martedì 30 settembre 2008

SCUSATE IL RITARDO

No. Non è piacevole. Per nulla. Essere svegliati nel cuore della notte perché la tua auto ha preso fuoco. Non è piacevole uscire e cercare disperatamente di spostarla perché temi che possa esplodere (salvo apprendere poi che il serbatoio di un auto a benzina non può esplodere con buona pace per le migliaia di film visti!). E non è piacevole uscire di casa tutte le mattine ed imbatterti in quella carcassa ancora sottoposta a sequestro giudiziario. Certo: la Magistratura sta compiendo indagini accurate. E però davvero devo pensare che si sia trattato di un incidente del tutto casuale capitato ad un'auto vecchiotta. Devo pensare questo perché, altrimenti, immaginare che qualcuno - deliberatamente - entri a casa mia e dia fuoco all'auto, significa davvero aver toccato il fondo di una politica che, necessariamente, deve abbassare i toni ma che mai può spingere a simili gesti. Mi fermo qui. Salvo ringraziare i tanti che mi hanno espresso solidarietà:a partire dai colleghi di giunta che alle 3 e mezza del sabato mattina si sono precipitati, tutti, a casa mia. Ed i rappresentanti di tutti i partiti, di maggioranza ed opposizione. Ma soprattutto i Vigili del Fuoco di Mira che mi hanno assistito per quasi due ore sabato mattina alle 3. E, ovvio, i carabinieri che, con la loro presenza, hanno rassicurato me e i miei familiari.

Quanto al resto: il Congresso boccia il "piano Bush" da 700 miliardi di dollari. Mi ha colpito molto questa notizia. E non tanto per i riflessi, negativissimi, che essa ha avuto sulle borse mondiali. Quanto piuttosto perché è davvero singolare (almeno a me sembra così) che la patria del liberalismo, di fatto, si sia convertita al...nazionalismo. Un po' come accadde al nostro Paese con le partecipazioni statali e l'IRI. Il secondo motivo è perché, in pochi, a mio avviso si son resi conto che eravamo alle prese con un'altra rivoluzione economica: un mondo non più esclusivamente basato su produzione, domanda, offerta. Ma piuttosto basato esclusivamente sullo scambio di denaro virtuale, di azioni e obbligazioni. Ed oggi questo mondo pare in una irrimediabile crisi. A me, leggendo la cronaca di questi giorni, è venuta in mente la lezione di Joseph Schumpeter.

Cliccando sul link sottostante un interessante articolo pubblicato da Il Sole 24 ore:


Ieri, a mezzogiorno, in Consiglio Comunale abbiamo vissuto un momento emozionante: l'ufficializzazione del gemellaggio tra Mira e Beit Sahour, comune palestinese di 15.000 abitanti. Mi ha colpito molto l'intervento di don Nandino Capovilla, già cappellano a Mira per alcuni anni e ora delegato di Pax Christi. Autore di numerosi libri sulla questione palestinese, vi consiglio il suo Bocche scucite.

Che la forza sia con voi!



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mercoledì 24 settembre 2008

METTI UN VENERDI A MIRA PORTE



Cliccando su questo file MagicalMistery%5B2%5D.pdf potrete vedere la locandina dell'evento che abbiamo organizzato, insieme agli amici del comitato Vecchie chiuse di Mira Porte, per venerdi 26 settembre. Evento importante perché, grazie alla Magical Mistery Orchestra, per due ore viaggeremo nel magico e immaginifico mondo dei Beatles. Non solo: grazie alla disponibilità di alcune cooperative di pesca, dalle 19 - sempre in Piazza - avremo la possibilità di gustare degli assaggi di frittura di pesce preceduti da una spaghettata, messaci a disposizione da Franco Mason.
Diciamocela tutta: pur nella consapevolezza delle polemiche e dei tanti ritardi patiti (dovuti anche ad errori, taluni dei quali facilmente prevedibili ma tant'é), secondo me quella piazza non solo è davvero molto bella ma è anche, probabilmente, l'unica vera piazza di Mira. A me piace pensarla come conclusione di un ideale percorso che, lungo il Brenta, partendo dalla Villa dei Leoni (presto avremo il programma della inaugurazione e sarà una gran bella sopresa!) ci restituisca un immaginario collettivo della nostra città (mi spiace: so che alcuni non sono d'accordo ma io continuo a chiamarla così) come di una città di fiume, villa e laguna.
Ciò che conta è che, attorno a questo evento, sta nascendo grande attesa e partecipazione: gli stessi operatori economici, ad esempio, sono stati invitati a tenere aperti i negozi lungo tutta la serata e abbiamo anche provveduto ad estendere l'invito a presenziare ai tanti turisti che ancora sono ospitati nelle strutture alberghiere della zona.
Che dire ancora? Partecipate in massa. Ci divertiremo!

Che la forza sia con voi....

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martedì 23 settembre 2008

MATRIX

Oggi non parlerò di Alitalia, di crisi economica. Non lo faccio non per paura di incrementare il pessimismo crescente. Non lo faccio perché davvero non so cosa pensare se non che ci troviamo di fronte ad una svolta epocale: il mondo, dopo questa crisi, non sarà più lo stesso ho letto. Poi ringrazi l'amore per i libri che ti fa ricordare di un pamphlet, pubblicato da Einaudi nel 2000, da Karl Polanyi, uno storico dell'economia di ispirazione marxista ed intitolato La grande trasformazione in cui si spiega perché la cosiddetta società di mercato non sia affatto naturale ma anzi del tutto "singolare" e dunque necessariamente condannata alla crisi. Dunque oggi si parla di calcio..anzi: si parla di un calciatore. Di più: del calciatore per eccellenza, cattivo quanto basta, determinato, innamorato della maglia che indossa e che difende, Marco Matrix Matterazzi. Ne parlo perché, ogni domenica, le tifoserie rivali lo rendono oggetto dei loro insulti che feriscono ancor più sapendo che, gran parte di essi, sono rivolti alla madre di Marco, morta da diversi anni. Ecco perché condivido totalmente ciò che Roberto De Ponti scrive, oggi, su Il Corriere:
Perché nel campionato italiano, dove si interrompono anche i balletti per un gol, esiste un giocatore al di guori delle regole: si chiama Marco Matterazzi, fa il difensore centrale dell ?inter, a voler guardare è pure campione del mondo. Chissà perché, contro di lui è permesso qualsiasi insulto. (...) contro i cori da stadio, Matterazzi, è l'unico indifeso. Anche domenica, all'Olimpico di Torino, Matrix ha dovuto sopportare una curva che l'ha chiamato, poco affettuosamente, figlio di puttanta per buona parte della partita. E anche se Matterazzi fosse brutto, sporco e cattivo, perché l'insulto sistematico che lo accompagna in tutti gli stadi d'Italia deve essere meno grave di un buuu razzista?
Che la forza sia con voi....


