LETTERA APERTA

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Siamo tutti, in un modo o nell'altro, un volo interrotto. Precipitiamo dai nostri sogni, ma ciò che ci può distinguere e preservarci dall'inesorabilità del destino è la capacità di librarci ancora non verso ciò che siamo ma verso ciò che vorremmo essere. (Dario Cresto - Dina)

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Questo invece il testo dell'intervento di Michele Carpinetti, pubblicato oggi dai quotidiani locali:

Che la forza sia con voi!
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impegna
il Governo a garantire che, l'alimentazione e l'idratazione, in quanto forme di sostegno vitale e fisiologicamente finalizzate ad alleviare le sofferenze, non possono in alcun caso essere negate da chi assiste soggetti non in grado di provvedere a se stessi.
Infine consiglio la lettura di questa riflessione scritta dal segretario regionale del veneto del PD, Paolo Giaretta:
Non ho preso finora posizione sul caso Englaro per rispetto alle diverse sensibilità presenti nei dirigenti ed elettori del PD e per rispetto del lavoro portato avanti dal gruppo del Senato, nella ricerca in gran parte riuscita di offrire al paese soluzioni che in materia così delicata contribuiscano a creare una coscienza condivisa e non ad arruolare in guerre ideologiche o religiose. Il paese ha bisogno di una classe politica capace di costruire le ragioni di una pace civile, a maggior ragione in materie che toccano così da vicino le coscienze individuali. C’è bisogno in queste materie di leggi che vengano sentite tali da tutti gli italiani, non di manifesti ideologici. Le ultime scelte del Governo vanno oltre le scelte di merito. Si sta esercitando attorno al povero corpo di una donna un macabro esercizio senza pietà e senza rispetto della dignità umana. Un corpo, una persona che meriterebbe rispetto diventa l’oggetto di un puro gioco di potere. Come distrarre l’opinione pubblica dalla difficile situazione del paese, dai fallimenti dell’azione del governo, come accreditarsi come campioni della morale essendo protagonisti di comportamenti immorali. Chi crede che nell’azione del Governo sia in gioco la difesa della dignità della vita umana pensi che quello stesso governo il giorno prima ha fatto approvare una norma che impedirà ad una donna che già vive il peso della clandestinità di poter pensare ad una maternità avendo la possibilità di accedere alle cure, non potrà garantire al suo bambino un parto assistito, non potrà curarlo. E’ questa la difesa della vita?Le offensive e vergognose parole del presidente del Consiglio devono suscitare disprezzo in ogni donna ed ogni uomo che conservi un barlume di coscienza. “Eluana potrebbe avere un bambino”. Chi, come, quando? Non c’è rispetto per la persona, per la famiglia, per le migliaia di famiglie italiane che accudiscono i propri cari in stato vegetativo senza alcun aiuto da parte dello Stato e che non hanno bisogno di queste bestialità.Sono grato al Presidente della Repubblica perché ha difeso senza incertezze la nostra Costituzione. Anche questo è un valore importante. La democrazia non è un orpello retorico, ma è lo strumento necessario per la costruzione del bene comune. Il valore così grande della vita non è mai stato garantito nei regimi totalitari.Faccio un appello a tutti, laici e credenti, perché non si scoraggino nel costruire soluzioni condivise di fronte a questioni tanto più grandi della banalità degli schieramenti politici e dei giochi quotidiani di potere.Ai miei fratelli nella fede sento da privato cittadino il dovere di ricordare che dobbiamo sentirci segnati dalla croce e non crociati. Perciò segnati dall’amore, dalla pietà e dalla carità e non dalla violenza ideologica.
Che la forza sia con voi....
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Se ne è andato l'altro ieri sera. A 90 anni e con, alle spalle, una bibliografia sterminata. Dialettologo? Linguista? Filologo? Non so "etichettare" Manlio Cortelazzo che, pure, era certamente professore emerito di dialettologia all'Università di Padova. Ma non credo sia una questione di etichetta, di classificazioni professionali. Il vero, grande, merito del professor Cortellazzo è stato quello di dare dignità di studio ai dialetti, visti come lingue del tutto autonome. Ma non si è occupato solo di dialetti. All'interno della sua produzione letteraria come non ricordare il suo Dizionario etimologico della lingua italiana, autentica summa della storia del nostro vocabolario? Certo, lui che fu allievo di Bruno Migliorini, ha amato, profondissimamente, i dialetti visti come espressione di una identità culturale di un popolo, questa sì da valorizzare soprattutto oggi che assistiamo a riletture idiotesche di appartenenze linguistiche pseudorazziste. Ebbe a dire una volta: La storia ha voluto assistessi al rapido tramonto delle parlate dialettali, che prelude alla loro estinzione, sia pure non così prossima come alcuni paventano. Per questo mi sono sentito investito del compito di recuperare non l'uso del dialetto, impresa che andrebbe contro la storia, ma la conservazione delle sue ultime tracce, ancora molto cospicue.
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