tempo fa, quando mi trovavo lontano da casa e mi veniva chiesto da dove venissi rispondevo "Venezia". Ora, invece, dico "Mira, vicino a Venezia". Forse davvero la questione è legata a punti di vista. Bene ha fatto quella nostra concittadina a ricordarci che proprio Venezia "non puniva gli immigrati ma coloro che li molestavano". Bene ha fatto a ricordarci che la grandezza della Serenissima Repubblica dipendeva proprio dal melting pot, dalla mescolanza di razze, usi e tradizioni. E vorrei ricordare che vi fu un momento in cui, alla ricerca di modelli culturali cui conformare lo sviluppo urbano della città, i Dogi scelsero di rivolgersi ad Oriente, a Costantinopoli. Bene ha fatto chi ci ha ricordato che dagli immigrati dipende, anche oggi, il nostro sviluppo economico. Perché, ad esempio, senza immigrati la maggior parte delle imprese edili (anche nel nostro comune) rischierebbero di chiudere. E quegli immigrati che ci servono, di giorno, per andare avanti, vorremmo semplicemente sparissero la notte. E sono, come ha ricordato Mohammed, regolari cioé persone dotate di permesso di soggiorno, che hanno una busta paga, che versano allo Stato (lo stesso bostro Stato) tasse con cui contribuiscono a pagare le pensioni ai nostri nonni che, a loro volta, sono stati- per noi - emigranti, immigrati per i paesi in cui andavano a lavorare per sopravvivere. Perché forse noi dimentichiamo che, in fondo in fondo, questo nostro nord - est meno di un secolo fa non era poi molto diverso, in quanto a povertà, dalla Romania, dalla Moldavia, dal Marocco, dal Senegal, dallo Sry Lanka di adesso. Ma alla fine l'unico "ragionamento" era parche no te i porti casa tua (traduco anche se il veneziano è lingua universale: perché non li porti a casa tua). Cioè: è vero, il problema esiste ma perché l'albergo sociale non lo fai ad un chilometro da casa mia? Perché, forse, la paura non è quella della violenza (ma quale?)...no: la paura è che, con quell'albergo, le case vengano deprezzate ad esempio. O che, in fondo, fa comodo a tutti non sapere (anche se tutti sanno: ipocriti) che qualche nostro concittadino (magari anche fra quelli che erano nell'assemblea di ieri sera) chiede 300-400 euro/mese, in nero ovviamente, agli immigrati per un posto letto in una stanza ove dormono in 10!
Che la forza sia con voi....
E se anziché bianchi, neri, gialli fossimo tutti...blu????