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lunedì 22 settembre 2008



Questo week end, è stato un bel week end. Bello perché ho incontrato (direttamente o attraverso i quotidiani) belle persone. Come Alessio Fasano (nella foto), 52 anni, da Salerno. Attualmente lavora, come ricercatore, all'Università del Maryland ed è assurto agli onori della cronaca perché, fra qualche mese, inizierà una sperimentazione sull'uomo per verificare la validità di una pillola, da lui ideata, che combatte la celiachia. La celiachia è una malattia autoimmune che impedisce l'assunzione di cibi contenenti il glutine. In Italia si calcola che 1 persona ogni 100 è affetta da questa malattia e che ben 500.000 nostri connazionali ne soffrano pur non essendone consapevoli. Il dottor Fasano è un cervello in fuga, in fuga da un Paese - il nostro - "che si regge sul sistema dei figli di papà" come lui stesso ha affermato in una bella intervista rilasciata a Margherita De Bac. Per mantenersi (e mantenere i suoi figli, lui che allora era un ragazzo - padre) negli USA ha fatto anche 4 lavori contemporaneamente. Gran bella persona il prof. Fasano: "Macché professore - confida alla giornalista de Il Corriere - Sono figlio di un ferramenta e me ne vanto. Ho fatto la fame. E me ne vanto. E ora che sono, almeno dicono, il numero uno degli Stati Uniti nel campo della celiachia, per me non è cambiato niente. Figlio di ferramenta resto, cara mia". Gran bella persona anche se con analisi lucida afferma: "Siamo i migliori talenti del mondo e abbiamo le peggiori risorse per la ricerca".

Sabato mattina ho invece "celebrato" alcuni matrimoni civili. E' stato un piccolo viaggio intorno al mondo. Ho sposato una coppia di ragazzi nigeriani che poi, all'uscita del Municipio, insieme ai loro amici hanno intonato un canto nuziale africano e dato vita ad una bellissima danza. Subito dopo ho sposato un ragazzo italiano con una ragazza albanese e ho assaggiato i dolci nuziali di quella terra ancora martoriata: gelatine di frutta con all'interno un piccolo biscotto. Semplicemente straordinari.

Domenica, nonostante il tempo incerto, migliaia di persone hanno partecipato alla Festa dello sport e dell'associazionismo. Confesso che non ho resistito: subito dopo l'inaugurazione, mi son tolto giacca e cravatta, e assistito dall'amico Silvano sono salito lungo la parete di arrampicata sportiva allestita dal C.A.I. che non è (per fortuna) l'Alitalia ma il Club Alpino Italiano e, devo dire, nonostante avessi le scarpe con la suola di cuoio me la son cavata bene!

Beh, che dire? Mica male 'sto Mourinho...davvero. E non tanto per i 3 gol rifilati al Torino, ma per il gioco espresso. E poi rivedere un Adriano che sta tornando ai suoi tempi migliori è davvero una grande emozione.

Che la forza sia con voi....



venerdì 19 settembre 2008

ALI..CHE????

Dunque: secondo l'ultimo aggiornamento ANSA ci sono spiragli per Alitalia. Ma, laddove questi spiragli si concretizzassero in un "piano di salvataggio" della compagnia di bandiera, concordo totalmente con l'amico Andrea Causin che, nel suo blog, scrive:

Comunque vada sta roba di Alitalia è la truffa del secolo.
Caso A) la CAI trova l’accordo con i sindacati…. compagnia aerea più piccola, 1, 5 miliardi di euro di passività allo Stato come Bad (brutta) company, cioè a noi contribuenti, qualche migliaio di esuberi in più rispetto al piano AirFrance, Aerei e Rotte “egalate” alla CAi e compagnia in mano a una banda di sedicenti (non tutti per la verità) imprenditori Italiani che sono stati protagonisti di altre operazioni di “spolpaggio” di partecipate dello Stato (Telecom…)
Caso B) va tutto a monte…. 20.000 lavoratori stanno a casa, perdiamo l’Alitalia, lo Stato si fa carico del debito Alitalia…etcc.
A questo punto due domande. Ma non era meglio regalarla ad Airfrance? che si facevano carico del debito, si impegnavano su soli 2.700 esuberi e soprattutto il mestiere di far andare gli aerei lo sanno fare…. e perchè Bersani è stato l’unico esponente del PD ad accanirsi contro una truffa evidente ai danni dello Stato Italiano? forse perchè tra i sedicenti c’è qualche parente e amichetto dei nostri leader. Attenzione perchè su queste cose perdiamo la credibilità!


Che la forza sia con voi...e A s'udëi!!


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COPIONI?????

L'amico Nico Narsi, membro dell'Esecutivo del PD, sta lavorando attorno ad una interessante iniziativa sulla scuola. Ebbene: tra i materiali che sta raccoglieno, mi ha gentilmente segnalato questo articolo pubblicato da Il Sole 24 ore...


che%20la%20forza%20sia%20con%20te.pdf

Ve lo rigiro non solo perché l'ho trovato molto interessante ma anche perché mi ha colpito l'ultima frase...
A proposito di Partito Democratico, domani - sabato - inizia la "Festa del tesseramento" dei circoli di Oriago. Questo il nutrito programma:


Sabato 20 settembre 2008

Presso la nuova Biblioteca Comunale - ex Cinema Italia


Ore 16.30 – 18.30 Conferenza sulla Sanità: Quale futuro dell’ULSS 13 ?
Coordina i lavori:
Segreteria Comunale PD Mira - Franco Barberini
Partecipano: Sindaco di Mira – Michele Carpinetti
Senatrice - On.le Franca Donaggio
Segreteria Comunale PD Mira - Prof. Donati Donatella
Delegato del Comune di Mira alla Sanità – Dott. Francesco Sacco
Capogruppo P.D. Regione Veneto – Giovanni Gallo
Presidente della Provincia – Davide Zoggia
Amministratori Comun. e Provin. della Riviera del Brenta

Conclude: Bruno Pigozzo
Presidente dei Conferenza dei Sindaci dell’ULSS 13

Domenica 21 settembre 2008
Presso la nuova Biblioteca Comunale - ex Cinema Italia

Ore 10.00 – 12.00 Incontro con la cittadinanza sul Tema:

La Riviera del Brenta: Città o insieme di Comuni?

Coordina i lavori:

Coordinatore Comunale PD Mira - Gabriele Bolzoni

Partecipano: Presidente della Provincia – Davide Zoggia

Presidente Porto Venezia On.le Paolo Costa

Assessore Provinciale – Prof. Luigi Solimini

Responsabile Regionale per le Infrastrutture Valter Vanni

Dirigente del Settore Regione Veneto Arch Romeo Toffano

Amministratori Comun. e Provin. della Riviera del Brenta

Conclude: Michele Carpinetti

Sindaco di Mira


Sempre Domenica, dalle 9 fino a sera, a Mira non mancate alla FESTA DELLO SPORT E DELL'ASSOCIAZIONISMO.

Che la forza sia con voi ...A s'udëi!!










