VECCHI LEONI

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Siamo tutti, in un modo o nell'altro, un volo interrotto. Precipitiamo dai nostri sogni, ma ciò che ci può distinguere e preservarci dall'inesorabilità del destino è la capacità di librarci ancora non verso ciò che siamo ma verso ciò che vorremmo essere. (Dario Cresto - Dina)

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Domani ricorderemo i 30 anni dalla elezione al soglio pontificio di Albino Luciani, Patriarca di Venezia, successore di Paolo VI col nome di Giovanni Paolo I. Luciani "fu" mio Patriarca anche se quando divenne Papa io avevo 11 anni. Da sempre rivendico (quasi con orgoglio) il mio essere cattolico di confine. Ad esempio sono molto "distante" da miracoli, apparizioni e così via. Ciò perché nell'intimo son da sempre convinto che il buon Dio abbia talmente tante cose da fare che non ha certo il tempo di mandar qualcuno qui, sulla terra, a ricordarci ciò che - in fondo, in fondo - già sappiamo e cioè che l'umanità si sta facendo del male! Ma quando una persona a me molto cara visse un momento particolarmente difficile, mi venne assolutamente spontaneo chiederGli aiuto. Questo vescovo prima e questo Papa poi mi sono entrati nel cuore. Talmente tanto che non solo spesso salgo nella "sua" canale d'Agordo (e alcuni anni fa ebbi il "privilegio" di incontrare il fratello, Edoardo) proprio per "salutarlo" ma in occasione del mio primo viaggio a Roma, la prima cosa che feci fu proprio quella di recarmi alla sua tomba (e nel mio protafoglio, l'unica immagine sacra che conservo è proprio il "santino" con cui venne salutata la sua elezione). Sono anche fra quanti hanno ufficialmente chiesto l'avvio della canonizzazione di questo Papa. Amici che conoscono questa mia particolare venerazione me ne chiedono spesso il motivo. Certo: conta la simpatia umana che quel sorriso ti trasmetteva, la sua semplicità (memorabili i suoi aneddoti, le favole che inseriva nelle sue Omelie), i suoi modi. Ma soprattutto conta moltissimo l'idea di Chiesa di cui era interprete. La Chiesa vive di riti, gesti, forme. Spesso questi orpelli, anziché essere semplici strumenti, "diventano" la Chiesa, la sostanziano, la informano. Luciani, invece, interpretò sino in fondo una idea assolutamente moderna (e modernista) della Chiesa, coerente fino in fondo allo spirito autenticamente riformatore di quel Concilio Vaticano II cui anch'egli partecipò. Nominato Vescovo di Venezia, rifiutò il corteo acqueo. Divenuto Papa rifiuta sia l'incoronazione sia la sedia gestatoria. Fu Papa solo 33 giorni, ma in quel mese di pontificato egli mostrò di avere chiaro quali sarebbero state le sfide della Chiesa (voglio qui ricordare la durezza che dimostrò col cardinale Marcinkus, "governatore" dello IOR). Ovviamente la demagogia populista immaginò chissà quale giallo dietro la sua morte. La realtà è molto più semplice: un compito grandissimo per il suo cuore. Per'altro rimane in tutti noi, che questo Vescovo lo abbiamo amato moltissimo (e qui magari per qualcuno bestemmio ma io ho amato Giovanni Paolo I molto più che il suo successore), l'immagine di Luciani che torna da Fatima dopo aver dialogato a lungo con suor Lucia e che torna da quell'incontro (in cui probabilmente gli fu "pre-detta" la sua elezione a papa) talmente sconvolto da rimanersene chiuso in casa per giorni. Etichette: RICORDI
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Ho sempre trovato questa foto profondamente suggestiva. Olimpiadi di Città del Messico (1968), John Carlos e Tommie Smith, medaglia d'oro e di bronzo sui 200 metri, salgono sul podio e alzano al cielo il pugno chiuso a denunciare le discriminazioni razziali che, in quegli anni, imperavano negli Stati Uniti. Ebbene: cominciano i giochi olimpici cinesi. La ministra Giorgia Meloni propone che gli atleti italiani boicottino la cerimonia di apertura in segno di protesta contro le sistematiche violazioni dei diritti umani commessi dalla Cina. Analoga decisione è già stata assunta da un'atleta tedesca, Imke Duplitzer. Mi spiace (nel senso che milita dalla porta opposta alla mia), ma a me la proposta della Meloni è parsa davvero convincente. Ma ha ragione Pietro Mennea che oggi su Repubblica spiega: l'errore di fondo "è stato assegnare i Giochi ad un paese di cui si sapeva tutto, quanto a violazione dei diritti umani e civili. Il Comitato Olimpico Internazionale ha privilegiato la logica del business, degli affari".
Già: business, affari. Da ipocriti pensare che il denaro non entri nello sport, men che mai in quella che dovrebbe essere una "vetrina" di dilettanti qual è l'Olimpiade. Allucinante che la logica del denaro voglia comandare sullo sport. Perché questo sta accadendo e, sempre oggi, si legge dell'ennesimo colpo mortale inferto al ciclismo: anche Emanuele Sella (vincitore delle tre tappe montane più impegnative dell'ultimo Giro d'Italia), dopo Riccò, sarebbe risultato positivo al doping! Vederlo scattare lungo pendenze che persino in macchina è dura superare, era uno spettacolo meraviglioso. I muscoli tesi allo spasmo, il sudore che imperla la fronte, il ghigno beffardo di chi ha fame di vittoria: scene di un'epica dello sport troppo bella per essere vera. Ed infatti non lo era.
L'odissea è finita. Marco Confortola è arrivato al campo base e da qui, presto, tornerà in Italia, a Padova per la precisione dove - nel Policlinico Universitario - sarà curato per il grave congelamento ai piedi di cui è rimasto vittima. E dalle sue prime parole, immagino occorrerà ricostruire ex novo la tragedia. Già perché Marco parla di materiale scadente, di errori grossolani (come si fa a piantare un chiodo corto su un seracco?), di corde fisse insufficienti. Ma anche di gesti eroici come quelli compiuti dagli sherpa che gli hanno letteralmente salvato la vita. La montagna non è né traditrice né assassina. La montagna è semplicemente...viva. Si muove, respira. Ti accetta o ti respinge a seconda di come tu ti avvicini ad essa. Regole basilari che ciascuno deve sempre tenere a mente, sia che scali un ottomila sia che compia una escursione lungo i tanti sentieri che solcano le nostre Dolomiti: mai andare in montagna da soli, mantenere sempre la concentrazione, indossare calzature adeguate (una volta ho vista una ragazza che pretendeva di salire sull'Antelao in scarpe da tennis!), avvertire sempre il gestore del rifugio o l'albergatore dove si soggiorna di quale meta abbiamo e dell'ora prevista per il rientro, pianificare l'escursione sin nei minimi dettagli. E - soprattutto se avete bimbi piccoli - attenzione, sempre!
Che la forza sia con voi!
P.S.: vi ricordo che domani sera, giovedì, in via Naritti la rassegna di Cinema Estivo propone l'ultimo film della saga di Indiana Jones. Ieri sera, martedì, un tutto esaurito ha salutato la proiezione del film Gomorra: film duro, da pugno allo stomaco ma profondamente vero. Ma c'é chi sostiene che questa (non il film, l'intera rassegna) non è cultura...mah!
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