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lunedì 9 giugno 2008

CONSTATAZIONE AMICHEVOLE

Molte le cose di cui parlare oggi...
1) Hilary Rodham Clinton annuncia il ritiro dalla competizione per le primarie '08 a favore di Barak Obama. Scelta inevitabile. Sono rammaricato perché mi piaceva l'idea di avere una Presidentessa USA. Ma il punto non è questo. Gli USA sono uno strano paese davvero (e detto da un italiano...): fino a pochi decenni fa era un reato bruciare la bandiera americana in pubblico, a dirsi comunista c'era da rischiare il carcere duro a vita (Silvia Baraldini docet). E poi: Vietnam, Guantanamo, etc.etc. E però è lo stesso paese in cui, concretamente, si ha (oggi) la possibilità che un nero (un afro americano, un uomo di colore.... politically correct...) diventi il Presidente e (ieri) che potesse diventarlo una donna. Una mia conoscente, americana dotata di doppio passaporto, un giorno mi spiegava che comunque vada, la vittoria presidenziale di Barak o Hilary avrà conseguenze inimmaginabili per la democrazia nel mondo. Ne sono assolutamente convinto.
2) Il Corriere di ieri lancia un allarme che mi preoccupa non poco: a quasi 100 anni dalla sua istituzione rischia di chiudere, per mancanza di fondi, la Scuola Archeologica Italiana in Grecia. Purtroppo la finanziaria 2008 (ok, ok..l'abbiam fatta noi...) ha inserito questa istituzione fra gli "enti inutili" e quindi sopprimibili. Ma è possibile? Stiamo parlando di un Istituto di fondamentale importanza che, con pochissimi mezzi, è riuscito in imprese titaniche meritandosi il rispetto del mondo intero. Ma qualcuno lo considera inutile...boh...
3) Sabato ho passato molte (ma proprio tante) ore al Pronto Soccorso...Viva le vacanze verrebbe da dire. Non sembrava il Pronto Soccorso piuttosto un reparto di...pediatria: tanti, tantissimi bambini ciascuno dei quali con la sua "bella" ferita provocata giocando. Ho detto che i bimbi non ne possono più di scuola, compiti, post scuola...lasciateli correre e sfogare. Tra tutti voglio salutare Marco: uno splendido bimbo diversamente abile con cui ho fatto amicizia. Cosa non difficile: appena mi ha visto, infatti, mi ha regalato un sorriso come mai nessuno mi aveva dato. Che la forza sia con te Marco....
4) Al rosso ci si ferma...vero Hamilton? Chissà se lui e Raikonen l'han fatta la constatazione amichevole. Anche se, a dir la verità, in un incidente a catena - almeno se non ricordo male . è l'ultimo ad aver torto e dunque, fossimo stati in Tangenziale e non in un circuito di Formula 1, la colpa sarebbe stata di Rosberg. Ma siamo in Formula 1. E ad un pilota in grado di guidare bolidi da 350 km/ora è capitato quel che può capitare ad un autista della domenica: anziché frenare, causa semaforo rosso, ha accelerato...
5) E' morto Dino Risi. Un altro pezzo di cinema che se ne va...e con lui l'indimenticabile scena della corsa ne Il sorpasso e l'incredibile prova artistica regalataci da Gassman ne Profumo di donna (e nel remake holliwodiano il ruolo di Gassman fu di Al Pacino) ...
6) E' uscito l'ultimo numero di Julia edito da Sergio Bonelli. Due le cose che mi vengono da sottolineare. La prima è un nome (non so se scelto volontariamente), Angela Davis. Perché un' Angela Davis esiste realmente: docente universitaria, comunista, afroamericana. Presso Garzanti, all'inizio degli anni '70, uscì la sua Autobiografia di una rivoluzionaria. Difficile riusciate a recuperarla (io stesso ho dovuto cercare a lungo) ma se ci doveste riuscire, acquistatelo subito. La seconda è l'ultima battuta del fumetto. Ve la regalo: BISOGNA SEMPRE GUARDARE DIETRO L'IMMAGINE..SEMPRE . L'unico neo del fumetto è che alla fine Julia si rimette con Jeffrey...accidentaccio!!!!!
Che la forza sia con voi...


sabato 7 giugno 2008

FRAINTENDIMENTI

Fare cose con le parole...è un volume difficile, di filosofia del linguaggio. E' però anche un modo di essere. Perché il verbo, il logos è espressione di un pensiero, di una sensazione, di una emozione. In queste settimane mi sono trovato alle prese con situazioni non sempre piacevoli, spesso nate dalla solitudine di chi avverte il bisogno, la sete, d'amore. Un amore che (capita) rischia di rimanere inespresso, non detto, irrealizzato. Perché, magari, alle spalle vi sono storie difficili, incomprensioni, fraintendimenti. E allora è facile travisare. E' facile che anche un blog possa diventare strumento perché alla confusione si aggiunga confusione. E' il rischio che accade quando si è persona riconoscibile, dotata di un cervello e della capacità di dire (sempre e comunque) ciò che si pensa. C'è bisogno d'amore in questo mondo. Di amori belli ancorché impossibili. Ma non di gelosie, paranoie. Perché, sapete, in questo mondo, che è straordinario e bello, non c'è nulla di più trasparente delle parole. In fondo, l'unica vera e assoluta verità, è che tra Sanco Panza e Don Chisciotte io ho sempre tifato per il primo....
Che la forza sia con voi....
E allora..per tutti quelli che ancora si chiedono (quasi fosse l'unica occupazione della loro vita) chi sono....


