venerdì 31 ottobre 2008
giovedì 30 ottobre 2008
INES ED ERNESTO
Quei 9 martiri erano:
Agnoletto Mario
Cosma Arturo
Agnoletto Vittorio
De Lorenzi Rinaldo
Belleni Giuseppe
Nariti Rino
Cestonaro Guido
Tolomio Luigi
Zuin Alfredo
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GLI SCONFITTI
Confesso che a me la boxe piace. Molto. Mi piacciono l'agilità, le schermaglie, le strategie, la velocità che emerge dalla nobile arte come viene chiamato questo che è uno degli sport più antichi della storia: se vi capita di andare a Santorini (in Grecia) potrete ammirare un magnifico disegno rupestre che risale addirittura al 600 A.C.! Dalla boxe sono emersi nomi che han fatto la storia di questo sport: Rocky Marciano con le sue 49 vittorie su 49 match disputati, delle quali ben 43 prima del limite; Floyd Patterson con le sue 55 vittorie e solo 8 sconfitte; Cassius Clay che, nel 2007, venne addirittura candidato al Premio Nobel per la Pace. E...Peter Buckley (nella foto). Chi? Peter Buckley, 39 anni, inglese che giusto domani sera salirà sul ring per l'ultima volta. Peter è stato definito il peggior pugile nella storia della boxe. Ha un palmares tutt'altro che invidiabile: su 300 incontri disputati ne ha persi addirittura 256 di cui 88 consecutivi. Ma in realtà al tappeto ci è finito soltanto 10 volte, il che significa che negli altri 290 incontri è stato sconfitto solo ai punti. Eppure, nonostante questo ruolino intriso di sconfitte, Peter viene chiamato the Professor per la sua dedizione totale e assoluta alla boxe e per la sua capacità di far crescere giovani talenti.
Mentre in Russia, due sacerdoti gesuiti vengono trovati assassinati nel loro appartamento ed in India le violenze perpetrate ai danni dei cristiani continuano, un'altra bella testimonianza di una Chiesa autenticamente dentro il mondo: Franco Vialetto (nella foto), vicentino di Nove, è diventato sindaco del comune di Cacoal in Brasile. Ha ottenuto oltre il 60% dei consensi mettendosi alla guida di una formazione politica di sinistra. Particolare non secondario: Franco è un missionario comboniano. Ordinato sacerdote nel 1973, si trova a Cacoal dal 1974. In 30 anni di missione ha visto trasformarsi quel piccolo villaggio raggiungibile solo in barca in una città di 80 mila abitanti. In questa città don Franco (che ha fondato anche 13 comunità di base; linkandolo potete farvi una prima idea di questa realtà che giustifica sino in fondo il mio continuare a sentirmi cattolico nonostante i pregiudizi e le falsità) ha realizzato perfino un ospedale dotato di un modernissimo reparto oncologico: pensate che, prima della sua apertura, un malato di tumore di Cocoal, per curarsi, doveva arrivare fino a San Paolo, sobbarcandosi un viaggio di oltre 3000 chilometri!
Paolo VI diceva: La Politica è la più alta forma di carità
Che la forza sia con voi!
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martedì 28 ottobre 2008
ARRIVA
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lunedì 27 ottobre 2008
INCIPIT
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domenica 26 ottobre 2008
DOMENICHE A TEATRO
Come ogni anno gli amici dell'associazione La Malcontenta (nella foto il gruppo al gran completo; e qui voglio ringraziare, fra tutti, gli amici Luigino - impareggiabile cuoco; Gino e Toni) organizzano nel teatro della Parrocchia di Sant Ilario una rassegna teatrale di tutto rispetto, dove il "tutto esaurito" è la norma.
Si tratta di teatro amatoriale ma con compagnie che spesso rasentano la professionalità, impegnate in testi poco noti del teatro. Gli spettacoli iniziano alle 16,30 ma consiglio di presentarsi con largo anticipo giacché, come è capitato l'anno scorso, già mezz'ora prima dell'inizio c'era il tutto esaurito.
Domenica pomeriggio si comincia con una compagnia che ho già incontrato e che apprezzo davvero molto, la Tarvisium teatro.