mercoledì 17 settembre 2008

TOCCO BLU, NON GIOCO PIU

Lettera aperta al segretario provinciale del Partito Democratico, Gabriele Scaramuzza
Caro Gabriele,
pur avendo quarant'anni continuo a sognare, a stupirmi delle cose e a guardare il mondo con occhi di bambino.
Voglio, con questa mia, metterti a parte di cosa sogno per questo Partito Democratico che è mio, al pari tuo e di tutti quelli che - oggi - hanno sparlato, criticato. Che, da cattolico, mi verrebbe da dire continuano a preoccuparsi della pagliuzza nell'occhio del proprio fratello e non della trave che offusca la loro vista.
Sogno che questo mio PD, sia un partito normale. Un partito, cioè, dove, quando si perdono le elezioni politiche ci si interroghi sul perché gli elettori hanno preferito la grettezza della Lega alla nobilità delle nostre idee.
Sogno che questo mio PD sia un partito normale. Un partito, cioè, dove i valori, le idee, il sogno - grande e bello e gioioso - di costruire una società diversa, vengono prima di tutto e l'appartenenza ad uno schieramento politico non sia strumentale ai tornaconti personali ma informi di sè quel sogno. E sogno che questo mio PD mai dimentichi che i sogni sono oltre gli uomini, i loro limiti, le loro meschinità e le loro ambizioni. E che per la realizzazione di quel sogno tutti, ma proprio tutti, dovrebbero essere pronti a sacrificare quei limiti, quelle meschinità, quelle ambizioni.
Sogno che questo mio PD sia un partito normale dove nessuno, ma proprio nessuno, abbia mai la presunzione di vivere di politica perché ciò lo renderebbe debole, subalterno ai tanti potentati politico - economici che hanno caratterizzato la storia di questo nostro Paese.
Sogno che questo mio partito sia un partito normale che guarda al merito dei singoli individui e non valuti tutto sulla base di consensi elettorali che, in quanto tali, possono dipendere da molti altri motivi (anche molto poco nobili) che non dal merito.
Sogno che questo mio partito sia un partito normale fondato su ruoli e regole certe e chiare dove, ad esempio, non sia possibile che militanti dello stesso partito siedano gli uni in maggioranza e gli altri all'opposizione.
Sogno che questo mio partito sia un partito normale cui io, da semplice militante, possa chiedere il rispetto dell'articolo 12 del proprio Statuto - agli organi locali, è riconosciuta autonomia politica, programmatica, organizzativa e finanziaria in tutte le materie che il presente Statuto non riservi alla potestà degli organi nazionali - ed altrettanto rispettoso di quanto afferma il proprio codice etico che impone ai propri dirigenti (a qualunque livello) di:
astenersi dal partecipare a manifestazioni pubbliche organizzate contro il governo e la giunta di cui si fa parte, senza trarne le dovute conseguenze
e di
adottare la competenza, la serietà dell’impegno, lo stile, il merito e le capacità personali come criteri prevalenti di discernimento e di valutazione delle persone in relazione agliincarichi e/o alla responsabilità che possono assumere, disincentivando ed evitando di premiare comportamenti trasformistici.
Sogno che questo mio partito sia un partito normale dove, maggiori sono le responsabilità, maggiore dovrebbe essere l'urlo che si leva ad affermare che la politica NON E' POTERE ma strumento al servizio dei più deboli, degli emarginati, di chi non ha il diritto supremo alla felicità.
Caro Gabriele,
leggendo i giornali odierni mi son chiesto se questo mio sogno rimarrà solo un sogno. Ho paura, Gabriele. Paura perché quell'urlo non lo sento, perché mi chiedo se questo sogno diventerà mai realtà o rimarrà solo un sogno affidato ad un quarantenne, sempiterno bambino, che non smette mai di stupirsi di quel che lo circonda. Anche della cretinaggine umana.
Con amicizia fraterna
Davide





P.S:
Canta Guccini ne L'avvelenata:
Voi critici, voi personaggi austeri, militanti severi, chiedo scusa a vossìa, però non ho mai detto che a canzoni si fan rivoluzioni, si possa far poesia; io canto quando posso, come posso, quando ne ho voglia senza applausi o fischi: vendere o no non passa fra i miei rischi, non comprate i miei dischi e sputatemi addosso... Secondo voi ma a me cosa mi frega di assumermi la bega di star quassù a cantare, godo molto di più nell' ubriacarmi oppure a masturbarmi o, al limite, a scopare... se son d' umore nero allora scrivo frugando dentro alle nostre miserie: di solito ho da far cose più serie, costruire su macerie o mantenermi vivo...



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martedì 16 settembre 2008

INDIGNAZIONE

Cosa rende un Paese, un qualunque Paese, veramente normale? La presenza di una coscienza collettiva che presuppone la voglia di indignarsi, di mobilitarsi, di costruire un futuro diverso. A me pare che questo nostro belpaese sia addormentato, in uno stato placidamente soporifero. Eppure i motivi per indignarsi non mancano...
E' lecito indignarsi per un Ministro della Pubblica Istruzione che parla di "meritocrazia" quand'Ella, per superare l'esame abilitante la professione di avvocato, se ne va a Reggio Calabria dove la percentuale di promozione supera l'80% anziché starsene nella sua" Lombardia dove la medesima percentuale non tocca il 30%?
E' lecito indignarsi per un padre ed un figlio che inseguono e uccidono a sprangate un ragazzo di colore di 19 anni?
E' lecito indignarsi per uno Stato che sta letteralmente conducendo al fallimento i comuni italiani negando loro risorse fondamentali per garantire politiche sociali adeguate?
E' lecito indignarsi scoprendo che, il 1 ottobre, a Roma sfileranno per protestare contro questa situazione tutti i sindaci del Veneto eccezion fatta per quelli leghisti?
E' lecito indignarsi per una Banca americana che, fallendo, fa precipitare tutte le borse, e con esse probabilmente anche l'economia reale, in una crisi dai confini preoccupantissimi?
E' lecito indignarsi dopo aver sentito (ieri sera nel corso di un dibattito nella Festa mirese del PD ben coordinato dall'amica Samuela) il presidente della Provincia, Davide Zoggia, ricordare che la Regione Veneto, insieme al Molise, è l'unica a non aver ancora approvato lo Statuto, documento fondamentale proprio per recepire il federalismo fiscale che verrà?
Che la forza sia con voi....
P.S: Non gliel'ha fatta. E' venuto a mancare dopo una veloce corsa contro il cancro come ha informato la famiglia. Richard Wright ha svolto un ruolo fondamentale nella sperimentazione musicale dei Pink Floyd post - Waters (i due praticamente si odiavano). Spalla preziosissima di David Gilmour, se ne è andato ieri a 64 anni ed io voglio ringraziarlo delle emozioni grandissime che, insieme ai suoi compagni, mi diede in quell'indimenticabile concerto all'Arena di Verona....


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lunedì 15 settembre 2008

MASOCHISMO

Ieri a Riva del Garda si è svolta la premiazione dei migliori blog e post dell'anno, suddivisi per categoria. Il premio per il miglior post è andato ad un commento sulle elezioni di aprile (sì, inutile che facciate finta di esservele dimenticate..le elezioni ci son state e le abbiamo pure perse) che è corredato da un video. Ve lo propongo perché:
1) è lunedì ed "io odio quel giorno lì";
2) le scuole sono iniziate e già vedo facce di studenti incazzati;
3) si sa: a noi che siamo del centrosinistra (e pure interisti) piace soffrire;
4) perché vedere il Milan all'ultimo posto è comunque una goduria;
4) continuiamo a non capir nulla....






Che la forza sia con voi e.... A s'udëi!!

