BUON ANNO

Siamo tutti, in un modo o nell'altro, un volo interrotto. Precipitiamo dai nostri sogni, ma ciò che ci può distinguere e preservarci dall'inesorabilità del destino è la capacità di librarci ancora non verso ciò che siamo ma verso ciò che vorremmo essere. (Dario Cresto - Dina)
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Buon Natale...
a chi è stato ferito
umiliato;
agli sconfitti dalla vita
e
a chi la vita la vince ogni giorno col sudore della fronte e la forza delle idee
a chi non si stanca mai di chiedere scusa
e a chi non si stanca mai di perdonare.
Buon Natale
a Ilaria e Davide
cuccioli d'uomo
che
al mondo guardano con occhi
sempre pieni di meraviglia.
Buon Natale
a chi vive ogni giorno
come fosse l'ultimo
e a chi
ogni giorno
ha la forza comunque di alzarsi e lottare.
Buon Natale
a tutti quelli che lottano
per mantenere il proprio posto di lavoro
e a quelli che lottano
per conquistarselo.
Buon Natale
a
Barbara Foglieni
che, a 32 anni, ha scoperto una nuova variante dell'HIV
ma che fra 3 mesi rischia di rimanersene disoccupata perché non sa se il suo assegno di ricerca da 1000 euro al mese in qualità di ricercatrice precaria le verrà rinnovato.
Buon Natale
a chi pretende di razionalizzare tutto
comprendere tutto.
Buon Natale
ai folli, ai matti,
ai poeti.
Buon Natale
a Loredana, Daniela, Cristina, Paolo, Loris, Giampietro, Giorgio, Alberto e Natalino
che accolgono senza giudicare;
a Gianni, Carlo, Beppe, Lucia e - con loro - gli amici di Esodo
figli di una Chiesa minore.
Buon Natale
a Carlo Maria Martini
e ai vescovi illuminati.
Buon Natale a Beit Sahour
e a Gerusalemme.
Buon Natale a tutti voi.....
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C'è poco da fare..anche oggi Il manifesto sintetizza con assoluta efficacia (foto a sx) la notizia del giorno: Bush che viene fato oggetto, da parte di un giornalista iracheno, di un lancio di scarpe. Il texano (non dagli occhi di ghiaccio), col suo ranch e la mente carica di un fondamentalismo pseudocristiano, aveva detto: esporteremo la democrazia in Iraq. In tanti, tantissimi avevamo obiettato che no, la democrazia non si può esportare come fosse un oggetto, un pacco da piazzare magari dopo una operazione di marketing commerciale. Non la si può esportare perché essa va adattata alle culture e ai popoli. Nulla. Niente da fare. Salvo affermare, l'altro ieri, che la ricostruzione in Irak è fallita. E dunque ammettere che dopo anni di "occupazione", di morti, di stragi, l'aver fisicamente eliminato quel sanguinario dittatore (che in decenni non molto lontani aveva comunque goduto dell'appoggio dell'Occidente che lo vedeva come "elemento di equilibrio" nel Medio Oriente) non è bastato. E adesso? Go0dbye Irak e God bless America!
Se ne è andato ieri sera. In silenzio. Com'era sua costume. A 83 anni. Carlo Caracciolo era uomo d'altri tempi. Un " Principe" che a Claudio Sabelli Fioretti raccontava che a Napoli si dice Caracciolo e monnezza a Napoli non mancano mai. Probabilmente, chissà,. ai più il suo nome diceva poco o nulla. Ma a lui dobbiamo la nascita di autentici "terremoti" editoriali come L'Espresso, La Repubblica e i quotidiani della Finegil tra cui la "mia" La Nuova di Venezia e Mestre. E però oggi a lui che di se diceva "non sono comunista; sono un uomo di sinistra" forse non gliela dovevano proprio fare: accompagnare l'edizione odierna, mentre lo si piange, de La Nuova con un pieghevole del Popolo delle Libertà. E va beh...è la stampa (= la pubblicità) bellezza!
Stamani mi sono svegliato con le note di Crueza de ma e ho pensato che a me Fabrizio De Andrè manca. Ma proprio tanto. Questo il testo in italiano:
MULATTIERA DI MARE
Ombre di facce facce di marinai
da dove venite dov'è che andate
da un posto dove la luna si mostra nuda
e la notte ci ha puntato il coltello alla gola
e a montare l'asino c'è rimasto Dio
il Diavolo è in cielo e ci si è fatto il nido
usciamo dal mare per asciugare le ossa dell'Andrea
alla fontana dei colombi nella casa di pietra
E nella casa di pietra chi ci sarà
nella casa dell'Andrea che non è marinaio
gente di Lugano facce da tagliaborse
quelli che della spigola preferiscono l'ala
ragazze di famiglia, odore di buono
che puoi guardarle senza preservativo
E a queste pance vuote cosa gli darà
cose da bere, cose da mangiare
frittura di pesciolini, bianco di Portofino
cervelli di agnello nello stesso vino
lasagne da tagliare ai quattro sughi
posticcio in agrodolce di lepre di tegole
E nella barca del vino ci navigheremo sugli scogli
emigranti della risata con i chiodi negli occhi
finché il mattino crescerà da poterlo raccogliere
fratello dei garofani e delle ragazze
padrone della corda marcia d'acqua e di sale
che ci lega e ci porta in una mulattiera di mare
Che la forza sia con voi!