Etichette: CULTURA
sabato 25 ottobre 2008
TURISMO
Etichette: VIAGGI
venerdì 24 ottobre 2008
RIFLESSIONI
Etichette: CULTURA
giovedì 23 ottobre 2008
NOTIZIE
Etichette: MOMENTI
FINALMENTE!
Sabato 15 Novembre 2008
Prima Guerra
Venerdì 28 novembre 2008
Polis
Sabato 13 Dicembre 2008
Sandokan
13 gennaio 2009
Scemo di guerra - Roma, 4 giugno 1944 di Ascanio Celestini
Sabato 31 gennaio 2009
Anfitrione di Moliere
Venerdì 6 febbraio 2009
La passione delle troiane
Sabato 14 febbraio 2009
Juana de la Cruzo le insidie della fede
Sabato 14 marzo 2009
Un anno con 13 lune
Sabato 28 marzo 2009
Buonanotte Desdemona (Buongiorno Giulietta)
Giovedì 2 aprile 2009
L’intervista di Natalia Ginzburg
Sabato 18 aprile 2009
Sinagosyty
domenica 7 dicembre ore 17.00
Il Tao di Bruce Lee
domenica 18 gennaio ore 17.00
Orfeo in Guerra
sabato 28 febbraio ore 21.00
Danza d’Autore
domenica 8 marzo ore 17.00
fuori abbonamento
sabato 7 Marzo ore 21.00
Carlo Goldoni e Giorgio
domenica 22 marzo ore 17.00
Il Padre di Famiglia
Queste invece le proposte domenicali per il Teatro famiglie che abbiamo pensato anche per i più piccoli:
16 novembre 2008 - ore 16.00
Fiabe italiane
14 dicembre 2008 - ore 16.00
Miaoo!La fiaba del micio Lillo
25 gennaio 2009 - ore 16.00
Cielo Mare Sole Luna
8 febbraio 2009 - ore 16.00
Pippi Calzelunghe
mercoledì 22 ottobre 2008
ERETICO?
Da La Nuova Venezia, edizione odierna:
Cacciari diserta l'adunata del Pd
«In piazza ci vadano i demagoghi»
di Alberto Vitucci
VENEZIA. Alla manifestazione del 25 ottobre contro il governo non ci sarà. «E' frutto di errori tattici e strategici, ci vadano i demagoghi. Se sperano di far cadere così Berlusconi...» Da sempre una voce critica all'interno del Pd, che ha contribuito a fondare. Adesso Massimo Cacciari si
dissocia apertamente anche dall'iniziativa di protesta annunciata dal Partito democratico per sabato a Roma. Sindaco cos'è, uno strappo con il Pd?
«No, no, non ci vado perchè ho da fare, ho altri impegni. lascio fare ai demagoghi».
Beh, non bello dare dei demagoghi ai dirigenti del proprio partito.
«Non è mica una brutta parola. In greco vuol dire colui che guida il popolo. Berlusconi
e Veltroni sono dei demagoghi. Io sono vecchio, ho rinunciato».
Allora che si fa, niente corteo e tutti zitti?
«Bisognerebbe fare quello che è necessario fare: riprendere un filo decente, avanzare proposte, organizzare il partito su basi territoriali».
Non si è fatto?
«Ma dai! Vogliamo dire qualcosa sul federalismo, sulla scuola, su questa tragedia degli enti locali che non hanno più neanche gli occhi per piangere? Invece cosa arriva? Una bella manifestazione. Va bene, ci vadano, ma così non risolviamo niente».
Certo che una dissociazione in questo momento rischia di indebolire il fronte.
«Ma cosa vuoi che interessi a loro, non se ne sono mai fatti un problema».
Intanto i consensi al governo Berlusconi crescono.
«Questo non mi preoccupa. E' fisiologico che in momenti di crisi succeda così: la gente vuole un governo che decide e un uomo forte. Loro poi si sono uniti, non danno più quello spettacolo da teatrino della prima volta».
L'opposizione invece?