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venerdì 12 settembre 2008

MALORE ATTIVO

Sono assolutamente convinto che, almeno sino a quando non vi sarà una vera e autentica riforma della giustizia, un cittadino, qualunque cittadino, sia innocente fino al terzo grado di giudizio. Poi laddove il Tribunale dovesse ritenerlo colpevole, questa, per tutti, deve essere la sola e unica verità. Però, di alcune vicende giudiziarie, ho una mia idea. Fra queste vi è la mia (e non solo mia, andatevi a leggere ciò che ne ha scritto Dario Fo o Aldo Cazzullo nel suo bellissimo Il caso Sofri) personale convinzione che Adriano Sofri, Ovidio Bompressi, Giorgio Pietrostefani nulla abbiano a che fare con l'omicidio di Luigi Calabresi vittima, certo, di una infame campagna diffamatoria e violentissima condotta da Lotta Continua. E che, il commissario Calabresi, nessuna responsabilità diretta ebbe nell' omicidio - suicidio dell'anarchico Pino Pinelli il quale - "miracolsamente" (anzi: per via di un malore attivo come sta scritto in una sentenza) - mentre si trovava in una stanza, al quarto piano della Questura di Milano (dove veniva interrogato perché ritenuto uno dei responsabili della strage di Piazza Fontana) circondato da forze dell'ordine, riuscì indisturbato ad aprire una finestra e buttarsi di sotto.
Leggete cosa Adriano Sofri, ieri, ha scritto ne Il Foglio:
Mario Calabresi, sulla Repubblica di ieri, rendeva ampio conto di un incontro fra le vittime del terrorismo venute da ogni parte del mondo a New York per iniziativa del segretario delle Nazioni Unite. Lo stesso Mario Calabresi, in memoria dell’omicidio di suo padre, vi ha portato la voce delle vittime italiane dei cosiddetti anni di piombo, e le proprie riflessioni. Desidero muovere la più ferma obiezione a questa considerazione dell’omicidio di Luigi Calabresi. Lo faccio a doppio titolo. Il primo, titolo tutt’altro che invidiabile, di condannato come mandante di quell’omicidio. Non ho mai ordito né ordinato alcun omicidio, e questa verità non si attenua di un millimetro col passare del tempo, e col mio passare il tempo di tanti anni in galera e da prigioniero; per di più, come mostra una sola occhiata al paesaggio di rovine contemporaneo, in una mera dilapidazione. Il secondo è il pressoché universale silenzio, di volta in volta accorato o angosciato o vile, attorno a una distorsione di cose che in tanti abbiamo pur vissuto, in qualunque angolo di strada ci trovassimo. Io tornerò distesamente, in un libro, se me ne basteranno le forze, sulla vicenda di Pino Pinelli e di Luigi Calabresi, che diventò anche la mia. Ma in questo caso non è della mia persona che si tratta. Il processo – tutte le sue innumerevoli puntate – contro di noi per l’omicidio Calabresi esordì, ormai vent’anni fa, ventilando una responsabilità in solido di Lotta Continua e dei suoi formali (e supposti) organi dirigenti, ma si sbrigò a abbandonare, già in istruttoria, questa strada temeraria, e si ridusse a imputare tre persone di un omicidio di diritto comune, senza muovere alcun addebito di associazione, o di fine di terrore. Un omicidio di privati contro un privato. Questo è rimasto, nonostanti le deliranti speculazioni di certe motivazioni di sentenze sull’intenzione di Lotta Continua di ammazzare un commissario per suscitare sulla scia di quel delitto la rivoluzione proletaria in Italia. Ma, direte, l’espediente giudiziario per circoscrivere l’accusa e ottenere la nostra condanna, non toglie niente alla sostanza civile e morale di quell’evento. Certo: purché non ci si attenti a definirlo come un atto di terrorismo. Mario Calabresi accenna alle difficoltà che le stesse Nazioni Unite incontrano nella definizione di terrorismo – per ragioni faziose, peraltro, assai più che per la complicazione e l’elusività del tema. Considero terrorismo l’impiego oscuro e indiscriminato della violenza al fine di terrorizzare la parte supposta nemica e guadagnare a sé quella di cui ci si pretende paladini. In questo senso in Italia un terrorismo c’è stato, e ha trovato in Lotta Continua, nella manciata d’anni in cui volle esistere, fra molti errori e fraintendimenti e cattive azioni, un’opposizione decisa ed efficace. Parlo dell’avversione ai terroristi, non di quella per gli ex terroristi che anima oggi tanti coraggiosi. Io personalmente ebbi in LC un ruolo che mi costringeva e mi costringe a una responsabilità verso la sua storia intera, anche quando la mia responsabilità personale fu nulla, e così quella penale. Ora, se l’omicidio di Luigi Calabresi fu terrorismo, io, condannato come suo mandante, ero un terrorista. Un’affermazione come questa dovrebbe far vergognare tutti coloro che allora c’erano, in qualunque angolo di strada si trovassero. Mario Calabresi parla sentitamente delle vittime, “donne e uomini che stavano vivendo la loro vita e non erano in guerra con nessuno”. Con Pino Pinelli, con Luigi Calabresi, non fu così. Non c’era una guerra, ma molti di noi erano in guerra con qualcuno. Per la strage di piazza Fontana – di cui tutto si sa, salvo che per i servi sciocchi – furono accusati a torto in modo premeditato e ostinato gli anarchici, quegli stessi che erano stati accusati a torto della serie di attentati che da mesi preparavano il 12 dicembre da cui l’Italia uscì stravolta. Di quella premeditazione e ostinazione fu comunque figlia la morte di Pinelli, innocente di ogni colpa. Luigi Calabresi, fosse o no nella sua stanza – io oggi tendo a credere di no, ci tornerò a suo tempo – fu, non certo l’autore, ma un attore di primo piano di quella ostinata premeditazione. Che fosse in buona fede cambia poco, anche chi non riuscì e non riesce a credere al suicidio di Pinelli era in buona fede. Il tempo che passa, il rimpianto buono e la cattiva viltà hanno trasformato tutto ciò che avvenne in quegli anni in un’inconcepibile e infame demenza, le firme lucide o sventate di centinaia di personalità rispettabili o famose, e a volte sia rispettabili che famose, in un caso di follia collettiva, magari ai loro stessi occhi. Nel 1998, non nel 1971, Norberto Bobbio commentò il fatto che io avessi deplorato presso la signora Gemma Capra contenuti e tono della campagna di Lotta Continua contro Calabresi come un effetto di indebolimento della mia tempra prodotto dal carcere, e difese le ragioni del famigerato appello. L’omicidio di Calabresi – che è responsabilità di chi lo commise, e non di chi firmava appelli contro una sconvolgente vicenda di terrorismo di Stato e di omertà istituzionali – fu l’azione di qualcuno che, disperando della giustizia pubblica e confidando sul sentimento proprio, volle vendicare le vittime di una violenza torbida e cieca. Fu un atto terribile: e nato in un contesto di parole e pensieri violenti ereditati, e ravvivati, che ammettevano, per esaltazione o per rassegnazione, l’omicidio politico, come nel giudizio dell’indomani, quello sì scritto da me. Non vorrei mai averlo scritto, soprattutto non vorrei mai che fosse stato fatto. Ma chi potrebbe non provare lo stesso rimpianto e rimorso? Non rinuncerei, se non per ipocrisia o per indulgenza verso me stesso, a dire che le persone che si spinsero a tradurre nei fatti le parole che con tanti altri pronunciavano (e le nostre furono parole accanite di violenza, benché mai di terrorismo, perché un confine c’era) poterono, allora come in altri frangenti della storia, essere delle migliori. Io non riesco a condividere la frase che un mio amico e compagno di allora ripete come un esorcismo – “non si può essere ex assassini”. Certo che si può. Fu dunque un atto terribile: questo non significa, non certo ai miei occhi e ancora oggi, che i suoi autori fossero persone malvagie, e che non se ne prenda, ciascuno per la propria parte, chi ce l’ha, una corresponsabilità. I suoi autori erano mossi dallo sdegno e dalla commozione per le vittime. Le vittime, infatti, sono state tante, e di tante diverse e opposte ferocie, e la spirale che le travolse – non certo solo di “neri” e “rossi” – sembra aver depositato, a una così enorme distanza, un’idea e soprattutto un sentimento più unilaterale e rancoroso che mai, ad onta delle buone intenzioni e dei monumenti e dei giorni del ricordo. Io cerco di tenere a bada i cattivi sentimenti, provo pena di fronte alle contrapposizioni rinnovate fra i morti nostri e i loro, e tuttavia non riesco a impedirmi, quando leggo della lettura pubblica della Costituzione svolta dalla signora Gemma Capra al cospetto del Capo dello Stato, di chiedermi se qualcuno, un’autorità qualunque, abbia invitato la signora Licia Pinelli a leggere in pubblico la Costituzione. Forse è avvenuto e io non lo so. So che Licia Pinelli dice che non vorrà mai leggere il libro di Mario Calabresi. Questo volevo dire oggi, per obiettare alla posizione espressa da Mario Calabresi nel prezioso incontro alle Nazioni Unite. Mi dispiace: argomenti come questo hanno bisogno di spazio e delicatezza, e sopportano male la risposta del giorno dopo. Ma io, sapete, non sono mai stato un terrorista.
Ha scritto Giuseppe D'Avanzo:
In un sol punto le esistenze di Calabresi, Pinelli e Sofri possono concordare: nel fallimento della giustizia. Luigi Calabresi chiedeva in Tribunale la difesa della sua onorabilità. Non la ebbe. Il giudice che doveva pronunciarsi anticipò le sue convinzioni in privato e il processo si spense nella legittima suspicione. Licia Pinelli chiedeva a un tribunale come il marito fosse morto. Ne ha ricavato soltanto una sentenza che spiega il "malore attivo" dell'anarchico Pinelli. Soluzione degna di una commedia buffa, non di una sentenza, tantomeno della verità. Adriano Sofri è in carcere a Pisa. Ci resterà fino al 2019. È, alla fine di questi tragici trent'anni, il solo destino che, invocando per se stesso ancora giustizia, chiede anche una verità per Luigi Calabresi.
Che la forza sia con voi e.. A s'udëi!!