Ed invece per tutti quelli che vivono di pre-giudizi, di paranoie, perennemente insoddisfatti perché incapaci di leggersi dentro... perché ha ragione lui che vien da Pavana, in mezzo alla campagna, in quei meravigliosi sfondi che regala l'Appenino tosco - emiliano: E A CULO TUTTO IL RESTO....

venerdì 6 giugno 2008

BELLAMORE

Esistono gli amori folli? Quelli impossibili, contrastati, segnati dalle avversità del destino? Che poi, a pensarci bene, sono anche quelli più belli perché sofferti, pazientati, spasmodicamente attesi? Esistono, esistono...almeno a giudicare dalla bella notizia che ho letto stamani. A Marghera un uomo rimane in coma per alcuni giorni. La compagna, nel tentativo di risvegliarlo, gli promette che lo avrebbe sposato. E lui si risveglia. Domani (sabato) i due si sposeranno a Chirignago. Mi è piaciuta molto questa vicenda perché dimostra che, quando i sentimenti sono veri e autentici, niente e nessuno può ostacolarli. Le paure, le ansie, le titubanze che sono parte integrante di ciascun amour fou possono essere vinte con la pazienza, la tolleranza, l'abbandono di sè nelle mani dell'altro. Un'altra notizia ho accolto con piacere ed è l'uscita di un nuovo libro di Pier Vincenzo Mengaldo (mio docente di Storia della Lingua Italiana), La vendetta è il racconto - Testimonianeze e riflessioni sulla Shoah. Oggi, alle 17, nell'aula magna dell'Ateneo Veneto vi sarà la presentazione.
Infine, domani (sabato) dalle 10 alle 13 pressi l'ex Macello di Dolo ultima parte del convegno Cultura, Identità, Territorio.
Che la forza sia con voi



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mercoledì 4 giugno 2008

FACCIAMO SALA?




Su gentile segnalazione dell'amico Carlo Presotto (direttore artistico del Teatro di Villa dei Leoni, attore, autore, docente universitario; tra pochi giorni impegnato al Teatro Festival Italia di Napoli) cliccando sul video qui sopra, vi regalo alcuni minuti di Strada Carrara, lo spettacolo di Titino Carrara (regia di Laura Curino; entrambi tra i protagonisti della stagione teatrale 2007/2008) con cui abbiamo festeggiato la serata di premiazione di Raixe in scarsea. Amo il Teatro. Lo amo profondamente. Tanto da ricordare persino il primo spettacolo visto, Il Faust di Goethe, nel 1987, al Teatro Verdi di Padova grazie alla illuminante presenza - nella mia vita di liceale - di un docente di Letteratura Italiana di cui ho già scritto. Il Teatro è mondo a parte, luogo ove la fantasia regna sovrana; specchio della vita di ciascuno: si ride e si piange, si pigliano pugni allo stomaco che fan maledettamente male ma anche carezze lievi come brezza estiva e baci dolci come il miele. Il Teatro ha un linguaggio tutto suo ("settoriale" lo definirebbe il buon Gian Luigi Beccaria) che aggiunge fascino al fascino. A volte mi capita di arrivare nel nostro Teatro prima dell'inizio dello spettacolo. Ed ogni volta mi assale una emozione nel sentire il responsabile dire Facciamo sala (a dir la verità, proprio in occasione della serata di premiazione di Raixe in scarsea, mi son tolto la soddisfazione di pronunciarla io...). Che poi significa, sostanzialmente, far entrare in Teatro il pubblico. E allora mi ritrovo a scrutare quei volti di persone che - in quel momento - sento quasi fossero ospiti a casa mia...E mi chiedo se lo spettacolo gli piacerà, se all'uscita avranno gli occhi rossi di lacrime e le mani che brucian dagli applausi...se han provato emozione, se han voglia di stringere chiunque abbiano nel loro cuore...perché il Teatro è amore.

Ho avuto pure la fortuna di seguire, la carriera teatrale di una mia amica, Marta Paola Richeldi. Una ragazza di Martellago che, col suo diploma in ragioneria, aveva iniziato a lavorare in banca. Ricordo le lunghe lettere che ci scambiavamo e la forza con cui la spingevo a realizzare i propri sogni. Poi, come spesso accade, ci siamo persi di vista. Salvo, dopo qualche anno, ricevere una sua lettera ove mi raccontava di esser diventata allieva di Luca Ronconi e della sua scuola di Teatro. Oggi è valentissima attrice teatrale (in ispecie di teatro impegnato si sarebbe detto un tempo) e cinematografica (compare nel Casanova di Lasse Halstrom). E' da tanto tempo che ci siam persi di vista. E però ne ho seguito tutte le recensioni, gli spettacoli, le iniziative. Che la forza sia con te amica mia...