«Dobbiamo ancora imparare a leggere e scrivere. Per carità, non è scandaloso per un bambino appena nato come il Pd. Ma adesso bisogna muoversi, fare un organigramma territoriale, un programma come Dio comanda. E non lo stiamo proprio facendo».
Colpa dell'attuale classe dirigente, a cominciare da Veltroni?
«Bisogna rinnovare, se andiamo avanti con i soliti D'Alema, Veltroni e stop non andiamo da nessuna parte. Certo il rinnovamento non arriva per opera dello Spirito Santo ma con un organizzazione del partito, coinvolgendo i giovani, vicino alla gente».
Un nuovo leader?
«Avevo proposto inascoltato che si nominasse come plenipotenziario Chiamparino, personaggio autorevole che conosce bene il Nord. Si prendeva tre mesi, tirava fuori tre o quattro giovani...insomma, lavoro capillare, come faceva il Pci, come faceva la Dc. Se non hai un partito alle spalle, o sei Berlusconi o vai a remengo. Lui è sempre in televisione, noi no».
La manifestazione del 25 proprio non le piace.
«C'è questo aspetto comico che la manifestazione è stata annunciata cinque mesi prima. Non ha senso, cinque mesi prima si annuncia un convegno su Aristotele».
Insomma ha ragione Berlusconi, il Pd ha paura della piazza.
«E' ancora più comico che Lui apra bocca su questo. Perchè Berlusconi cosa faceva quando era all'opposizione, non faceva forse le manifestazioni di piazza? Solo che loro sono spregiudicati, hanno la faccia di tolla. Parlavano di liberismo sfrenato e adesso fanno gli statalisti».
Il centrosinistra invece?
«Dovremmo imparare a essere un po' più agili, in politica occorre anche agilità di movimenti. Invece qui ci si perde dietro a Di Pietro sì, Di Pietro no, polemichette continue. Insomma, non si dà mai l'impressione di decidere, nè quando si è al governo nè quando si è all'opposizione».
Cliccando sul link qui sotto, invece, è possibile leggere analoga intervista rilasciata a Il Giornale:
massimo.pdfmartedì 21 ottobre 2008
MEDITATE GENTE!!!!
Il settimanale dei Paolini attacca senza mezzi termini la riforma della scuola, criticando la norma che prevede l'istituzione di classi per soli immigrati. "Si dice 'classi ponte', ma si legge 'classi ghetto' - si legge nell'editoriale del periodico cristiano- . Il problema dell'inserimento degli stranieri a scuola è reale, ma le risposte sono 'criptorazziste', non di integrazione". "Chi pensa a uno 'sviluppo separato' in Italia, sappia che quel concetto in altra lingua si chiama 'apartheid', andata in scena in Sudafrica per molti anni: autobus, cinema e scuole separati", aggiunge il periodico. Per Famiglia cristiana, le cosiddette "classi di inserimento" non sono efficaci. "I risultati migliori si ottengono con classi ordinarie e con ore settimanali di insegnamento della lingua - spiega il settimanale -. In Italia questo, in parte, avviene".
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GRANDI VECCHI
"Bisogna guardare la concretezza dei fatti (…) dobbiamo vedere non le idee generiche ma come si possono realizzare le cose »
« Sarebbe ora di finirla con questa damnatio memoriae per cui la storia del Novecento ruota intorno ai comunisti, agli ex comunisti e ai comunisti o filocomunisti pentiti. C'è una grande storia che è stata rimossa: quella degli antitotalitari democratici e liberali – anticomunisti e antifascisti – che non hanno avuto bisogno di rivelazioni tardive, di omissioni generalizzate e di compiacenti assoluzioni »
Due frasi. Fra le tante. Recuperate di fretta non appena appresa la scomparsa di Vittorio Foa, coscienza critica - da grande intellettuale qual'egli era - della sinistra ma più in generale della politica nostrana. Proveniente da una famiglia ebraica, è stato antifascista convinto e - per questo - fu incarcerato dal 1935 al 1943. Disse di questa esperienza: Non sono uno specialista del fascismo. Semmai sono uno specialista delle carceri fasciste.