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Attratto da Facebook che ogni giorno mi regala la sorpresa di reincontrare amici, vecchi compagni di Liceo o di Università, ho colpevolmente trascurato questo spazio. Rimedio partendo da una piccola confessione. Ieri sera un amico mi ha fatto uno straordinario regalo (lo so, lo so mi accontento di poco..): una confezione da 25 pezzi di Montecristo n. 4. Per i pochissimi che non sanno di cosa sto parlando, linkate qui. E però mentre estasiato (ebbene sì, si raggiunge l'estasi con queste cose) rigiravo tra le mani questa scatola, sobria ed elegante, quasi impaurito di rovinarla mi son perso immediatamente a sognare... Una baita in montagna col caminetto acceso, un sigaro, due dita di Talisker (linkate qui se non sapete cos'è; ma soprattutto: provatevi ad assaggiarlo, rigorosamente accompagnato da un bicchiere di acqua fresca) e, soprattutto, silenzio e solitudine. Silenzio. Io credo che davvero questa nostra società contemporanea non sappia più fare silenzio. Silenzio in noi e fuori di noi. Silenzio. Per pensare, riflettere, prepararsi a nuove stagioni della vita. Ecco: io non sopporto chi non capisce il valore, assoluto e puro, del silenzio; chi non coglie che la persona accanto ha bisogno di silenzio. E pretende, pretende. Non sopporto gli impazienti. Non sopporto chi esercita continue pressioni psicologiche. E...non sopporto chi, oggi, mi chiederà perché ho scritto 'ste cose.
Che la forza sia con voi!
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DAL CORRIERE DELLA SERA
Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha affermato che «i direttori di giornali come La Stampa e il Corriere della Sera dovrebbero cambiare mestiere» e lo ha detto commentando il modo in cui questi due grandi giornali hanno trattato la controversia tra il governo e Sky.
I lettori del Corriere sanno che noi abbiamo espresso il nostro giudizio critico su questa vicenda, ma sempre con lo scrupolo di riportare compiutamente tutte le posizioni emerse in questo dibattito. Il «mestiere» del nostro quotidiano è stato quello di informare dando spazio alle tesi contrapposte ma segnalando ogni volta, in modo trasparente, qual è la posizione del giornale su questo argomento. Possiamo solo aggiungere che questo «mestiere» il giornale continuerà ad esercitarlo, come ha sempre fatto nel corso di questi anni, anche se qualche volta ci è capitato e ci capiterà di dare un dispiacere al presidente del Consiglio in carica.
DA Buongiorno di Massimo Gramellini, LA STAMPA
Fu nella drammatica notte del 2 dicembre 2008 che il consiglio di amministrazione di Sky prese l’unica decisione in grado di garantirgli la sopravvivenza: fondare un partito politico. Ilaria Party, dal nome dell’on. D’Amico, candidata al ministero della Difesa e Contropiede. «L’Italia è il Paese che amo», disse il presidente Murdoch doppiato dal telecronista Caressa, ispirandosi a un format di successo degli Anni 90 di cui aveva comprato i diritti.Il programma fu redatto da una squadra di esperti guidata da Vialli e Topolino (in quota Disney Channel): 1. lotta all’ultima parabola contro il regime berluscomunista; 2. più partite di calcio e film a luci rosse per tutti, anche gratis e a mezzogiorno; 3. inaugurazione dell’Albinoleffe Channel (per sottrarre voti alla Lega); 4. riduzione dell’Iva sulla pay-tv allo 0,1%, pagabile in comode rate quarantennali. Un documento riservato suggeriva di concentrare gli sforzi soprattutto sul punto numero 4. Essendo le frequenze di destra tutte occupate, l’Ilaria Party decise di schierarsi a sinistra, dove il segnale era debole, praticamente assente. Ottenne il sì di Rifondazione in cambio di un canale dedicato alle interviste di Gianni Minà, mentre per convincere Veltroni bastò garantirgli le repliche di “Giovanna, la nonna del corsaro nero” su Sky Classic. L’unico a tenere duro fu D’Alema: «Lo dissi nell’autunno del 1993 e lo ripeto oggi: in Italia non può succedere che il padrone di una tv riesca a fondare un partito».
NOTA. Tranne l’ultima frase, il testo è frutto della fantasia dell’autore.
Che la forza sia con voi....
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