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giovedì 11 settembre 2008

CON OCCHI DI FANCIULLO

Come descrive il mondo un fanciullo? Innanzitutto con colori vivaci. E poi con illimitata fantasia. Ed ecco che, nel foglio bianco, compaiono di improvviso nuvole, uccelli, aerei. Ed in basso piccoli animali. Segno che i suoi occhi e la sua anima riescono a cogliere l'essenza della vita: sempre in bilico tra l'infinitamente grande, il cielo misterioso, e l'infinitamente piccolo.
Infinitamente grande ed infinitamente piccolo. In mezzo l'uomo con i suoi errori, le sue miserie ma anche pieno di quei gesti grandi che ti riconciliano col mondo. Due le notizie che mi hanno molto colpito nei giorni scorsi.
La prima riguarda una vicenda accaduta a Gerusalemme. Faceva freddo a Gerusalemme, quel venerdi sera di fine marzo di 4 anni fa. Eppure George Khoury decise, ugualmente di uscire di casa. Non lo preoccupavano le tensioni israelo - palestinesi. Come avrebbero potuto preoccupare lui che era figlio di un avvocato cristiano che da anni lotta contro l'occupazione israeliana dei territori palestinesi? Ed invece George quel venerdì sera non rientrò a casa, vittima di un attentato compiuto dalle Brigate Al Aqsa, braccio armato di Al Fatah. Il padre di George, Elias Khoury, ha impartito una lezione di civilità: ha infatti, a proprie spese, fatto tradurre in arabo e pubblicato Una storia di amore e di tenebra, la bellissima autobiografia (2005, edita da Feltrinelli) di Amos Oz, uno degli intellettuali più brillanti di Israele. Elias ha dedicato la traduzione proprio alla memoria del figlio assassinato la cui morte dimostra quanto poco teniamo in considerazione la vita umana. Il romanzo di Amos Oz dà valore alla vita, all' amore. È per questo che l' abbiamo scelto ha scritto.
La seconda, invece, si svolge molto più vicino a noi, a Padova. Per la precisione nella clinica universitaria di Cardiologia intitolata a Vincenzo Gallucci. Qui, nel reparto di rianimazione, è ricoverata una signora padovana, Giovanna, di 50 anni. Una infezione incurabile, purtroppo, la sta lentamente conducendo alla morte. Per evitarle qualunque tipo di sofferenza (elevatissima in questo tipo di patologia), i medici le hanno indotto un coma farmacologico. Ebbene: il 9 settembre l'hanno risvegliata, per pochi minuti. Perché? Perché il suo sogno era quello di sposarsi col compagno della sua vita, Enzo. E domenica, Giovanna ed Enzo si sono sposati. Incuranti delle condizioni di salute ma semplicemente desiderosi di dichiararsi l'un l'altra un amore così grande che supera anche le barriere della malattia e della morte.
Che la forza sia con voi e...A s'udëi!!




P.S. Grazie...grazie davvero alle decine di persone che oggi mi hanno telefonato, inviato messaggi e mail per congratularsi con me. Grazie a tutti voi, davvero. Perché non erano congratulazioni ritualistiche, tutt'altro. E a tutti chiedo di aiutarmi. E però permettetemi, io che sono un signor nessuno (anche se mettetevi d'accordo, please, lo sono politicamente o perché non avrei voti o entrambe le cose?) di togliermi una soddisfazione. Da La Nuova Venezia di oggi: onestamente il suo operato nel settore turismo e cultura non è stato negativo e in più di una occasione ne abbiamo apprezzato l'iniziativa. E che a dirlo sia un'esponente dell'opposizione....

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mercoledì 10 settembre 2008

UMILTA, UMILTA, UMILTA, UMILTA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Immagino che oramai la notizia sia di dominio pubblico. Per la prima volta nella mia vita sento di essere impaurito di fronte ad una simile responsabilità. Un sentimento accresciuto dall'applauso corale con cui TUTTI i segretari delle forze politiche che sostengono la nostra coalizione e i colleghi di giunta hanno accolto la proposta del sindaco, Michele Carpinetti, e che aumenta - se possibile - il senso di responsabilità nei confronti di tutti. Ma anche la dimensione etica dell'impegno politico che non ci dovrebbe mai far dimenticare che operiamo al servizio della comunità per il raggiungimento del bene comune...
Signore, non si inorgoglisce il mio cuore
e non si leva con superbia il mio sguardo;
non vado in cerca di cose grandi,
superiori alle mie forze.
Io sono tranquillo e sereno
come bimbo svezzato in braccio a sua madre,
come un bimbo svezzato è l'anima mia.

Speri Israele nel Signore,
ora e sempre.
[SALMO 130 (131)]
E stavolta permettetemi di dire...che la forza sia con me!



AD ALDA MERINI

Gocce di perle
Scendono dai delicati lobi
- e vi fu chi amorevolmente li morse –
vezzo di donna
mai sazia di vita.

Gote pallide,
tirate allo spasmo
da risa leggiadre
che gorgogliano
spezzando le catene
cui mani d’uomo
- ah! la vacuità dell’anima –
affidarono, ingrato compito,
la negata libertà della poesia.

L’amore amato
Ti condusse
Dietro le sbarre
D’una apparente
Follia.

Ed il tempo si ridusse
Ad uno stillicidio
D’inutili attese
di labbra da ricordare
mentre
i cadenti seni
esponesti
alla mondana curiosità
segno intangibile
di un’assordante silenzio
che le tue parole
vincono ogni ora.