Padre costituente, socialista ma di quelli veri e autentici (che hanno, cioè, nel proprio DNA la assoluta convinzione che le idee e i valori socialisti non possono che essere di sinistra; senza ambiguità, ragionamenti elettoralistici o di convenienza), sindacalista; insegnante universitario di Storia Contemporanea, nel 1987 divenne senatore indipendente del PCI. Guardando alla politica odierna e confrontandola con la sua esperienza se ne uscì con una delle solite "sue" frasi fulminanti ma che molto dovrebbero insegnare a tutti noi:
Adesso si scandalizzano se vedono volare pugni. Ma anche allora succedevano queste cose: però il pomeriggio, tutti insieme, facevamo la Costituzione.
Pian piano il nostro Paese sta perdendo le sue voci più autorevoli, più illuminate. Persone che dicevano cose scomode ma che, proprio per questo, dovevano essere ascoltate. Per capirne la profondità del pensiero, consiglio il suo Il linguaggio del tempo, una conversazione in DVD sui grandi temi del '900.
Mi ha molto colpito il ricordo commosso che ne ha fatto, a Repubblica, Walter Veltroni: Foa incarnava ai miei occhi il modello del militante della democrazia, con una meravigliosa storia di sofferenza, lotta e speranza, un uomo della sinistra e della democrazia mosso da un ottimismo contagioso e da un elevatissimo disinteresse personale. Penso che tutto il Paese senta Vittorio Foa come uno dei suoi figli migliori.
Che la forza sia con voi!
Oggi niente musica. Ma una intervista che Foa concesse ad Enzo Biagi sulla resistenza...Etichette: POLITICA
lunedì 20 ottobre 2008
EMOZIONI
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venerdì 17 ottobre 2008
VIGLIACCHI
mercoledì 15 ottobre 2008
ANNI DI PIOMBO
Etichette: POLITICA
lunedì 13 ottobre 2008
SULLA COSTITUZIONE
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sabato 11 ottobre 2008
LA FINE O L'INIZIO?
E non sarà più come prima nemmeno il famoso «American dream», al cui proposito pochi sanno, in Europa, che la realizzazione più clamorosa era l'acquisto di una casa, con o senza subprime. Certo, i primi a beneficiare di questa rovina sono tutti i fanatici, talebani o altri, consapevoli che i 700 miliardi di dollari che serviranno a riacquistare alle banche i loro prodotti tossici equivalgono, più o meno, al costo della grande operazione antiterroristica che si sarebbe potuta compiere in Afghanistan o nelle zone tribali pachistane e alla quale l'America impoverita sarà costretta a rinunciare. Senza parlare dell'incertezza che, cosa perlomeno inquietante, nessun responsabile politico è capace di eliminare in maniera chiara: i famosi 700 miliardi, per esempio, corrisponderanno al riacquisto di crediti o a una partecipazione azionaria nel capitale delle istituzioni vacillanti (il che non è la stessa cosa e farebbe dello Stato federale un autentico «Stato azionista» seguendo il modello svedese o finlandese)? O saranno finanziati da prestiti? Se sì, sottoscritti da chi? Siamo così sicuri che il contratto di fiducia che regge i rapporti degli Stati Uniti con il resto del mondo resti sufficientemente solido perché i fondi sovrani indiani, cinesi o del Qatar si precipitino su un nuovo titolo che avrà come inconveniente, fra l'altro, di svalutare quello che già detengono?
Insomma, per queste ragioni e altre ancora, è giusto dire che viviamo un evento colossale, forse inaugurale, di cui siamo lungi dal vedere tutte le conseguenze: l'inizio di una nuova era; una sorta di anno zero del capitalismo nuovo; l'equivalente, per il capitalismo, fatte le debite proporzioni, di quello che fu per il comunismo il crollo del Muro di Berlino. Resta il fatto che l'evento ha avuto anche un altro aspetto, sul quale trovo sia un peccato che i commentatori, europei in particolare, non insistano maggiormente. La rapidità di reazione, prima di tutto, che la cacofonia di queste ultime ore non smentisce. Il pragmatismo, cioè il coraggio di alti funzionari che, come il segretario al Tesoro Harry Paulson jr., per tutta la vita hanno creduto al capitalismo deregolato, l'hanno considerato vangelo e, in una notte, si sono convertiti ai principi dell'economia diretta dallo Stato.