Tutto questo per dirvi che tra domani, giovedi, e venerdi vi presenterò la stagione teatrale estiva ricca di sorprese.



Che la forza sia con voi....



Ok, ok....sto esagerando ma a voi non mancano questi cartoni? A me sì....sai: è tutta invidia quando si è impotenti di fronte alla originalità e alla forza di una persona come te (mail ricevuta stamani, grazie...davvero)



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LE TRE CULATTE ovvero SCRITTURE

Dove appuntate i vostri ricordi, le vostre emozioni, i vostri pensieri? Capitano a volte strani e tortuosi percorsi mentali, associazioni di idee, direzioni impreviste nelle riflessioni che una persona compie magari mentre, in auto, se ne torna alla propria città. Un pò come è capitato a me tornando da Caorle. Riflettevo sul fatto che quelli erano i luoghi in cui Hemingway sfogava la propria passione venatoria. In realtà molte erano le passioni dello scrittore. Pochi sanno, però, che Hemingway oltre che della laguna caorlotta era assiduo frequentatore della Riviera del Brenta ed in particolare di...Oriago. Sì. Era assiduo frequentatore dei bar del paese dove apprezzava due vini locali, il corbineo e il clinton (vino, questo, su cui potrei scrivere parecchie pagine autobiografiche; vino duro chè quando sorseggi già senti il tuo fegato cominciar a rabbrividire). A me risulta che fra tutti, quello che prediligeva in maniera particolare fosse l'osteria... Le tre culatte. Si chiamava così per via delle generosi e abbondanti forme...posteriori della padrona, la signora Inda! Di tanto in tanto parlo con gli anziani del mio paese alla ricerca di dove fosse questo bar ma la loro memoria si è affievolita forse per via dell'età o della solitudine o semplicemente per quella scontrosità che cela la timidezza della nostra gente che è gente semplice ma determinata. Tornando alla domanda iniziale. Io, ad esempio, annoto i miei pensieri sulle Moleskine: quadernetti che mi piacciono per l'eleganza della rilegatura. Ne ho due: una piccola, da viaggio. Una più grande. Le Moleskine sono eredi dei taccuini di viaggio usati proprio da Hemingway ma anche da Chatwin, Van Gogh, Pablo Picasso. E mi dà emozione forte aprirle e comincar a scriverci! E voi?
P.S. Leggo che Hilary sta per rinunciare alla corsa per le presidenziali '08; mi spiace ma ora, come dire?, tutti a tifare Barak Obama....
PP.SS.: letta la notiziuola comparsa in tutti i giornali tra ieri e oggi? Berlusconi corregge: la clandestinità non sarà un reato...esattamente come detto, domenica, da ONU e Vaticano....
Che la forza sia con voi....



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martedì 3 giugno 2008

APPUNTAMENTO

Domani (mercoledi) alle ore 11, presso l'Auditorium del Centro Servizi della Provincia, in via Forte Marghera, 191, conferenza stampa di presentazione della stagione estiva. In quella sede forniremo i primi dettagli dell'importante rassegna che ospiteremo nella nostra città.
Che la forza sia con voi....