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DEL BOSONE ovvero: SPEREM BEN


La notizia è, almeno per me, difficile da spiegare. Sostanzialmente accade che oggi in un acceleratore di particelle realizzato all'interno dei laboratori del CERN di Ginevra, a 100 metri di profondità, fasci di particelle che corrono praticamente alla velocità della luce, si scontreranno tra loro. Da questo scontro scaturirà una impressionante energia ma, soprattutto, fisici e matematici sperano di poter individuare il bosone, la cosiddetta "particella di Dio". Ora non mi si chieda che diavolo è il bosone ma, non so a voi, a me questo nome è simpatico. Me lo immagino il bosone: piccolo, paffutello, sempre sorridente, compagnone, che non disdegna un buon bicchiere di vino magari con un mezzo toscano in bocca ed incline allo scherzo. Già, lo scherzo: sperem ben giacché ci sono alcuni scienziati ed avvocati (che c'entrino gli avvocati non lo so ma se discutono loro di bosone perché non dovrei farlo io?) i quali sostengono che da questo micidiale scontro potrebbe addirittura nascere un minuscolo buco nero che, in 50 (50!) mesi, addirittura causerebbe la distruzione della Terra! In realtà la sfida è affascinante: il bosone - da quel che ho capito ( e cioè poco ma mi verrebbe da chiamare il mio vecchio prof di fisica e dirgli che ho scritto un post sul bosone!) - altro non è che la particella elementare, il costituente fondamentale della materia, colui dal quale tutto è cominciato. Ovvie le implicazioni teoriche, pratiche, metafisiche di una simile scoperta. L'uomo che vedete in foto si chiama Stephen Hawking, insegna a Cambridge dalla cattedra che fu di Newton, ed è probabilmente il più grande fisico vivente. E' affetto da sclerosi laterale amiotrofica: non cammina, non parla ma è dotato di intelligenza straordinaria unita ad un grande umorismo (ha recitato in una puntata di Star Trek). Ebbene Hawking ha scommesso sul fallimento di questo esperimento (cui hanno partecipato molti scienziati italiani segno che se nel nostro Paese la ricerca scientifica fosse davvero sostenuta economicamente, saremmo imbattibili). Ma non per invidia. Anzi. Ma per una sfida intellettuale. Afferma infatti sarebbe più eccitante se non lo trovassimo il bosone; dimostrerebbe che c'é qualcosa di sbagliato nelle nostre idee e che dobbiamo pensare di più per trovare altre spiegazioni. E' questa la sfida della scienza: l'accettare di mettersi continuamente in discussione, di cambiare idee e opinioni quando se ne misura l'inconsistenza, di continuare a voler sondare i misteri dell'infinitamente grande così come quelli dell'infinitamente piccolo. Ma... come si saluta un bosone?
Che la forza sia con voi e...A s'udëi!!! (a tutti i bosoni del mondo).

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martedì 9 settembre 2008

DECISIONI



Quando devo prendere decisioni "importanti" per me, la mia vita, il mio futuro, sono solito staccare la spina e andarmene via. Sono convinto, infatti, che solo lasciando il proprio ambiente di appartenenza, sia possibile avere quel giusto distacco per poter scegliere. Così ho fatto in questo week end. Ho scelto una piccola località montana, in Trentino. Un posto davvero molto bello e suggestivo. Domenica, mentre peregrinavo alla ricerca di una chiesa ove si celebrasse la Messa in italiano (francamente a me 'sti tedeschi stan un pò sulle scatole...ma come è possibile, dopo cena, chiedere un capuccino anziché un espresso? boh...) mi sono imbattuto in questa specie di cappella che vedete in foto. Una cappella semplicissima, all'aperto dove la statua lignea della Madonna addolorata guardava le cime che sovrastavano il piccolo abitato. Posto ai suoi piedi un libro in rame recava, incisi, i nomi delle centinaia di alpinisti morti mentre ascendevano i monti circostanti. Sulla sinistra un sasso dove mano di bimbo ha disegnato un elicottero del soccorso alpino precipitato, coi suoi 3 occupanti, alcuni anni fa. In fondo, appoggiata alla parete, la fotografia di un uomo sorridente, biondo, con negli occhi quel lucicchio di sete d'avventura che accomuna tutti quelli che amano le montagne. Un nome, scritto in pennarello e due date: Karl Unterkircher 27 agosto 1970 - 15 luglio 2008. Facendomi violenza ho deciso di fotografare questo "monumeto ai caduti della montagna" non per curiosità o per un insano gusto del macabro. No. Semplicemente perché nel suo sito, la moglie scrive di lui una frase bellissima: Ognuno ha diritto di vivere la sua vita e quella di Karl era particolarmente intensa. Ecco: l'augurio che faccio per primo a me ma che estendo a tutti voi è davvero di vivere la propria vita.

Che la forza sia con voi e... A s'udëi!!!


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lunedì 8 settembre 2008

DEL DIRITTO ALLA MORTE


Qual è il limite, invalicabile, che segna il confine tra ciò che è di competenza delle leggi dello Stato e la libertà individuale di ciascuno? Se ciascuno è "padrone"/titolare della propria esistenza non può, forse, essere anche libero di decidere quando questa esistenza non ha più ragione di essere? E se questa volontà è stata espressa "in salute", non può forse chi ne è depositario farla valere anche se il proprio caro non è più in grado di manifestarla?Da 16 anni Eluana Englaro, una bellissima ragazza lombarda, giace in stato comativo. Incapace di parlare, muoversi, nutrirsi. Suo padre da anni ha avviato una civilissima battaglia legale affinché gli venga riconosciuta la possibilità di esaudire la volontà della figlia che, più volte, aveva manifestato la volontà - laddove fosse caduta per l'appunto in uno stato vegetativo - di essere lasciata morire. Mi rendo conto che, a discutere di queste cose, si affrontano temi profondi, che toccano le più intime convinzioni di ciascuno e che affrontano temi etici di grandissimo valore ma anche di altrettante, incommensurabile, difficoltà: cos'è la vita? cos'è il libero arbitrio? dove le libertà individuali finiscono con l'essere inviolabili?
E però, personalmente, sono (e l'ho detto anche in altri post) assolutamente favorevole alla sentenza con cui la Corte d'Appello Civile di Milano ha autorizzato il padre, suo tutore, a far interrompere il trattamento di alimentazione e idratazione forzati che mantenevano in vita Eluana, ridotta in stato vegetativo a causa di un incidente avvenuto il 18 gennaio 1992. E dunque mi lasciano assolutamente perplesso le riflessioni con cui Roberto Formigoni commenta la volontà della Regione Lombardia di disattendere a questa sentenza spiegando che il servizio sanitario nazionale da' compito alla Regione di assistere, curare, tentare di guarire, non esiste l'obbligo alle Regioni di dare la morte interrompendo quella che non e' una prestazione intrusiva, ma e' idratazione e cura delle persone. Sono convinto sul piano personale e sul piano delle leggi, che assistere le persone sia un dovere. E' però, mi chiedo, assistere delle persone anche quando non c'é più speranza non si configura, forse, come accanimento terapeutico? Dunque si sta profilando una battaglia in punta di diritto in un conflitto di attribuzione di competenze e poteri tra autorità politica e autorità giudiziaria. E però rimane il fatto della volontà espressa più e più volte dalla giovane lombarda. E' giusto ignorarla?
Silvio Garattini, direttore dell'Istituto Mario Negri di Milano, afferma invece che è una vicenda drammatica che va avanti da troppo tempo: ribadisco allora che è legittima la richiesta di padre di porre fine ad una vita che non c’è più.
Che la forza sia con voi e....A s'udëi!!!

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sabato 6 settembre 2008

BUON WEEK END


Tra gli appuntamenti di questo primo week end settembrino, vi segnalo la inaugurazione del restaurato oratorio dell'Olmo di Borbiago dedicato alla Madonna del Rosario. Storicamente appartenuto alle famiglie Donati e Stecchini, è stato sotratto alla incuria del tempo dagli attuali proprietari, Gabriella Niero (storica e critica dell'arte) e suo marito, Gabriele Longo. All'interno è possibile ammirare gli affreschi del Crosato e le statue del Bonazza. L'avvio dei restauri è stato preceduto, nel 2005, da una imponente ricerca storica al fine di giungere alla attribuzione certa delle opere d'arte in esso contenuto. In quasi due anni di lavoro è stato finalmente possibile restituire alla città una importante testimonianza di quella devozione popolare che fu tratto caratterizzante le nostre terre. Credo davvero che a Gabriella e Michele debba giungere il "grazie" sentito da parte di tutta la città. La cerimonia inaugurale è prevista per domenica 7 settembre alle 17,30.