Il vigore del dibattito democratico che è seguito, che ha visto senatori e congressmen rifiutare di lasciarsi ingannare e, ancor meno, di cedere al panico o al ricatto e imporre al potere esecutivo un certo numero di emendamenti la cui lista sembra non sia chiusa: uno scaglionamento del versamento dei 700 miliardi secondo un calendario debitamente controllato dalle Camere; un codicillo che dà al popolo sovrano un potere di controllo sulla remunerazione di dirigenti che hanno portato le loro imprese al naufragio e che, d'ora in poi, non hanno altri diritti se non quello di raddrizzare il timone; misure aggiuntive in favore dei nuovi senza tetto espulsi dalle proprie case o dei piccoli imprenditori strangolati dal rarefarsi del credito. Per quanto riguarda la storia dei fondi sovrani, in particolare di quelli cinesi, ci sono due possibili interpretazioni: la caduta finale di un «impero» riacquistato come rottame dall'incarnazione stessa di quello che lo nega; oppure un'astuzia della Storia che consente di legare come mai prima il dispotismo asiatico cinese al suo grande avversario storico e, così, di stroncarlo. Ciascuno è libero di scegliere e scommettere.
È Schumpeter che parlava delle turbolenze, anche drammatiche, che scandiscono la storia del capitalismo come di fasi di «distruzione creatrice». Ed è John Galbraith che caratterizzava il capitalismo stesso come una strana macchina che trova la propria energia nella crisi, sia nella depressione o la disfatta, sia nel successo. Le crisi stanno al capitalismo come gli scandali alla democrazia. Secondo alcuni, questi scandali sono la prova che la democrazia non funziona più, mentre secondo altri il fatto stesso che scoppino dimostra la sua incoercibile vitalità. Ebbene, lo stesso vale per la crisi attuale: una probabile cura dimagrante planetaria, una messa in dubbio generalizzata dopo tempi di esuberanza folle e la dimostrazione che il sistema, checché se ne dica, è sempre vitale.
Per il resto che dire? Mira la notte che il domani sarà migliore! Speriamo...
Che la forza sia con voi!
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venerdì 10 ottobre 2008
APPELLO
Raccolgo volentieri l'invito fattomi da alcuni amici i quali stanno mobilitano gli internauti affinché sollecitino il Presidente della Repubblica a non firmare il decreto sulla "riforma" della scuola del Ministro Mariastella Gelimini. In realtà solo in casi eccezionali (mancanza di copertura economica, palesi incostituzionalità fra i più importanti) il Presidente può rifiutarsi di approvare leggi e decreti ministeriali. E però è comunque un segnale di insoddisfazione quel che si vuole lanciare. E dunque ho scritto pure io. Per farlo è sufficiente collegarsi al sito www.quirinale.it e cliccare sulla finestra della posta. Sull'argomento ieri ho avuto modo di confrontarmi con l'assessore provinciale alla Pubblica Istruzione Andrea Ferrazzi impegnato in un lungo viaggio nel territorio proprio per illustrare i motivi di dissenso a questo decreto. Che non riguardano certo il voto in condotta, il grembiule. Ma che riguardano motivi più profondi e importanti: la scelta del maestro unico, certo. Il favorire le strutture scolastiche non statali. I tagli, pesantissimi, che questo governo sta imponendo alla scuola. Argomenti, per'altro, oggetto di un bel convegno organizzato, un paio di giorni fa, ad Oriago dalla CGIL - Funzione Pubblica.
Che la forza sia con voi
"TENEREZZE"
mercoledì 8 ottobre 2008
ALLARME
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lunedì 6 ottobre 2008
MASOCHISMI
P.S. Che dire? Roma ko, Juve anche, Milan pure..e noi? Primi in classifica seppure in codominio. Che volete farci? Siam i più forti...
Che la forza sia con voi!
giovedì 2 ottobre 2008
REGALO?
