Rientrando da un paio di giorni di
buen retiro, da dove cominciare? Magari dall'interessante convegno cui (con il collega Maurizio Barberini) ho partecipato a
Vallevecchia, vicino a Caorle, dove l'amico Danilo Lunardelli, assessore provinciale al Turismo, ha presentato il progetto sulle vie navigabili della Provincia. A Vallevecchia, da due settimane, è operativo un affascinante Museo Ambientale inserito in 9 ettari di parco lagunare. Specie se avete bimbi vi consiglio di trascorrervi una giornata: sarà una esperienza indimenticabile. Oppure, perché no, da una interessante conversazione avuta con
Titino Carrara, dopo la conclusione
di Raixe in scarsea: anche in questo caso è stata chiacchierata lunga, bella, affascinante. Oggi, invece, vi confesso una mia difficoltà: questo Paese (sia l'Italia ma anche il nostro, Mira) lo capisco sempre meno (
ma forse perché davvero non capisco nulla, me lo dicon in tanti). Il tema caldo della settimana sarà Forte Poerio. Dopo aver letto numerosi articoli, e qualche post in altri blog, provo a riassumere qual è la mia posizione. Partendo da una critica. Serena, pacata ma comunque ferma: mi fa davvero specie che alcune delle forze politiche che, oggi, protestano contro questo intervento, siano le stesse che in Consiglio Comunale hanno condotto una battaglia per ottenere l'affissione del crocifisso. Scusate: ma a me le due cose sembrano un tantino in contraddizione. Ma forse perché non capisco niente (
me lo dicon in tanti d'altra parte) A ciascuno
, c'est vrai, la propria coscienza. Ma in cosa consiste questo progetto? Aproffittando di un bando governativo (cui hanno partecipato anche amministrazioni governate dal centrodestra) Mira (al pari di Venezia e Mirano, quest'ultimo però dopo il cambio di amministrazione pare non più intenzionata a proseguire) ha ottenuto un finanziamento (circa 450.000 euro) per realizzare una "casa - famiglia" (o "casa alloggio" o "albergo sociale" fate voi). Una quindicina di posti letto a disposizione di cittadini stranieri, regolarmente in possesso di permesso di soggiorno, lavorativamente occupati che non riescono a trovare alloggio. Provate a scorrere, in una qualsiasi rivista, gli annunci immobiliari: cominciano a comparire, anche nella nostra civilissima città, disponibilità di appartamenti in affitto
non ad extracomunitari. E ha ragione don Dino Pistolato, direttore Caritas, ad avvertire che
queste persone non possono lavorare in fabbrica di giorno e sparire la notte. Ed invece, in questo strano mondo, gli immigrati ci fanno comodo magari per svolgere mansioni che noi non vogliamo più fare (non è un caso che, ogni anno, si sollevano le proteste degli imprenditori perché le quote di ingresso nel nostro Paese sono insufficienti rispetto alle richieste). Ma forse son io che non capisco nulla (me lo dicono in tanti). Si tratta dunque di 20 posti letto, a pagamento e al massimo per tre mesi: giusto per permettere a queste persone (che non sono
mmigrati, extracomunitari, persone di colore ma PERSONE) di trovare una sistemazione definitiva. Non solo: ma ciò permette all'amministrazione di partire anche col progetto di risistemazione complessiva dell'area che vorremmo trasformata in un parco a disposizione di tutti, ove sia possibile trascorrere qualche ora insieme magari cucinando anche una grigliata. Apriti cielo: nascono i comitati, si annunciano i referendum. Persino forze politiche cui ho sempre riconosciuto attenzione a queste tematiche, cavalcano l'onda post 14 aprile. Persino all'interno del PD (e questo mi fa girare gli zebedei)! E dire che fra i motivi della mia militanza nel centrosinistra vi era anche l'attenzione ai più deboli, agli ultimi, ai cittadini del mondo che giungono in questo nostro Paese spinti dalla fame, dalla guerra! Certo: in questo nostro Paese dobbiamo avere la certezza del diritto e della pena. Chi delinque - chiunque esso sia - va punito. E severamente. Ma chi arriva qui, accettando le nostre regole, perché deve subire anche questa sorta di ondata xenofoba? Andate a rileggervi le parole illuminanti del nostro presidente, Giorgio Napolitano. Oppure il libro di Gianantonio Stella,
L'orda Quando gli albanesi eravamo noi. Boh... Probabilmente son io che non capisco nulla...e allora mi consolo
tornando picenin (ma in realtà lo sono ancora, me lo dicono in tanti)....
Che la forza sia con voi.