Sabato 6 settembre, invece, alle ore 17, presso l'Oratorio di Villa dei Leoni si inaugurerà la mostra percezioni e colore. La mostra nasce da una suggestiva idea degli amici del gruppo artistico Forma & Colore: interagire con altre associazioni artistiche anche di altre provincie per organizzare mostre - scambio. Quest'anno la collaborazione è col gruppo CreaArte di Mirano. Dal 4 al 12 ottobre saranno gli artisti di Forma&colore ad essere ospitati nel comune vicino.

Che la forza sia con voi e...buon week end.

Ascoltatela con molta attenzione...è solo apparentemente banale...perché Maria... (anche se c'é chi dice di no)

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venerdì 5 settembre 2008

DIO E' CATTIVO?

Difficile scrivere oggi. Difficile farlo quando son passate poco più di 24 ore dalla notizia della morte di un nostro giovanissimo (20 anni) concittadino. Morire a 20 anni...morire mentre, magari, hai ancora negli occhi e nel cuore le risate, le battute, il calore di una serata trascorsa insieme agli amici. Già, morire a 20 anni. E allora, è ovvio, alzi gli occhi al cielo e maledici. E ti chiedi: perché?Come ha chiesto a me una giovanissima amica di quel ragazzo. E tu non sai rispondere. Perché le parole che vorresti dire già sai sono inutili di fronte al dramma di quegli adolescenti che, improvvisamente, capiscono che la vita, talvolta, sa essere davvero così dura e spietata. E dunque lasci che alle parole sia sostituito il silenzio che significa impotenza umana nel farsi una ragione di questi accadimenti. E lasci che il silenzio sia scosso solo dalle lacrime nella convinzione che le lacrime, spesso, sono consolazione. Ma in quel silenzio la tua limitatezza umana ti porta, inesorabilmente, a rivolgerti a colui che tutto è. Non per accusarlo di essere cattivo o ingiusto. No. Semplicemente per chiederGli la forza di credere davvero a quel che San Paolo scrive alla comunità di Corinto:
La morte è stata ingoiata per la vittoria.
Dov'è, o morte, la tua vittoria?
Dov'è, o morte, il tuo pungiglione?
Che la forza sia con voi e... A s'udëi!!!


A te...a te che ieri piangevi pensando a chi non c'è più.. a te, solo per te perché nonostante tutto è coraggio il vivere ancora...

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giovedì 4 settembre 2008

AVREI

Avrei voluto parlare di tante cose oggi (di Eluana, ad esempio; di DJ; del fatto che oggi non ci si indigna più per nulla; di morte cerebrale). E però ho appena ricevuto da una amica, via mail, una riflessione di una donna sulle...donne. E, condividendola totalmente, ho deciso di pubblicarla per tutte voi. Ma soprattutto per noi...
Che la forza sia con voi e....A s'udëi!!!
Avrei....... Avrei parlato di meno e ascoltato di più.
Avrei invitato amici per cena anche se la moquette era macchiata ed il divano scolorito.
Avrei mangiato il popcorn nel soggiorno 'buono' e mi sarei preoccupata di meno della polvere quando qualcuno mi chiedeva di accendere il fuoco nel camino.
Avrei trascorso più tempo ad ascoltare mio nonno quando raccontava della sua giovinezza. Non avrei insistito nell'avere i finestrini dell'auto chiusi durante una bella giornata estiva perché i miei capelli erano già stati stilizzati e laccati.
Avrei bruciato la candela a forma di rosa prima che si sciogliesse col tempo, naturalmente.
Mi sarei seduta sul prato con i bambini e non mi sarei preoccupata delle macchie d'erba.
Avrei pianto e riso di meno quando guardavo la televisione e avrei riso e pianto di più osservando la vita.
Sarei andata a letto quando ero malata invece di fare finta che il mondo si sarebbe fermato se non ero lì per quel giorno.
Non avrei comprato qualcosa solo perchè era pratico, non mostrava macchie o era garantito a vita.
Invece di sperare che i nove mesi di gravidanza finissero presto, ne avrei ricordato con dolcezza ogni momento, rendendomi conto che la meraviglia che cresceva dentro di me e' l'unica occasione nella vita di aiutare Dio in un miracolo.
Avrei chiamato più spesso gli amici, prima di accorgermi che li avevo già persi...
Quando i miei bambini mi baciavano con impeto, non avrei risposto: 'Più tardi adesso lavatevi le mani Per cena'.
Ci sarebbero stati più 'Ti amo' e 'scusa', ma soprattutto se mi avessero dato un'altra occasione di vivere, ne avrei vissuto in pieno ogni momento... L'avrei osservata e vista, veramente ... vissuta ... e non l'avrei mai data indietro.
Personalmente, leggendola, mi è venuta in mente una canzone di Vasco Rossi ma di cui amo moltissimo l'interpretazione che ne ha dato la splendida Fiorella Mannoia....



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mercoledì 3 settembre 2008

ARCHITETTURE



C'avranno pure messo anni in più del previsto. Sarà pure costato il doppio di quanto inizialmente ipotizzato. E però nei giorni scorsi quando sono andato a Venezia, sono rimasto incantato: il ponte di Calatrava, oggi Ponte della Costituzione, non è solo un bel ponte. E' semplicemente magnifico nella sua essenzialità, nella nitidezza delle linee, nella apparente semplicità del disegno. Ma non solo. E' magnifico per il contrasto che ne ricavi tra le antiche vestigia della Serenissima Repubblica e questa struttura in acciaio, vetro e pietra d'Istria. Spesso quando visito le mie amate città d'arte mi trovo a chiedermi: e adesso? Voglio dire: sembra che tutto sia già stato inventato, sembra che in questa epoca di modernità nessuno riesca più a raggiungere quei canoni estetici del bello che era costante e prassi comune nelle strutture architettoniche del passato. Così ti vien spontaneo chiederti se le moderne architetture sopravivranno al tempo come le Chiese, i Palazzi, le piazze dei secoli andati. Perché, a pensarci bene, fine ultimo dell'architettura è proprio questo: lasciare, al futuro, testimonianze di un presente che diverrà passato. Prima prossimo poi sempre più remoto. Certo: immagino che con questi modelli, non sia affatto facile - oggi - progettare strutture architettoniche belle. Perché alla fine o rischi la scopiazzatura (che senso ha, ad esempio, progettare oggi un edificio residenziale che assomiglia ad una villa del '500? ancora: siete mai andati a visitare una Chiesa moderna?) o, per discostarti dal modello, osare talmente tanto da rasentare la bruttura. Ecco perché quando, invece, mi trovo di fronte a strutture che coniugano bello e modernità ne rimango sempre molto affascinato. Confesso, ad esempio, che a me Jesolo non piace. Proprio per niente. E però quando ci passo rimango sempre colpito dall'architettura di Piazza Mazzini (opera di Richard Meier) e dalla costruenda torre di 90 metri opera dell'architetto Carlos Ferrater. E certo non dimentico mai di sostare di fronte alle opere di Kenzo Tange cui la città affidò addirittura l'elaborazione del Master Plan. Ecco perché quel ponte è importante. Perché rimarrà nei secoli testimone incontrastato del nostro tempo che sarà pure pieno di malanni ma, a volte, riesce ancora a sorprendere.