Leggo, sui giornali, che il Presidente della Giunta Regionale del Veneto, Giancarlo Galan, parla - a proposito del Passante - di un regalo di Natale. Ma è davvero un regalo? Non metto in discussione il ruolo strategico che questa infrastruttura sarà destinata ad avere per l'intera Italia. E' la logica che non mi convince. Non mi convince perché non vedo all'orrizzonte alcuna novità, questa sì davvero strategica. Non si ragiona concretamente su un reale cambiamento nel trasporto merci, si continua a preferire il trasporto su gomma quando, in realtà anche vicine alla nostra, invece si sono, da anni, potenziati altri sistemi, quello su rotaia prima di tutto. Ho già avuto modo di ricordare come, nella vicinissima Austria, i camion vengono fatti salire su vagoni ferroviari fino a destinazione. In altri Paesi questo sistema è stato ulteriormente implementato: i camion scendono dai treni, giungono in strutture logistiche ove le merci che trasportano sono caricate in mezzi più piccoli che funzionano a metano. A me pare che qui invece rincorriamo sempre le emergenze con soluzioni che per quanto faraoniche possano sembrare, in realtà rischiano di nascere già...vecchie! Ma, soprattutto, soluzioni alle quali è "facile" pensare, che non costa fatica intellettuale individuare.
Che la forza sia con voi
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mercoledì 1 ottobre 2008
A ROMA!
Oggi sono il...sindaco di Mira (ma non ditelo a nessuno). Ok, ok, promesso: cercherò di non far danni. Almeno non più di quelli che già faccio di mio (incendi d'auto a parte). Il fatto è che, oggi, sostituisco - in sede - il sindaco che, insieme ad altri 400 colleghi, è andato a Roma per chiedere al Governo maggiori risorse per gli enti locali. In effetti da oramai 20 anni, ad ogni scadenza di bilancio i Comuni italiani si trovano con sempre minori risorse. A partire dalle progressive riduzioni dei trasferimenti statali fino alla beffa dell'ICI. E già perché se, da un lato, l'Imposta Comunale sugli Immobili era una tassa ingiusta la cui eliminazione era stata avviata con giusta gradualità dal governo di centrosinistra, dall'altro i Comuni non hanno la certezza di quanto e quando incasseranno il saldo di questa tassa. Pensateci: è come se una famiglia dovesse fare una serie di investimenti senza sapere però con esattezza né l'ammontare delle proprie risorse né quando esse saranno disponibili. E questo riguarda una voce del bilancio che rappresenta la totalità delle spese correnti: cioè di soldi che si spendono, subito, nelle politiche sociali, in quelle culturali, in quelle educative e scolastiche. Aggiungeteci i sempre maggiori vincoli legati al patto di stabilità che impedisce ai comuni, anche a quelli - come il nostro - che se lo potrebbero permettere, di accendere nuovi mutui per realizzare le opere pubbliche e capite come, di fatto, la totalità degli enti locali stia letteralmente andando verso la bancarotta. E ora? Preso atto che il "rimborso" assicurato dallo Stato per l'ICI non è sufficiente (ad esempio non hanno riconosciuto la rivalutazione degli estimi catastali), che sono sempre maggiori le incombenze assegnate agli enti locali, che l'aumento di diverse forme di povertà e disagio sociali , impongono la necessità di disporre di maggiori risorse, il movimento dei sindaci scende a Roma per chiedere allo Stato la restituzione del 20% dell'IRPEF. Attualmente i miresi versano, di Irpef, circa 82 milioni di euro., Lo Stato ne restituisce al comune il 7%, circa 6 milioni. Capite che poter disporre di circa 15 milioni di euro significherebbe poter contare su un bilancio assolutamente significativo. Certo: gli enti locali hanno l'obbligo (perfino morale, direi) di contenere la spesa, di controllare come le risorse vengono impegnate. Peccato, però. Peccato che fra quei 400 sindaci sembra non ve ne sia nessuno della Lega Nord. E dire che la richiesta dei sindaci è davvero un atto di federalismo fiscale. Mah!
Che la forza sia con voi....
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