RIFLETTENDO

Rientrando da un paio di giorni di buen retiro, da dove cominciare? Magari dall'interessante convegno cui (con il collega Maurizio Barberini) ho partecipato a Vallevecchia, vicino a Caorle, dove l'amico Danilo Lunardelli, assessore provinciale al Turismo, ha presentato il progetto sulle vie navigabili della Provincia. A Vallevecchia, da due settimane, è operativo un affascinante Museo Ambientale inserito in 9 ettari di parco lagunare. Specie se avete bimbi vi consiglio di trascorrervi una giornata: sarà una esperienza indimenticabile. Oppure, perché no, da una interessante conversazione avuta con Titino Carrara, dopo la conclusione di Raixe in scarsea: anche in questo caso è stata chiacchierata lunga, bella, affascinante. Oggi, invece, vi confesso una mia difficoltà: questo Paese (sia l'Italia ma anche il nostro, Mira) lo capisco sempre meno (ma forse perché davvero non capisco nulla, me lo dicon in tanti). Il tema caldo della settimana sarà Forte Poerio. Dopo aver letto numerosi articoli, e qualche post in altri blog, provo a riassumere qual è la mia posizione. Partendo da una critica. Serena, pacata ma comunque ferma: mi fa davvero specie che alcune delle forze politiche che, oggi, protestano contro questo intervento, siano le stesse che in Consiglio Comunale hanno condotto una battaglia per ottenere l'affissione del crocifisso. Scusate: ma a me le due cose sembrano un tantino in contraddizione. Ma forse perché non capisco niente (me lo dicon in tanti d'altra parte) A ciascuno, c'est vrai, la propria coscienza. Ma in cosa consiste questo progetto? Aproffittando di un bando governativo (cui hanno partecipato anche amministrazioni governate dal centrodestra) Mira (al pari di Venezia e Mirano, quest'ultimo però dopo il cambio di amministrazione pare non più intenzionata a proseguire) ha ottenuto un finanziamento (circa 450.000 euro) per realizzare una "casa - famiglia" (o "casa alloggio" o "albergo sociale" fate voi). Una quindicina di posti letto a disposizione di cittadini stranieri, regolarmente in possesso di permesso di soggiorno, lavorativamente occupati che non riescono a trovare alloggio. Provate a scorrere, in una qualsiasi rivista, gli annunci immobiliari: cominciano a comparire, anche nella nostra civilissima città, disponibilità di appartamenti in affitto non ad extracomunitari. E ha ragione don Dino Pistolato, direttore Caritas, ad avvertire che queste persone non possono lavorare in fabbrica di giorno e sparire la notte. Ed invece, in questo strano mondo, gli immigrati ci fanno comodo magari per svolgere mansioni che noi non vogliamo più fare (non è un caso che, ogni anno, si sollevano le proteste degli imprenditori perché le quote di ingresso nel nostro Paese sono insufficienti rispetto alle richieste). Ma forse son io che non capisco nulla (me lo dicono in tanti). Si tratta dunque di 20 posti letto, a pagamento e al massimo per tre mesi: giusto per permettere a queste persone (che non sono mmigrati, extracomunitari, persone di colore ma PERSONE) di trovare una sistemazione definitiva. Non solo: ma ciò permette all'amministrazione di partire anche col progetto di risistemazione complessiva dell'area che vorremmo trasformata in un parco a disposizione di tutti, ove sia possibile trascorrere qualche ora insieme magari cucinando anche una grigliata. Apriti cielo: nascono i comitati, si annunciano i referendum. Persino forze politiche cui ho sempre riconosciuto attenzione a queste tematiche, cavalcano l'onda post 14 aprile. Persino all'interno del PD (e questo mi fa girare gli zebedei)! E dire che fra i motivi della mia militanza nel centrosinistra vi era anche l'attenzione ai più deboli, agli ultimi, ai cittadini del mondo che giungono in questo nostro Paese spinti dalla fame, dalla guerra! Certo: in questo nostro Paese dobbiamo avere la certezza del diritto e della pena. Chi delinque - chiunque esso sia - va punito. E severamente. Ma chi arriva qui, accettando le nostre regole, perché deve subire anche questa sorta di ondata xenofoba? Andate a rileggervi le parole illuminanti del nostro presidente, Giorgio Napolitano. Oppure il libro di Gianantonio Stella, L'orda Quando gli albanesi eravamo noi. Boh... Probabilmente son io che non capisco nulla...e allora mi consolo tornando picenin (ma in realtà lo sono ancora, me lo dicono in tanti)....
Che la forza sia con voi.



lunedì 2 giugno 2008

PER TE




Per te...solo per te...perché me lo hai chiesto, perché non trovo le parole, perché spero tu capisca, perché ... perché so che ci sei....
Che la forza sia con te....