Che la forza sia con voi e... A s'udëi!!!



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martedì 2 settembre 2008

LAUDAMUS PASQUINO



Incipit: la tessera del PD l'ho prenotata. Ok?

Interessante trasmissione quella mandata in onda, ieri a tarda notte, da Rai2. Alcuni opinion leader (da Lucia Annunziata a Edmondo Berselli, da Ludovica Barzini a Folco Terzani) discutevano di Barak Obama. Mi è piaciuta l'osservazione di Folco, figlio primogenito del mai sufficientemente compianto Tiziano Terzani: Barak - ha detto - ha un sogno, sa trasmetterlo e sa convincere gli elettori che questo sogno, quello di un' America migliore, si può realizzare lavorando insieme. Già: avere un sogno e la capacità di trasmetterlo. Lo avevano John e Bob Kennedy, l'aveva Martin Luther King. Ce l'ha Barak Obama. Poi ti vien spontaneo guardarti intorno e pensare: e noi? Noi del PD l'abbiamo un sogno? Riusciamo a trasmetterlo? E 'sto benedetto PD cos'è? Un PN (partito nuovo) o un NP (nuovo partito)? C'è poco da fare: a me sembra che il progetto politico del Partito Democratico non decolli. Proprio per nulla. Il sindaco di Torino "costretto" a chiedere al locale PD se gli interessa la sua ricandidatura. A Firenze il tentativo di far primarie fasulle tra candidati imposti da Roma. In Sicilia, il gioco stupido di correnti ti fa fuori la Anna Finocchiaro che è una delle menti politiche più brillanti e capaci che questo Paese abbia. A me sembra che ciò dipenda da un errore di fondo, dall'aver voluto costruire un partito fondato su una fusione fredda di realtà diverse, DS da un lato e DL dall'altro. In mezzo, stritolati da una classe dirigente immodificabile e irrinovabile (ma vi rendete conto che nel resto d'Europa a 40/50 anni puoi essere Presidente di un governo quando, qui da noi, il massimo cui può aspirare - tranne qualche isola felice - è quella di presidente dell'assemblea del tuo condominio?), difficilmente le nuove generazioni riescono a ritagliarsi uno spazio autonomo di pensiero e di azione. E, laddove lo abbiano, stentano ad approfittarne per paura di "mettersi contro" il potentucolo di turno. Poi ci si mettono anche i vecchi schematismi, le dietrologie che sono pure ridicole se non fossero il segnale che questa fusione fredda deve ancora portare ad una vera unità. Così accade che, a Bologna, durante la Festa provinciale dell' Unità, la colonna sonora sia rappresentata dall'Internazionale. Canzone importante, storica (che, immagino, faccia ancora commuovere il mio amico Alessio) ma che, come direbbe il buon Antonio da Montenero di Bisaccia, che c'azzecca? E l'ironico politologo Gianfranco Pasquino, ne Il Corriere, prima ci scherza su (a metter su l'Internazionale, sarà stato un sabotatore del PD), poi riflette che la colonna sonora del PD (dai Radiohead ai Coldplay) è emblematica: Il PD vive in uno stato di confusione, se scegliesse un inno, anche inglese, in grado di rimandare a una identità politica laburista, andrebbe bene. Invece mette insieme un po' di tutto. Poi ti capita sottomano un volantino che pubblicizza una Festa del PD e che ti trovi a leggere? Questo: Proseguendo la tradizione della FESTA POPOLARE dell'UNITA, cominciata 60 anni fa proprio in questo luogo, ripartiamo per costruire un nuovo futuro.

Domanda, domandina....ma come diavolo si fa a parlare di futuro, ricordando cosa accadde 60 anni fa? Boh...ok, ok...è vero..come disse qualcuno, il sottoscritto politicamente è un signor nessuno e dunque evidentemente non ci capisco niente!

Che la forza sia con voi e... A s'udëi!!!


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lunedì 1 settembre 2008

SEDUZIONI DELL'ANIMA



1) Ora, se io fossi una montagna delle Dolomiti (chessò il Pelmo o il Civetta) sarei francamente incacchiato di brutto. Ogni qual volta qualcuno ci rimette la vita, ecco comparire sui giornali titoli del genere Montagna killer (Corriere della Sera, edizione odierna) oppure Montagna assassina. Poi, quando ne leggi i resoconti giornalistici ti accorgi che, quasi sempre, l'incidente è frutto di disattenzione o grossolani errori. Prendete quel che è accaduto, settimana scorsa, lungo la via ferrata dei Sass brusai (vedi il resoconto che ne ho fatto il 6 maggio scorso). Una ferrata non facilissima con un punto di straordinario impatto emotivo: un ponte tibetano ove cammini su un cordino d'acciaio a parecchie decine di metri d'altezza. Ebbene: ma come si fa a sganciarsi per fare una foto senza che ti passi per l'anticamera del cervello che stai facendo una cavolata? Oppure che il tutto è un tragico scherzo del destino: fai tutto alla perfezione, parti di notte, hai una attrezzatura eccellente e, in piena cordata, si stacca un seracco grande come un palazzo che ti travolge come recentissimamente accaduto lungo il Monte Bianco. E proprio all'indomani di questa tragedia, una delle sopravvissute disse una frase sulla quale concordo pienamente: se fossi stata pochi metri più su sarei morta anche io, ma sarei morta felice perché stavo facendo una cosa che mi piace. Con altre parole ma ugual senso proprio oggi sul Corriere, Franco Brevini (docente universitario di Letteratura Italiana e grande alpinista) scrive: Ma sia detto con chiarezza qualcosa che potrà ripugnare al senso comune: è il rischio che dà senso all'alpinismo. Ogni volta che torniamo lassù, è per conforntarci con gli ultimi frammenti di natura selvaggia e vogliamo farlo in tutta la nostra fragilità.


2) Ieri, nella Liturgia della Parola, mi ha colpito molto l'incipit della Prima Lettura, tratta dal Libro del Profeta Geremia. Inizia così: Mi hai sedotto, Signore, e io mi sono lasciato sedurre. Mi piace molto l'idea della seduzione di Dio. E quel senso di abbandono totale e assoluto di fronte quasi alla "violenza" di questa seduzione. Sembra quasi che Geremia sia "rassegnato": nulla può, lui così fragile, di fronte all'impeto di questo amore. Ne parlo perché ho ricevuto un commento da parte di una (almeno suppongo sia donna) lettrice al post su Giovanni Paolo I. Vale (così si firma) è giustamente critica nei confronti dei silenzi, delle inoperosità concrete del "Vaticano". E però io, pur condivdendo totalmente questa critica, invito sempre a distinguere la "clericocrazia" dalle comunità vere e autentiche ove la Parola diventa davvero unità, comunione e com - passione. Comunità (come quella ove, ieri, ho partecipato alla Messa) ove davvero si respira la seduzione di Dio. E' vero: così come esiste la seduzione di Dio, esiste anche la seduzione del male che spesso fa facile presa in noi, nelle nostre fragilità, nelle nostre solitudini. Ma siamo uomini e la nostra umanità la misuriamo, purtroppo, anche con queste cose!

Va beh, fermiamoci qua.

P.S. Grande Vale (ntino) Rossi. Davvero incredibile! Quanto al resto: mal comune mezzo gaudio (pareggio come la Juve), ma comunque una piccola soddisfazione c'é in quei 2 gol che il Bologna ha rifilato ai cugini.

Che la forza sia con voi e... A s'udëi!!!

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